Maastricht uguale mafia di Fabio Galvano

Maastricht uguale mafia Maastricht uguale mafia Londra, sulle vicende italiane ricomincia la guerra all'Europa LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una nuova cortina di ferro, se il Trattato di Maastricht sarà ratificato, cadrà sull'Europa. Ma quello, secondo Lord Tebbit, potrebbe essere il male minore: il Trattato, infatti, potrebbe aprire anche in Inghilterra la porta della corruzione mafiosa. «La stessa che affligge l'Italia», ha insistito l'ex presidente del partito conservatore, eminenza grigia negli anni thatcheriani e ora capofila dei ribelli all'avventura europea. Dalle vicende italiane Lord Tebbit trae spunto per la sua battaglia contro Maastricht. In una conferenza sugli effetti di Maastricht sul mondo degli affari, e che gli osservatori politici inglesi non esitano a definire «il più incandescente discorso nella sua crociata contro l'integrazione europea», Tebbit ha detto: «E' brutto rendersi conto che per anni, ai Consigli europei, uno dei dodici ministri attorno al tavolo era inquinato dal puzzo della mafia. Immaginate che cosa si sarebbe detto se una tale relazione fosse stata scoperta ai più alti livelli dell'amministrazione americana». Meglio tenere il marcio, insomma, lontano dalle coste inglesi. Se gli operatori giapponesi e americani favoriscono Londra, ha detto Tebbit riflettendo i sentimenti di un vasto strato d'inglesi sospettosi di qualsiasi rinuncia all'insularità britannica, è perché considerano ancora la City «più onesta» di taluni centri rivali. Sarebbe «assurdo», ha detto, suggerire che se il Trattato fosse respinto gli operatori si sposterebbero verso città europee «meno soddisfacenti». Comunque, a suo dire, ci sono anche «aspetti non criminali» legati al club di Bruxelles, ma non per questo meno negativi: per esempio i poteri degli eurocrati sulle istituzioni finanziarie. «Il maggiore pericolo per la City non è di perdere posizioni nei confronti di Franco¬ forte nel caso di una mancata ratifica di Maastricht, ma di perdere, ratificando il trattato, nei confronti di New York, Tokyo, Hong Kong, Singapore e, fra non molto, anche Shanghai». L'uso spregiudicato che Tebbit ha fatto delle vicende italiane riflette anche le difficoltà che gli anti-comunitari stanno incontrando. Proprio ieri, ai Comuni, un emendamento laborista ha sostituito a sorpresa quello sulla carta sociale che gli euroribelli avevano adottato come cavallo di battaglia contro il primo ministro Major. Le ultime speranze sono legate a una petizione - la raccolta di firme deve concludersi sabato per un referendum che né il governo né i laboristi auspicano. Ma se tutto dovesse fallire, anche l'incubo della mafia, di un «contagio italiano» in un'Europa infida, potrebbe servire da spauracchio. Fabio Galvano Il premier Edouard Balladur

Persone citate: Edouard Balladur, Lord Tebbit, Tebbit