Un killer per la compagna di lista di F. Mil.

Un killer per la compagna di lista Un killer per la compagna di lista L'assessore (expli) non poteva pagarlo e rinunciò NAPOLI. «Mariuoli, fetenti, ridateci i soldi». Ieri una folla di almeno mille persone ha assediato la caserma dei carabinieri «Pastrengo». Informata da radio, televisioni e quotidiani locali tutta Napoli sapeva del blitz notturno sull'ultimo scandalo, quello delle tangenti sulle discariche spuntate come funghi in Campania negli ultimi cinque anni. La gente sapeva anche che da lì a poco il cancello si sarebbe spalancato per lasciar passare le auto con gli arrestati, dirette al carcere di Poggioreale. E quando le macchine sono uscite a sirene spiegate è scoppiato il caos: sono volati insulti pesanti diretti ai politici sotto inchiesta, e qualcuno ha tentato perfino di lanciarsi contro le gazzelle dei carabinieri. La città ha reagito indignata alle notizie sull'ultima inchiesta che ha travolto il Palazzo della Provincia. Era a conoscenza di tutti i particolari dello scandalo che ha rivelato episodi particolarmente inquietanti. Come la storia tragicomica di un tentativo di omicidio «politico» fallito per mancanza di danaro. Il protagonista è Ermanno Pelella, consigliere comunale repubblicano e presidente di un'azienda di trasporti, finito in galera per aver messo in vendita trenta posti di lavoro a otto milioni l'uno con la complicità della camorra. Militava nelle fila del pli, quando decise di sbarazzarsi di una collega di partito più autorevole di lui. Come? Semplicemente facendola uccidere. La vittima designata, l'assessore regionale alla cultura Amelia Cortese Ardias, avrebbe dovuto essere eliminata da un sicario della malavita organizzata. Almeno così racconta il pentito Nunzio Perrella, che con le sue confessioni ha riempito quattro¬ mila pagine di verbali. Pelella aveva un motivo molto semplice per volere la morte della «nemica» di partito: l'assessore Ardias gli faceva ombra nel pli, che aveva deciso di puntare su di lei alle ultime elezioni per il rinnovo del consiglio regionale. Per potersi assicurare il seggio si rivolse agli amici camorristi. I killer contattati accettarono l'incarico, ma in cambio chiesero una cifra esorbitante, pari a centinaia di milioni. Troppo per le tasche di Pelella, che alla fine dovette battere in ritirata e risolse il problema cambiando partito di appartenenza, «accontentandosi» di un posto di consigliere comunale nel partito repubblicano. Adesso l'esponente politico è solo indiziato per il tentativo di omicidio. Ma gli investigatori dicono di aver raccolto molti riscontri alle rivelazioni del pentito che lo accusa. Amelia Cortese Ardias è ri¬ masta di sasso quando le hanno detto che un rivale nel partito la voleva morta. «E' allucinante sapere che qualcuno possa interpretare la lotta politica come una guerra a colpi di pistola - dice -. Ricordo perfettamente quel signore, che in campagna elettorale era particolarmente aggressivo. Voleva il seggio ad ogni costo. Mi stava continuamente alle costole, quasi come se fossi stata la candidata di un altro gruppo politico, e non lo stesso. Alla fine se ne andò per la sua strada, cambiando partito. Meglio così». Che cosa prova al pensiero di essere rimasta in vita solo perchè il mandante del suo omicidio non aveva soldi a sufficienza per pagare i sicari? «Sensazioni contrastanti, di sdegno e di paura. Ma se ci penso su, allora non mi rimane che ringraziare il Padre Eterno e il mio angelo custode», [f. mil.]

Persone citate: Ermanno Pelella, Nunzio Perrella, Pelella

Luoghi citati: Campania, Napoli, Pastrengo