Nuovo interrogatorio per Mattioli di Francesco Paolo Mattioli

Nuovo interrogatorio per Mattioli Nuovo interrogatorio per Mattioli Ieri sera un lungo faccia a faccia con Di Pietro MILANO. Un lungo interrogatorio, improvviso, riaccende i riflettori su Francesco Paolo Mattioli, direttore finanziario Fiat, in carcere per l'inchiesta «Mani pulite» dal 22 febbraio. Parte nel tardo pomeriggio il tam-tam su Mattioli. E il giudice Di Pietro, alle 19,15, entra a San Vittore. Auto blindata, scorta, fascicoli sotto il braccio. L'interrogatorio, deciso da Di Pietro praticamente all'improvviso, è durato circa tre ore. «Siamo soddisfatti - ha commentato a tarda sera l'avvocato Vittorio Chiusano, il legale del manager della Fiat -. Il dottor Mattioli ha dato ampi chiarimenti sui fatti, precisando alcuni particolari rispetto ai precedenti colloqui». Il legale torinese ha comunque smentito che Mattioli abbia cambiato la sua linea difensiva. Ma perchè questo nuovo faccia a faccia con Di Pietro? Perchè adesso? Domani, 1° aprile, la Corte di Cassazione è chiamata ad esprimersi sulla sentenza del Tribunale della Libertà che ha respinto l'istanza di scarcerazione contro Mattioli e Antonio Mosconi, l'altro top manager del gruppo Fiat a San Vittore con le stesse accuse. Domani, una speranza per Francesco Paolo Mattioli. E invece no. I tempi si affrettano. Il magistrato torna in carcere. Sala colloqui, primo piano. Verbali aperti alle 19,30. Fuori da San Vittore ci sono i giornalisti, le telecamere, i telefonini, le radio accese. Già, le radio. Milan-Roma in diretta per la Coppa Italia. E il presidente della Roma, ironia della sorte, sta in un carcere pure lui. Sulla Thema del difensore di Mattioli l'autista ha sul cruscotto una piccola Tv color, prodigio giapponese. E guarda la partita pure lui. Un'altra partita, forse per la libertà, se la sta giocando Paolo Francesco Mattioli, romano (ma lui tiene alla Juventus), 18 anni di Fiat, entrato con Cesare Romiti nel gruppo torinese. Su Mattioli pesa l'accusa di corruzione e di violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Traduzione: aver avallato il pagamento di tangenti, da parte della Fiat, alla de per gli appalti sulla Metropolitana Milanese. Pagamenti avvenuti, secondo i giudici, attraverso società africane del gruppo e banche svizzere. Accusa, tra gli altri, Maurizio Pra- da, de, ex potente del partito, ora gran collaboratore di Di Pietro. Accuse che, in diversi faccia faccia con i magistrati, e una volta anche davanti a Maurizio Frada, Mattioli aveva sempre respinto. Il bollettino delle tangenti, comunque, non finisce qui. Dal fronte di Mani Pulite si segnalano nuovi avvisi di garanzia per tre parlamentari, colpito per tangenti legate ai filoni Eni e Anas: Severino Citaristi, il cassiere de bersagliato ormai da decine di richieste di autorizzazione a procedere; Bettino Craxi, che lo segue a distanza; l'ex segretario del psdi Antonio Cariglia che in una nota smentisce seccamente qualsiasi suo coinvolgimento. Ma novità arrivano anche nell'inchiesta sui fondi Cee per i corsi di formazione. Stavolta il sostituto procuratore della Repubblica Fabio De Pasquale ha colpito il repubblicano Franco De Angelis, repubblicano, ex assessore che avrebbe ricevuto 150 milioni di lire dall'Assolombarda per l'ultima campagna elettorale. E accuse analoghe verranno contestate al consigliere regionale Luciano Porcellini, anche lui repubblicano. Nell'ambito della stessa inchiesta già sono state inviate informazioni di garanzia a Giorgio La Malfa e a Antonio Del Pennino. Fabio Poletti Arrivano altri avvisi di garanzia per Craxi Citaristi e Cariglia Francesco Paolo Mattioli direttore finanziario della Fiat

Luoghi citati: Italia, Roma