Governo crisi in freezer aspettando il referendum di Alberto Rapisarda

Benvenuto irritato con il Quirinale «Rinvio ipocrita» Forlani: pronti a nuove elezioni Il presidente Scalfaro frena, appoggiato da Occhetto e pri Governo, crisi in freezer aspettando il referendum ROMA. La crisi di governo di fatto ci sarebbe, ma è conservata nel «freezer» del Quirinale in attesa dei referendum. Nel nuovo lessico politico si parla di «crisi virtuale». E tale è rimasta anche dopo le dimissioni pomeridiane del ministro del Tesoro, Reviglio, raggiunto dall'atteso avviso di garanzia. Il settimo ministro che esce di scena. Ieri mattina Scalfaro aveva ricevuto al Quirinale i presidenti di Senato e Camera, Spadolini e Napolitano per esaminare la situazione assai difficile. E' giunto poi Giuliano Amato col proposito, si dice, di mettere il suo mandato «a disposizione» ricevendo come risposta il fermo invito a rimanere «per il momento» al posto suo. Al Quirinale, comunque, smentiscono che Amato sia andato a dimettersi. E' sempre più evidente che il presidente della Repubblica è impegnato in una dura battaglia per impedire sconquassi prima dei referendum del 18 aprile. E una crisi di governo senza un ricambio già pronto, evidentemente, gli sembra il possibile innesco di una crisi senza vie di uscita. A quel punto, chiunque mirasse ad evitare la riforma elettorale potrebbe darsi da fare per arrivare ad elezioni anticipate col vecchio sistema. Per questo Scalfaro tira diritto per la sua strada. I socialisti sono stati, in queste ore, i più impegnati a chiedere il cambio di governo. Ieri mattina, alla presenza di Amato, Scalfaro ha telefonato a Benvenuto per chiedergli se era pronto a togliere la fiducia al governo in Parlamento. La risposta è stata no, ma i socialisti sembrano molto irritati col Quirinale. Ieri sera la segreteria del partito ha emesso un comunicato in cui si dice, ad un imprecisato interlocutore, che «ogni rinvio (della crisi) a dopo il 18 aprile suona ipocrita e pericoloso. Chi volesse tergiversare o prender tempo si assumerebbe responsabilità assai gravi nei confronti delle istituzionhi repubblicane». Se i socialisti chiedono la crisi immediata, ci sono democristiani della vecchia guardia che, addirittura, sembrano preferire le elezioni subito, al posto dei referendum. A Martinazzoli l'ex segretario della de, Forlani (il vecchio alleato di Bettino Craxi), ha detto ieri che o si allarga la maggioranza (soluzione esclusa dal pds) o «è meglio che la de si prepari ad un confronto nel Paese, senza complessi ed esitazioni». E' una tentazione che serpeggia nei gruppi in tempesta dello scudo- crociato, perché i parlamentari sanno che con un diverso siste: ma elettorale pochissimi di loro ritornerebbero in Parlamento. Tra colloqui, dichiarazioni, comunicati, nel corso della giornata è diventato più chiaro che l'oggetto dello scontro in corso sono più le elezioni anticipate che la reale possibilità di far nascere un nuovo governo subito. Significativo quel che è avvenuto nel pds. Il partito di Occhetto è, ufficialmente, il più corteggiato perché dia il suo appoggio ad un governo più forte di quello di Amato. Ieri mattina la segreteria del pds aveva dato ad Occhetto il via libera perché fosse Scalfaro a proporre, anche subitq, un presidente del Consiglio di alto profilo istitu- zionale (Napolitano?) per formare un governo fuori dalle vecchie maggioranze, per approvare la nuova legge elettorale, proteggere il risparmio e la lira. Alle 17 il segretario del pds è salito al Quirinale, invitato da Scalfaro e, all'uscita, ha diffuso un comunicato più cauto del previsto. A sera il capo dei deputati del pds, D'Alema, ha convenuto che si parlerà di nuovo governo dopo i referendum, a meno che non vi sia un collasso della situazione, «ma oggi questo collasso non c'è». Neanche le dimissioni di Reviglio sembrano per il pds uno scoglio insuperabile per Amato. Appare, eyjdente che, j,l pds frena la crisi, in questo in perfetta sintonia con Scalfaro, avendo fiutato il,pericolo di,un agguato contro i referendum. E lo stesso fa il segretario del pri, Bogi, che rinvia anche lui il tutto a dopo i referendum. Alle pressioni esplicite (di Rifondazione comunista, missini, Rete) e occulte ad andare ad elezioni subito, Scalfaro ha risposto ieri con un comunicato che è parso una sorta di messaggio alla nazione. Dopo il lungo incontro con Spadolini, Napolitano e Amato, il presidente della Repubblica ha assicurato che conserva «fermezza e serenità» e che «il diritto del cittadino allo svolgimento dei referendum, in un clima di compostezza e di consapevolezza, sarà garantito». Poi il presidente della Repubblica ha avviato un giro di «sondaggi» e tra gli altri ha ascoltato il segretario della de, Martinazzoli, e ha ricevuto il presidente del deputati de Bianco, che gli ha assicurato di essere «contrario ad ogni iniziativa che possa turbare lo svolgimento dei referendum». Alberto Rapisarda Benvenuto irritato con il Quirinale «Rinvio ipocrita» Forlani: pronti a nuove elezioni Nella foto grande Giorgio Napolitano con Achille Occhetto Sopra, da sinistra Giuliano Amato e Giovanni Spadolini

Luoghi citati: Roma