Torino una città che ha paura

Cronaca Fotografia dei quartieri con lo spaccio di droga come comune denominatore Torino, una città die ha paura La Crocetta al primo posto per rapine in casa Alla zona Sud spetta il record degli scippi La cucina si affaccia su un cortile di corso Salvemini. Tre giorni fa, aprendo la finestra, Maria Franconi ha trovato nel legno una siringa. Racconta: «I tossicomani giocano a freccette, gli infissi sono i loro bersagli. Sono costretta a vivere barricata in casa». Su un muro del quartiere qualcuno ha scritto: «Droga è bello e bello è morire». Lo scalo Vallino è dietro l'ex Lingotto. Un fascio di binari sui quali sono abbandonati vecchi carri merci. Sono la casa di circa 200 extracomunitari. E' terra di nessuno. Liti e aggressioni sono quotidiane. In un anno in quel mezzo chilometro quadrato di città dimenticata sono state uccise quattro persone e ferite una ventina. A pochi metri passano veloci i treni per Roma e Parigi. Vent'anni fa i banditi avevano ucciso un orefice durante una rapina, Sergio Della Valle urlò: ((Adesso basta, ci armiamo e venderemo cara la nostra pelle». Da trent'anni è vicepresidente dell'associazione orafi. Scuote la testa: «Nessuno ci difende, la città è sguarnita. Sono diminuite le grandi rapine che riempivano le pagine i dei giornali. Ora la violenza è quotidiana, fatta di furti, droga, emarginazione e non fa più notizia». Ecco i dati di una città che ha paura. Trentamila i furti denunciati lo scorso anno. Ottantadue al giorno, tre e mezzo ogni ora. Nel dettaglio: 8 mila auto rubate, 3 mila borseggi, 880 scippi, 1320 furti in negozi, 2650 in alloggi, 11 mila su auto in sosta. Novecento le rapine: 17 in banca, 24 in uffici postali, 3 in gioiellerie e a rappresentanti, 850 in negozi o in abitazioni. Il Sud della città è in testa per numero di scippi, assieme al quartiere San Donato. Quel quartiere alle spalle di piazza Statuto ha il primato per i furti negli alloggi, seguito da Vallette e Madonna di Campagna. Un terzo delle rapine sono nel centro, zona San Paolo e San Secondo. Si rubano auto ovunque, Mirafiori e Madonna di Campagna capeggiano le statistiche. «Ma è girando per le strade che affiorano paure, disagi e contraddizioni» dice Marco Bajardi, dell'Osservatorio comunale del mondo giovanile. La sera dalle soffitte di via Santa Chiara, via San Domenico, via Priocca, si levano nenie arabe. Sono preghiere, brani del Corano che marocchini e tunisini recitano al calar del sole. In quelle strade della vecchia Torino cova maggiormente la paura: centoundici le rapine lo scorso anno, 393 i furti in negozio, 170 in abitazioni, 650 i borseggi su tram e bus. C'è chi, come Giovanni Gueli, titolare della farmacia la «Collegiata», di piazza Emanuele Filiberto, gira nascondendo la pistola nei calzoni. E chi cerca di scappare' via. Nel centro storico a spacciar droga ora sono gli extracomunitari. Su un muro è comparsa la scritta «Via i neri». Molti dicono che sia lì (e non a Porta Nuova) la «casbah» di Torino. E all'ombra di questa difficile realtà continua il miracolo del Cottolengo (ogni giorno 400 pasti ai bisognosi) ed è sorto il Sermig. Zone «a rischio» continuano ad essere i quartieri a Nord e Sud della città (Mirafiori, Vallette, Falcherà), ma la droga è diffusa ovunque. Don Andrea è parroco di San Remigio, in via Millelire, da 7 anni. «Sono scoraggiato» confessa. Il suo quartiere, lungo via Artom, via Vigliane strada Castello di Mirafiori, sta morendo. «Chi può manda i figli a studiare altrove, le scuole chiudono. I pullman ogni giorno portano via i nostri ragazzi in cerca di lavoro». Non ci sono punti di aggregazione: «Non un cinema, solo bar e sale giochi che vengono regolarmente chiusi (per qualche giorno) perché all'interno si spaccia la droga». Secondo le statistiche è il quartiere con il maggior quantitativo di verde pubblico, 25 metri quadrati per persona. Don Andrea: «Quel verde è il giardino Colonnetti. Ma è abbandonato, cartacce, immondizia, siringhe». I quartieri Pozzo Strada, San Paolo, Vallette, Borgo Vittoria, Madonna di Campagna hanno il primato delle nascite: 2 mila dei 7 mila nuovi nati lo scorso anno. Raccolgono anche loro problemi vecchi e nuovi. Emarginazione giovanile ed immigrazione di colore, che spesso significano droga e prostituzione. Due anni fa furono celebrati 4636 matrimoni: un quarto (1088) alle Vallette e a Madonna di Campagna. E' a Mirafiori Sud che ci si sposa di meno: solo 186 i matrimoni nell'90. Pozzo Strada e Parella sono al secondo posto della graduatoria della nuo¬ va tossicodipendenza: ragazzi tra i 14 e i 18 anni già arrivati all'eroina. Spesso formano «bande» di quartiere, gruppi di 5-10, la violenza come bandiera. Cinque anni fa, erano 200, molte a Porta Palazzo. Ora si calcola siano ancora 150, un po' ovunque. Ed è nei vecchi palazzi attorno a piazza della Repubblica, ma anche a Cit Turni, Cenisia, Regio Parco, Borgo Vittoria, che si nasconde la nuova povertà. Extracomunitari, anziani, alcolizzati, sfrattati, ragazzi scappati di casa, ex carcerati. Lia Varesio, della «Bartolomeo & C», dice che sono mille. Volti sconosciuti, corpi chini che inseguono un pasto caldo, un cartone per proteggersi dal freddo. Suor Cherubina ha 78 anni, 56 dedicati ai diseredati, nelle cucine del Cottolengo, oltre 4 milioni di pasti serviti. Ha conosciuto barboni, delinquenti, immigrati, prostitute. Commenta: «Violenza e povertà sono diffuse, ma oggi è peggio di ieri perché l'uomo ha perso ogni valore». 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Persone citate: Colonnetti, Ezio Mascarìno, Giovanni Gueli, Lia Varesio, Marco Bajardi, Maria Franconi, Sergio Della Valle, Vallino

Luoghi citati: Parigi, Roma, San Paolo, Torino