Un bimbo dice «Fozza Itaia» di Gianni Bisio

Che significa lo slogan? Si parla di pubblicità contro il codice della strada Che significa lo slogan? Si parla di pubblicità contro il codice della strada Un bimbo dice «Iona Itaia» Città tappezzata da un manifesto «Fozza Itaia»: una pubblicità per difendere la pubblicità. E' questo il significato dei manifesti, per ora di interpretazione oscura, che riportano uno slogan storpiato dal linguaggio infantile, privo di «erre» e di «elle», comparsi a migliaia, in questi giorni, sui tabelloni stradali e negli appositi spazi su autobus e tram. Il messaggio è firmato: «E' un augurio - dice una didascalia - della Pubblicità Esterna». Come altre volte prima si inondano le città con uno slogan che incuriosisca la gente, poi, in un secondo tempo, lo si spiega. Nel frattempo il mistero aumenta l'interesse. Per questo motivo bocche cucite alla Igp, agenzia che cura la diffusione del manifesto: sia alla sede di Torino sia a quella di Milano, si rimanda a una conferenza stampa in programma per oggi. Cortese rifiuto anche alla ((Armando Testa» che materialmente ha realizzato il bozzetto del messaggio. In realtà alla base della campagna c'è la protesta contro il nuovo codice della strada, che con l'articolo 23 tende a cancellare tutta la pubblicità sulle strade e sui veicoli, e contro l'incremento dei costi d'affitto degli spazi decisa dai Comuni e dallo Stato, operazione che penalizza il mercato delle affissioni. Quel che resta oscuro è l'allegoria che partendo dal bimbo e dal «Fozza Itaia» dovrebbe mettere in evidenza le incongruenze delle nuove disposizioni denunciate dalla Fispe, la Federazione italiana sviluppo pubblicità esterna, che paga la campagna. L'articolo 23 del nuovo codice della strada sancisce la fine dei cartelli pubblicitari, dei manifesti, degli impianti di propaganda, sorgenti luminose o rifrangenti reclamistiche perché «possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale» o ridurne la comprensione. Vietati anche i manifesti sui mezzi pubblici, a meno che sia escluso «ogni rischio di distra¬ zione dell'attenzione nella guida». Quindi niente nudi né femminili (l'elenco è lungo), né maschili (Benetton è avvertito). Niente cartelli pubblicitari presso i luoghi di interesse storico o paesaggistico, lungo gli itinerari internazionali e le sedi ferrovierie se sono visibili dalla strada. Del problema, che interessa in particolare le società concessionarie delle autostrade, si è parlato in un recente incontro presso l'Aiscat (l'associazione che le riunisce) presente uno dei redattori del nuovo codice, l'ingegner Cialdini. Ma la volontà del legislatore resta ferma. Non solo le società dovranno rinunciare agli introiti della cartellonistica (peraltro poco rilevanti), ma sarà loro cura fare una ((pulizia generale». Un mobilificio di Asti che faceva pubblicità sulla parete di una cascina, lungo la TorinoPiacenza, pagherà una multa di mezzo milione per essere stato sordo alla diffida a cancellare il suo messaggio: poteva distrarre gli automobilisti. Gianni Bisio Il manifesto affisso in migliaia di copie che riporta lo slogan espresso con il linguaggio storpiato dei bambini Sembra vincente la tecnica di inondare la città prima con uno slogan che incuriosisca la gente e di spiegarlo in un secondo tempo

Persone citate: Armando Testa, Iona

Luoghi citati: Milano, Torino