Vinci uno Strega a cena di Mirella Serri

Vinci uno Strega a cena Vinci uno Strega a cena A caccia di premi nei salotti italiani REMIOPOLI, come districarsi tra gli svincoli e gli incroci di Roma? Quali i posti dove essere pre senti, le persone da invitare o frequentare, le opportunità da cogliere per uno scrittore desideroso di onorificenze? «E' paradossale, ma per vincere un premio bisogna farsi vedere moltissimo nell'ambiente dei premi letterari. Non si deve tralasciare nemmeno una delle manifestazioni che rappresentano anche delle occasioni mondane», consiglia la scrittrice Cinzia Tani, che ai misteri e alle delizie di Premiopoli ha dedicato un libro. L'apparizione in tivù, l'invito nel salottino di Costanzo o alla Babele di Augias, sono gradini obbligati nella scalata di chi si vuole assicurare il primo posto in una competizione letteraria di livello nazionale, come lo Strega o il Campiello. Ma anche questi, da soli, non bastano a garantire la vittoria. «Magari fosse suffi- ciente apparire una volta sul piccolo schermo per tagliare un traguardo!», sostiene il poeta Dario Bellezza: «Oltre a quelli televisivi ci sono alcuni salotti "chiave" del mondo letterario romano. Attenzione, però, i salotti più mondani, dove si riuniscono politici, gente di cinema e di spettacolo, non sono la stessa cosa di quelli letterari. Nell'ascesa verso il Campiello o il Viareggio vale molto di più un tranquillo pomeriggio domenicale trascorso a casa di un raffinato scrittore come Luigi Malerba, magari seduti a fianco di Angelo Guglielmi, oppure una serata a casa di Laura Betti, dietro Campo de' Fiori. Di "personalità", magari, ce n'è un numero ristretto, ma sono quelle che contano. E se una sera sei invitato a cena da Alberto Arbasino, allora sei veramente nell'anticamera del successo». «Serate estive a piazza Navona - ricorda il poeta Elio Pecora - e pomeriggi festivi a casa di Enzo Siciliano: un mix che fino a qualche tempo fa pareva vincente. Oggi, invece, a chi vuole vincere un premio consiglio di usare soprattutto il telefono». Ma qualche «casa» romana in cui tessere alleanze ancora esiste: da Elsa De Giorgi, nel quartiere Trieste, a un tiro di schioppo da Villa Ada, non mancano mai critici di successo, come il presidente della Rai Walter Pedullà, Siciliano, Ferruccio Ulivi, Fernanda Pivano quando passa da Roma. «Le amicizie, la strategia del presenzialismo perseguita dal singolo scrittore - osserva Luca Canali, autore del pamphlet Manuale ad uso degli scrittori esordienti - sono solo la ciliegina sulla torta. La sostanza è ben diversa: per avere un premio, oltre a scrivere un buon libro, al giorno d'oggi è necessario essere appoggiati da una "area" politico-culturale. Quella cattolica, per esempio, attualmente sta vivendo un momento di grande fortuna. E poi è importante avere il sostegno incondizionato della propria casa editrice. Non dell'ufficio stampa, per carità!, ci vuole proprio un grande manager, il direttore editoriale che'offre tutti i suoi "mezzi" e che magari fa più di un viaggio da Milano a Roma per assicurarsi gli appoggi necessari». «Citati, - osserva Bellezza - è uno degli intellettuali più ammirati e "corteggiati". Arrivano scrittori anche da fuori Roma per vederlo e lo vanno a trovare a casa». Bar e sale da tè per «cacciatori di voti» sono il Caffè della Pace vicino piazza Navona o il Babington a piazza di Spagna. E i locali notturni? «Nessuno - dice perentorio Bellezza -, gli scrittori, Moravia è stato un grande maestro nel diffondere questa abitudine, a mezzanotte sono già a letto». Mirella Serri Alberto Moravia, un esempio per gli scrittori anche nell'abitudine di non far tardi la sera: a mezzanotte era già a letto

Luoghi citati: Milano, Roma