Frossard sinistra addio sei vissuta solo di sogni

Frossard: sinistra addio sei vissuta solo di sogni Frossard: sinistra addio sei vissuta solo di sogni jgyS IL BIOGRAFO DI WOJTYLA PARIGI DAL NOSTRO INVIATO «La lezione francese dimostra che la sinistra non è fatta per il potere. La sinistra è fatta per l'opposizione attiva, che costringe la destra a avanzare, a produrre una legislazione sociale. Amministrare i sogni, ecco la nobile funzione della sinistra. I sogni della metà dei francesi, che non hanno prospettive, che entrano in fabbrica a 18 anni e ne escono a 60. Quando la gauche è andata al potere, il sogno è finito». Nel giorno del grande trasloco socialista dal Palazzo, l'analisi di André Frossard è spietata. L'accademico di Francia, l'amico e biografo di Papa Wojtyla, l'editorialista del Figaro e dell'Avvenire non lascia spazio a progetti di riconquista. André Glucksmann gioisce per la caduta dell'intellighenzia socialista. Lei pure? «Sì. Sepolto Marx, rovesciato l'idolo, il pensiero di sinistra non esiste più. E' finito il dominio dell'ideologia senza idee. Di Sartre non parla più nessuno, è scomparso. Mitterrand ha fatto per 12 anni una politica monetarista, cioè di destra. Resiste a malapena qualche residuato, qualche spirito falso. Quel che non è caduto è lo snobismo, il narcisimo degli intellettuali di gauche. Gente che parla di masse nell'intimità dei caffè di Saint-Germain, ma che dalle masse ha divorziato da tempo. Non hanno contatti con i francesi, e loro, grazie a Dio, non li seguono più». E il pensiero di destra gode di miglior salute? «Per fortuna progettare l'avvenire del mondo è un'esclusiva della sinistra. La destra è pragmatica, non metafisica. La rovina della gauche in Francia è stata la conquista del potere, lo scontro con la realtà. Il caso Mitterrand insegna che la sinistra non può governare. Come i cristiani, del resto». In Italia lo fanno da mezzo secolo. «Infatti mi pare che non vi sia andata molto bene...» Perché in Francia non esiste un grande partito cattolico? «Perché da duecento anni la Chiesa è emarginata dal potere. C'è stata la campagna elettorale, un voto rivoluzionario, e né il cardinale Lustiger, né i vescovi hanno detto una sola parola». Hanno fatto bene? «Sì. Fare politica è una sciagura per la Chiesa e per la fede. Obbliga a teorizzare una doppia morale: una per gli individui, basata sui Vangeli, e una, diversa, per lo Stato». Eppure in Italia i vescovi fanno politica. «Voi avete una storia diversa. A Roma c'è il Papa, quasi sempre un italiano. E c'era un forte partito comunista, una minaccia di totalitarismo». Appunto, c'era. «Sì, ora è giusto che politica e religione tornino a essere due sistemi separati, antinomici, come vuole il Vangelo. Diamo a Cesare quel che è di Cesare». Ritorniamo in Francia. Come spiega una vittoria così schiacciante di una destra senza facce e senza idee nuove? Non è piuttosto una sanzione per il ps? «Sì. Gli elettori non cercano nuovi programmi. Non hanno rifiutato il socialismo, che non hanno mai visto in azione: hanno rifiutato i socialisti. I loro abusi di potere, l'amnistia per i reati finanziari dei politici, lo scandalo del sangue all'Aids, la commedia di fine regime con Mitterrand che sistema gli amici sulle poltrone-chiave. Dicono che la causa del crollo ps sia la disoccupazione, la crisi, l'immigrazione. No: è la corruzione morale». Cosa cambierà nella nuova Francia di destra? «Poco. Divorzio e aborto continueranno. Si fa, non è molto cristiano ma si fa. L'immigrazione? Il governo sarà più severo con i clandestini, quelli che io difendo, perché sono deboli e gentili, molto più degli altri. Limitare l'immigrazione è necessario. Abbiamo tre milioni di francesi disoccupati». E 5 milioni, verdi e lepenisti, non rappresentati all'Assemblée. La legge elettorale è da rivedere? «Assolutamente no. La proporzionale è un'assurdità. E' la legge dell'egoismo politico, riflette una concezione perversa della democrazia: come se fosse una torta da dividere. Weimar è morta grazie alla proporzionale. Il si¬ stema maggioritario consente di superare i particolarismi, di forgiare alleanze. Ne avrebbe bisogno anche l'Italia». Nel suo ultimo libro, per scuotere i vescovi francesi lei li paragona ai "senatori centristi". Perché non ama i giscardiani? «Un piede a destra, l'altro a sinistra. No, non li amo. Ma in generale non amo i partiti politici. Ho sempre in mente una frase di Simone Weil: «Bisogna essere sempre pronti a seguire la giustizia sul carro del vincitore». No grazie, non fa per me. Preferisco conservare la mia libertà, che può essere utile a tutti». Non le piacciono neppure i gollisti? «De Gaulle era il simbolo della libertà di spirito. Guardava le cose com'erano, senza preoccuparsi se coincidessero o no con un'ideologia. Spesso ha scavalcato la sinistra, come in Algeria. E poi concepiva la Francia come un elemento spirituale della storia. Essere francese per lui significava avere la vocazione alla libertà, all'umanesimo. Per il Generale un senegalese poteva essere più francese di un borgognone. Ma la sua lezione è stata dimenticata». Cosa direbbe a Chirac? «Di cambiare il clima. Governare in modo pragmatico. Soprattutto, restituire ai francesi la fiducia perduta». Può essere lui l'erede del Generale? «Abbiamo avuto solo un altro De Gaulle in cinque secoli, ed era una donna, Giovanna d'Arco. Al prossimo mancano ancora quattro secoli e mezzo». Aldo Camillo La gauche ha perso perché non è fatta per stare al potere La corruzione morale è la vera molla che l'ha fatta cadere I cattolici? Se ne stiano alla larga dalla politica tllrlllti A sinistra, s'inizia subito il trasloco dell'ex premier Bérégovoy dall'Hotel Matignon, dopo il tracollo del ps alle elezioni. Sopra il presidente Mitterrand Sotto l'accademico di Francia André Frossard