Il male oscuro del T1

10. Nell'ultima settimana Mentana ha battuto tre volte Longhi Il male oscuro del Tgl // notiziario Rai troppo attento al Palazzo e all'estero Sepolta dal team Fininvest la figura del mezzobusto LE RAGIONI DI UNA SCONFITTA Al Tgl hanno fatto gli inglesi. La notizia di essere diventati il secondo telegiornale d'Italia, dopo quarant'anni, li ha sorpresi mentre ancora festeggiavano con spumante e pastarelle la cacciata di Bruno Vespa. Impacciati dal boccone, hanno lasciato che a parlare fosse il direttore Albino Longhi, un gentiluomo d'altri tempi. «Punture di spillo». «Una rondine non fa primavera». Il giorno dopo, aprivano di nuovo con Pionati da Montecitorio. Basterebbe questa scarsa prova di intuito giornalistico nel valutare la vera notizia televisiva del decennio, per condannare i mezzibusti di Stato. «Gli italiani - gongola Mentana, direttore del Tg5 - stanno imparando che si può vivere senza de e psi, figurarsi senza Tgl e Tg2». Come i vecchi leader politici, anche i telegiornalisti faticano a rendersene conto. Ma quale sarebbe il «male oscuro del Tgl»? Su quali fronti il Tg5 di Mentana, con un terzo dei mezzi (48 redattori contro 140), budget limitati e l'esperienza di appena un anno e mezzo, sta vincendo la guerra delle notizie? Gli argomenti della scaletta. Ovvero, la gerarchia delle notizie. Qual è l'argomento che oggi sta più a cuore agli italiani? Facile, secondo Longhi, la crisi in Russia. Durante i giorni del «sorpasso», dal 19 al 27 marzo, il Tgl non ha mai aperto il notiziario con Tangentopoli. Eccezione: l'avviso di garanzia ad Andreotti (sabato 27). Il Tg5 ha sempre aperto con le tangenti, tranne giovedì 25 (intervista a Segni). Le copertine del Tgl, per la cronaca, sono state dedicate a Eltsin (quattro), al pastone politico (due) e una ciascuna alle elezioni in Francia e al dibattito interno alla de. In nove giorni Tangentopoli ha meritato il secondo posto soltanto due volte. Gli arresti di boss mafiosi e la vicenda Muccioli, rispettivamente secondo e terzo argomento nelle scelte di Mentana, non compaiono nemmeno una volta nei primi quattro titoli del Tgl. Confrontiamo le scalette del 22 marzo. Tgl : elezioni a Parigi, servizio da Mosca di Volcic, Damiani da Montecitorio, la posizione della Cisl sui referendum e finalmente le tangenti, dopo dieci minuti. Tg5: sette minuti di tangenti con servizi da Milano, Torino (reazioni Fiat), Roma (Ciarrapico e ministro Fontana), Napoli; quindi due minuti di interviste da San Patrignano; la mafia, arresto del boss di Locri e deposizione di Pippo Calò: ancora cronaca (processo Dall'Orto). Elezioni francesi e Russia in coda. Troppo poco? Forse. Ma intanto nessun quotidiano al mondo, a parte Le Monde, concede tanto spazio agli esteri come il Tgl di Longhi. In tempi come questi, poi. «La politica estera paga pochissimo, in termini di audience - commenta Mentana -. Altra faccenda sono i grandi fatti dall'estero, o le storie di Kennedy junior, Woody Alien, Carlo e Diana». Sulle quali il tg svizzero di Longhi spesso glissa. Chiacchiera. Il mezzobusto in primo piano che legge le notizie rimane la soluzione preferita dal Tgl. Per il Tg5 è la quinta, dopo il filmato, il collegamento esterno, l'illustrazione grafica e il cosid- detto repertorio. Il risultato è che i conduttori del Tg5 occupano in media la metà del tempo davanti alla telecamera. Divismo. E' imbarazzante ammetterlo dopo aver massacrato i lettori di biografie di telegiornalisti, foto nude di Lilli Gruber, ricordi d'infanzia di Badaloni e interviste a Frajese, ma nonostante gli sforzi sovrumani per farsi notare, i conduttori non contano nulla. Gruber o Ferrario, Frajese o Sposini, Parodi o Lasorella, non spostano nemmeno di mezzo punto le percentuali d'ascolto. Il pubblico continua a considerarli speaker e guarda il tiggì come prodotto collettivo. Buchi neri. Luoghi comuni del tiggì che inghiottono audience e mobilitano i telecomandi. Un modo sicuro per sbarazzarsi di spettatori in esubero è il collegamento con Montecitorio per il famigerato pastone. Si tratti di Pionati o Pirrotta, Damiani o Ferragni, la moria di ascolti è fulminea. Mentana l'ha abolito. Nel Tg5 il posto fisso del pastonista è occupato dalla diretta di Andrea Pamparana davanti al palazzo di giustizia milanese per le ultime novità. Altri buchi neri dell'audience rivalutati da Longhi sono le sfilate di moda, il cinema, teatro e balletto, premi, feste d'assessorato e marchette varie. Per strano che possa sembrare, anche lo sport fa perdere ascolti in coda ai tiggì. Al contrario, «tira» moltissimo il meteo. Mentana, da quando l'ha scoper- to, farcisce i sommari con clamorose notizie sul maltempo o l'arrivo dei primi caldi. Ogni impennata del termometro e perfino l'eterno rincorrersi delle stagioni diventa oggetto di avidi scoop. Se i cieli nostrani non offrono spunti, Mentana saccheggia dal satellite esotiche immagini di tifoni e maremoti. Il ciclone Andrew, fra le casalinghe del Tg5, a un certo punto era diventato popolare come Carlo d'Inghilterra e perfino più simpatico. Pubblico. Il Tg5 è più visto al Nord, tra le donne e i bambini. Ma la chiave del sorpasso sono i giovani. Sotto i 35 anni il vantaggio del Tg5 è di oltre mezzo milione di spettatori. L'età media dei redattori di Mentana è di 33 anni: c'entrerà qualcosa? Linguaggio. Qui ahinoi le differenze sono poche. Impazza ovunque il telegiornalese. C'è chi «nega ogni addebito» e continua a «manifestare un cauto ottimismo», nonostante le «vaste operazioni delle forze dell'ordine». Il Tg5 si segnala per l'uso disinvolto delle iperboli: mega, super, maxi. Purtroppo, la mega-taglia voluta dal super-poliziotto per la cattura del mostro di Foligno, non è servita a nulla, al pari delle maxi-retate e delle indagini «a tappeto». Il massimo di ermetismo si tocca in economia e con i provvedimenti del governo visualizzati dal graphic computer, roba che al confronto la stele di Rosetta è un giochino da settimana enigmistica. Traino. Lasciato volutamente per ultimo. E' curioso che sia diventato un feticcio proprio quando l'uso di massa dello zapping ne ha ridotto gli effetti. Mentana parte dai 5 milioni di Mike Bongiorno contro i due di Almanacco. Ma il vero dramma del Tgl è non riuscire più a sfruttare il traino di quarant'anni di storia. Curzio Maltese Premiata l'attenzione di Canale 5 alle vicende di Tangentopoli LUNEDI' TG 1 Tangentopoli Elezioni francesi TG! Tangentopoli TG 1 Vicende casa DC MERCOLEDÌ' TGH TG 1 TGIS Tangentopoli Crisi russa Tangentopoli Crisi russa Nel grafico, il «duello» traTG1 e TG5 della scorsa settimana. Accanto al simbolinl del due' notiziari è stato riportato l'argomento con cui è stato aperto il telegiornale. Il simbolino con la mano indica il TG 5 che ha ottenuto l'audience più alta. Tangentopoli TG 1 Tangentopoli Accanto Enrico Mentana, direttore del Tg5, sotto Albino Longhi da poche settimane alla guida del Tg I