la ceramica finisce nel museo

A Palazzo Botton, vecchia sede del Comune, pronte le prime quattro sale A Palazzo Botton, vecchia sede del Comune, pronte le prime quattro sale la ceramica finisce nel museo Castellamonte racconta la sua tradizione Ci sono voluti quasi vent'anni ma, alla fine, Castellamonte, patria delle celeberrime stufe in terracotta, dispone di un centro che documenta sia l'attività artigianale della città, sia, quella artistica inscindibilmente legata alla mostra estiva. La sede è stata ricavata all'interno di Palazzo Botton, il seicentesco edificio che fino a qualche anno fa aveva ospitato gli uffici del Comune: per il momento sono state allestite soltanto quattro sale; il resto del museo verrà messo in piedi nei prossimi mesi. «Si tratta di un primo segnale - spiega l'assessore alla cultura Giuliano Salato -; da troppo tempo si parlava del museo senza, però, essere mai riusciti a concretizzare l'idea». I progetti del passato sono stati, infatti, tutti accantonati, vuoi per mancanza di finanziamenti, vuoi per difficoltà burocratiche. Anche la proposta di trasformare Castellamonte in un museo a cielo aperto è stata presto dimenticata. L'aveva lanciata l'allora sindaco Franco Candusso per «valorizzare le opere donate ogni anno alla città dagli artisti che partecipano alla mostra». Aggiunge Salato: «Le difficoltà per mettere in piedi un'iniziaitiva simile erano troppo numerose: nel museo, invece, le opere che ci sono state donate non corrono il rischio di essere danneggiate». Per tutto questo tempo, sono state dimenticate nei magazzi¬ ni del Comune: «Era impensabile lasciare abbandonato tutto questo patrimonio artistico», dicono gli amministratori. Per valorizzare Castellamonte, invece, sono in fase di definizione altre iniziative come il recupero di fregi e facciate in terracotta lungo via Nigra, una delle strade centrali della cittadina. «Si tratta di progetti che servono a far rinascere l'interesse attorno alla lavorazione della terracotta», spiega Nicola Mileti, da anni instancabile curatore della rassegna artistica ed ora anche del centro espositivo. Nelle sale del museo sono esposti oltre 200 pezzi, alcuni dei quali donati a Castellamonte da maestri della ceramica internazionale, come Caruso, Tasca, Fior, Zauli, Lucetti e Bonaldi; altre opere, invece, sono state realizzate dagli artisti di casa. All'interno del museo sono state ricavate anche due sezioni speciali: la prima dedicata all'artigianato locale con stufe ed oggetti di uso domestico, la seconda riservata alla scuola d'arte «Felice Faccio». «Questo non è che l'inizio dice ottimista Nicola Mileti -. Ad agosto,' quando inaugurere- mo la trentaduesima mostra, il museo sarà più grande e più ricco». Ma all'orizzonte già si addensano nuove nubi. Palazzo Botton potrebbe, infatti, diventare la nuova sede della caserma carabinieri. Una proposta in tal senso era stata presentata dalla precedente amministrazione ai comandi dell'Arma che si erano dimostrati molto interessati: se l'accordo si concretizzerà il progetto museo rischierebbe di naufragare ancora prima di vederlo decollato definitivamente. Lodovico Poletto Escono dai depositi i pezzi offerti da artisti ospiti della Mostra estiva ni L'ex sindaco Franco Candusso (a fianco) voleva creare un museo della ceramica all'aperto: «Meglio quello al chiuso» dicono oggi in Comune

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