Scuola cattolica in crisi

Diminuiscono gli iscritti, aumentano i docenti laici Diminuiscono gli iscritti, aumentano i docenti laici Scuola cattolica in crisi Italia e Grecia senza aiuti statali La scuola cattolica rischia di soccombere a causa del calo demografico, della crisi economica e dei valori culturali. Se ne è parlato ieri nel corso del convegno della Fidae (rappresenta 1623 istituti in Italia) al Collegio S. Giuseppe in occasione dei dieci anni dalla pubblicazione del documento dei vescovi su «La scuola cattolica oggi in Italia». Un'occasione per fare un bilancio, per confermare l'impegno nella società civile. E per premiare otto «benemeriti» con 50 anni di insegnamento. Ha aperto i lavori l'arcivescovo Saldarmi con un messaggio di solidarietà. «La scuola cattolica è luogo di educazione e di evangelizzazione e deve esserlo sempre di più - ha detto l'arcivescovo -. Ha il diritto di essere sostenuta affinchè non venga meno la sua qualità di scuola nel senso più totale educativo e formativo. Deve essere sempre più appassionatamente cattolica». Così come «non può ignorare la vocazione alla santità di chi vi opera». La Chiesa stessa, le diocesi «non possono restare semplici spettatori». I genitori devono essere coinvolti «fino a livelli gestionali». Monsignor Masseroni, vescovo di Mondovì, ha sottolineato l'urgenza di un rinnovato impegno pastorale per incoraggiare «la collaborazione tra vocazioni educative di docenti religiosi e di laici». E poi un appello accorato del professor Gioia, vice presidente nazionale della Fidae: riconoscimento della parità tra scuola cattolica e scuola di Stato. Un tema ripreso da Roberto Lombardi, rappresentante dell'associazione famiglie Agesc. «Ai genitori sia consentita la libertà di scelta come avviene negli altri Paesi europei». Vale a dire un intervento economico pubblico affinché le famiglie non debbano pagare. E' stato osservato che solo in Italia e in Grecia non ci sono contributi statali per le scuole private. Contenere le rette è sempre più difficile: oggi un figlio alla scuola cattolica costa da 3 milioni circa (elementari e medie inferiori) a 4 milioni e mezzo l'anno (superiori). Costi dovuti al rinnovo del contratto, ma soprattutto alla presenza sempre più piccola dei religiosi (che in pratica lavorano gratis) rispetto ai docenti laici. A questi ultimi sono affidate il 75 per cento delle ore di lezione. Una classe di liceo per «pagarsi le spese» deve avere almeno 24 alunni. In attesa che lo Stato intevenga, che fare? Maggior qualità e più impegno è la ricetta di Fratel Tullio Panizzoli, vicepresidente regionale Fidae. «Da un sondag¬ gio emerge che talvolta scarseggia la progettualità e la qualificazione degli insegnanti. Le nostre scuole non sono larghe di manica: occorre organizzare corsi di sostegno e, nel limite del possibile, percorsi adatti a recuperare i singoli». Come dire che è necessario restare fedeli e coerenti al progetto educativo impostato sui principi cristiani, offrendo un «prodotto scuola» al massimo livello per attirare anche le famiglie (sempre più numerose) poco sensibili al messaggio confessionale. Maria Valabrega TIPO DI SCUOLA I f MI N FARI neri CIASSICI SCIENTIFICI ARIIS1ICI " LINGUISTICI ISTITUII MAGISTRAII SCUOLE IST. TECN. INDUSTRIALE " COMMI RCIAU: \ " " GEOMEI RI ' " " AGRARI ALTRI CORSI ISIIIU1I DOCI.NTI SCUOI E RELIGIOSI TOTALE A TORINO FUNZIONANO 95 ISTITUTI CON I B98 DOCENTI F 25 38M17 STUDENTI

Persone citate: Gioia, Maria Valabrega, Masseroni, Roberto Lombardi, Tullio Panizzoli

Luoghi citati: Grecia, Italia, Mondovì, Torino