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Del progetto Fio (lavori per 181 miliardi) è rimasto solo lo scavo Secondo avviso u Bonsignore E indagato per corruzione Da Vercelli un 'inchiesta Enel Secondo avviso di garanzia per l'onorevole democristiano Vito Bonsignore. L'accusa è di corruzione. La vicenda riguarda un finanziamento che Bonsignore, sottosegretario . al Bilancio, avrebbe ricevuto da un imprenditore, soldi poi utilizzati per la sua campagna elettorale alle politiche del 5 aprile 1992. L'avviso di garanzia gli è stato notificato dai carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della Procura di Torino ieri mattina, nel suo ufficio di via Piffetti 3. Lo scorso 16 febbraio Bonsignore aveva ricevuto una prima informazione di garanzia (per concorso in concussione) nell'ambito dell'inchiesta sulla costruzione del nuovo ospedale di Asti. L'accusa: aver preteso una tangente di un miliardo e mezzo dalla cordata Borini-CogefarRuscalla, in guerra contro Ligresti per quell'appalto da 235 miliardi. Altri big della politica sarebbero coinvolti nell'affare della nuova centrale Enel di Trino Vercellese, un'opera da 1000 miliardi tuttora in costruzione: parlamentari, esponenti politici a livello locale, anche un ex ministro. L'appalto è finito sotto inchiesta dopo le dichiarazioni degli ex consiglieri comunali di Vercelli Francesco Radaelli (ex de, ora vicino alle posizioni di Mario Segni) e Roberto Rosso, democristiano, ex vicesegretario regionale del suo partito. Domani si presenteranno al procuratore aggiunto Marcello Maddalena per ripetere quanto avevano già detto al pm Di Pietro a Milano: su quell'appalto sarebbe stata pagata una super mazzetta da 12 miliardi, finita nelle tasche di uomini politici della de, del psi e del pri. Quella tangente avrebbe dovuto essere la prima tranche di un pagameli to complessivo di 30-35 miliardi. La costruzione della nuova centrale a ciclo combinato di Trino Vercellese venne affidata a un gruppo di imprese di cui fanno parte Recchi, Itinera, Belleli, Fochi e Ansaldo.