Molinette cantiere fantasma
38 Del progetto Fio (lavori per 181 miliardi) è rimasto solo lo scavo Molinette, cantiere fantasma Tangenti su un padiglione mai nato? Tangenti alle Molinette: l'inchiesta della Procura di Torino su presunte irregolarità nel campo delle grandi opere realizzate in Piemonte ha portato alla luce un nuovo episodio di corruzione su un appalto da 41 miliardi, primo lotto per la costruzione mai realizzata di un grosso padiglione. Il pm Corsi ha interrogato ieri un imprenditore romano, la cui identità non è stata rivelata, anche se pare che si tratti del titolare della Bonifati Spa, impresa appaltatrice dell'opera: il magistrato voleva sapere se su quell'appalto erano state pagate tangenti. Massima riservatezza sull'esito dell'incontro. Al centro di questo nuovo filone d'indagine ci sono imprese già nel mirino della Procura, come la Gilardi Costruzioni. E una concessionaria, la Italtekna, del gruppo Iri-Italstat, poi assorbita dalla Edilpro, anch'essa già inquisita per la nuova sede del Galileo Ferraris. Le opere di ristrutturazione alle Molinette prevedevano una spesa totale di 181 miliardi. Di questi, 41 miliardi erano destinati al primo lotto, per un padiglione che avrebbe dovuto ospitare il dipartimento di oncoematologia, la nuova farmacia centrale delle Molinette, il reparto di urologia, la sterilizzazione e il Centro trapianti. I soldi dovevano arrivare a Torino dal progetto Fio '86 (Fon¬ do investimenti e occupazione), che faceva capo al ministero del Bilancio. Quel progetto aveva avuto una vita travagliata: dopo l'approvazione tutto si era fermato a causa dello scandalo dei laboratori privati che aveva provocato il commissariamento del comitato di gestione dell'Usi 123 (Molinette). Il commissario prefettizio Terribile lo aveva sbloccato, migliorando la convenzione: il progetto (250 milioni) venne pagato dalla Regione, e si ottenne un risparmio di quasi 2 miliardi con una riduzione dell'uno per cento sulle prestazioni professionali della Italtekna. Il progetto, la cui direzione lavori era affidata all'architetto Luciano Savoino (fratello di Antonio Savoino, grande manovratore degli appalti della sanità in Piemonte) prevedeva anche la nuova centrale di produzione di acqua gelida per gli impianti di condizionamento della metà Sud-Ovest dell'ospedale, e un eliporto, sul tetto, per i collegamenti urgenti legati al problema dei trapianti d'organo. Di quel progetto rimane un enorme scavo (spesa di circa 3 miliardi) nell'area delle Molinette che confina con corso Dogliotti, a ridosso dell'inceneritore e del padiglione di odontoiatria. I lavori si iniziarono nel 1988 (la consegna era prevista per il 5 gennaio 1992), ma si interruppero presto, pare per mancanza di fondi. Del cantiere, oltre lo sca- vo, rimane un cartello che indica l'impresa esecutrice: la Socom, costituita tra le imprese Bonifati Spa di Roma, S.C.I.C. Spa di Milano, e Gilardi Spa di Torino. Il titolare di quest'ultima, il costruttore Giuseppe Gilardi, nelle scorse settimane ha raccontato agli inquirenti molti affari - su cui la Procura sta inda¬ gando - che hanno portato all'invio di alcuni avvisi di garanzia: all'ex sindaco di Torino, ed ex deputato socialista Giorgio Cardetti, ai socialisti Silvano Alessio, Francesco Coda Zabet, all'ex comunista Giancarlo Quagliotti. Ieri il pm Corsi ha sentito a lungo l'ingegner Caputo, dirigente della Recchi, alla presenza dell'avvocato Gianaria. Domani, al processo sullo scandalo tangenti nelle Usi, sarà sentito come testimone il deputato socialista Beppe Garesio, in merito all'attività del centro «Europa 2000», di cui era presidente onorario. Claudio Cerasuolo Brunella Giovata Lo scavo avviato nell'88 è costato 3 miliardi Il padiglione doveva anche ospitare la farmacia, urologia e il Centro trapianti Accanto, Con. Bonsignore
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