I'Eni cambia squadra, a guidarlo sarà Meanti

I/Eni cambia squadra, a guidarlo sarà Meanti PARTE IL DOPO CAGLIARI Soluzione a sorpresa per l'ente di Stato. Il neopresidente: «Rimbocchiamoci subito le maniche» I/Eni cambia squadra, a guidarlo sarà Meanti Barucci designa il nuovo consiglio, Bernabò resta amministratore ROMA. Luigi Meanti, presidente onorario della Snam, sarà il nuovo presidente dell'Eni. La notizia è stata diffusa ieri sera da una nota di Palazzo Chigi in cui si precisa anche che Franco Bernabè è stato confermato nella carica di amministratore delegato dell'Eni. La decisione è stata presa dal ministro del Tesoro Piero Barucci che, d'intesa con Amato, con il ministro per il riordinamento delle Partecipazioni statali Paolo Baratta e con il ministro del bilancio Nino Andreatta, ha assunto la determinazione di definire in sei il numero degli amministratori da eleggere nell'assemblea ordinaria dell'Eni convocata per mercoledì 31 marzo. «Sono designati - recita la nota - l'ingegner Luigi Meanti, attualmente presidente della Internationale Gas Union, nonché amministratore di diverse società del gruppo Eni, come presidenI te; Franco Bernabè, confermato alla carica di amministratore delegato; Vittorio Coda, della scuola di direzione aziendale dell'Università Bocconi di Milano; Giancarlo Del Bufalo, dirigente generale del ministero del Tesoro; Angelo Ferrari, vice presidente ed amministratore delegato Snam; Renato Riverso, presidente della Ibm Europe». La nota conclude precisando che «l'assemblea strordinaria che sarà successivamente convocata procederà a modificare lo statuto e, in particolare, ad eliminare dallo stesso le disposizioni che prevedono l'attribuzione di poteri gestionali all'assemblea». Meanti, all'Eni dal '57, ha saputo solo ieri «per vie ufficiali» della nomina. E all'agenzia Adnkronos ha subito annunciato le sue idee di massima: «Di questa nomina mi fa certamente piacere. Adesso bisognerà rimboccarsi le maniche e far vedere quello che l'Eni è, cioè una gran¬ dissima società a livello internazionale con delle potenzialità e delle capacità enormi, che deve mantenere e migliorare la sua posizione». Ma soltanto con un grande gioco di squadra l'Eni riuscirà in questo intento. «Spetterà al consiglio, al presidente, spetterà all'amministratore delegato, spetterà a tutti partecipare attivamente a questo cambiamento. L'Eni non sono i vertici, l'Eni sono 130 mila persone. Si dovrà fare un grande lavoro di squadra». «Il mio primo obiettivo? è presto - ha aggiunto Meanti - è appena stata battuta la notizia. Domani è domenica, ed un giorno di riposo e meditazione è senz'altro utile prima di fissare gli appuntamenti con i componenti della squadra». Luigi Meanti è nato a Milano nel 1928; laureato in ingegneria civile al Politecnico nel 1953, è assistente nello stesso ateneo. Sposato, due figli, vive a San Do- nato milanese. Alla Snam è entrato nel 1957, dapprima al servizio studi e in seguito al servizio programmazione, dedicandosi praticolarmente ai problemi tecnici, economici e commerciali del settore del metano, la risorsa energetica «indigena» valorizzata da Enrico Mattei. Successivamente è diventato (nel 1969) vicedirettore generale della divisione metano e poi direttore (nel 1972); nel consiglio di amministrazione Snam è entrato nel 1977, diventando vicepresidente e amministratore de- legato nel 1981. Dal 1991 è presidente onorario della società. Le designazioni decise dal governo ricompongono il vertice Eni (vedi ansa 332/0a e seguenti) ricucendo la «lesione» che èra stata aperta qualche settimana fa con l'arresto di Gabriele Cagliari (cui erano seguiti altri arresti di esponenti di vertice di società del gruppo). Cagliari, subito dopo l'arresto aveva, d'altra parte, rimesso il suo mandato, mentre i poteri effettivi, dopo la trasformazione dell'Eni in società per azioni nell'estate scor¬ sa, erano già in mano all'amministratore delegato Franco Bernabè, che sarà riconfermato. Ritrova così un vertice assestato il terzo gruppo italiano per fatturato dopo Fiat e Iri con un giro d'affari pari a circa 50 mila miliardi di lire ed un utile netto consolidato di 1081 miliardi nel '91 (dopo il record di 2003 miliardi nel '90). E' il terzo gruppo italiano per fatturato dopo Fiat ed Iri e prevede di chiudere il '92 ancora in utile, seppure ridotto, rimandando al '93 un eventuale ritorno ai livelli del '90. [r. e. s.] Tra i neoconsiglieri un «bocconiano» e il presidente della Ibm Europa Accanto il presidente del Consiglio Giuliano Amato Sotto, da sinistra il ministro per le privatizzazioni Paolo Baratta e Franco Bernabè amministratore delegato dell'Eni

Luoghi citati: Cagliari, Ibm Europa, Milano, Roma