«Sogno di un valzer» di Armando Caruso
«Sogno di un valzer» «Sogno di un valzer» L'operetta è piena di brio con Barbero e Furlon all'Alfieri TORINO. «Ma la notte...» vien voglia di parodiare. La notte è divertente, spensierata, allegra con «Sogno di un valzer» all'Alfieri. Oscar Strauss inaugura la stagione d'operetta con Franco Barbero (che ricorda la mimica di Rascel, Macario e persino Totò) e Nadia Furlon, la soubrette che sembra richiamarsi a Lauretta Masiero, con buona voce da soprano lirico-leggero: canta, balla, recita. Poi c'è Corrado Olmi, improbabile Gioacchino XIII di Flaussembray, un birbante di quattro cotte, padre affettuoso, ma anche settantenne che non disdegna fughe notturne con le avvenenti musiciste dell'Orchestrina di Vienna. «O dolce Vienna tu...», si canticchia: il principe Lotario (Franco Barbero) ci porta nella Vienna della Belle Epoque, alla ricerca del tenente Niki (il tenore Antonio Usai: bel timbro e bel colore, ma eviti di forzare negli acuti, dal «la» in su) che non intende far fronte agli impegni della prima notte d'amore con la Principessa Elena, figlia del Granduca. Lo scova alla fine e lo riporta al talamo, non senza aver tentato anch'egli una fugace notte di conquiste amorose. «Sogno di un valzer» vive sulle vicende d'epoca: l'Euro- pa, fino alla tragedia della Prima Guerra Mondiale, viveva e si divertiva così: tra salotti borghesi, palazzi nobiliari, compiacenti stazioni termali e le goliardie dei tenentini d'ogni esercito. La divisa affascinava, ballerine e soubrette erano le prime donne da circuire. La Compagnia Italiana di Operette si avvale della regia e delle scene di Maurizia Camini, che ha reinventato la corte del principato di Flaussembray: tendaggi ricchi d'oro e di luce, saloni classici. Il Granduca vuole a tutti i costi l'erede: lo spiantato tenente Niki si dichiara «impotente», ma poi viene scoperto fra le braccia della violinista dell'orchestra viennese. Alla fine prevale «Un dolce pizzicor...» ed il lieto fine è assicurato. Armando Caruso Nadia Furlon, la spigliata soubrette sembra ripercorrere l'arte di Lauretta Masiero, imponendosi all'attenzione del pubblico
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