«Ma adesso chi mi potrà operare?»

MARIA VITTORIA ii primo giorno del blocco dei ricoveri nei reparti: rabbia e proteste MARIA VITTORIA ii primo giorno del blocco dei ricoveri nei reparti: rabbia e proteste «Ma adesso chi mi potrà operare?» Un primario: «Rischiano la vita ipazienti in attesa» Martedì l'assessore riunisce i responsabili sanitari Sarà l'onda lunga di anni di ruberie e gestioni affidate a incapaci. Oppure, come sostiene qualcuno, l'effetto dell'inchiesta sulla malasanità, che ha spedito in galera un bel po' di politici e amministratori. Fatto sta che nel giorno in cui si scopre che mezzo Maria Vittoria sarà chiuso per ristrutturazione, le conseguenze per la sanità torinese appaiono devastanti: la crisi che ha minato l'Usi 4 alla sue fondamenta è destinata a ricadere pesantemente sull'intera rete ospedaliera cittadina, con il rischio di sconvolgerla. La circolare-choc con cui giovedì la direzione sanitaria ha comunicato a medici e primari del Maria Vittoria la sospensione dei ricoveri ordinari è esposta in tutti i reparti: «Dovendosi procedere con successivo atto alla chiusura di un padiglione (120 posti letto), si rende indispensabile proseguire le attività di ricovero solo in regime di urgenza». Sgomento nel personale, panico tra i pazienti. Come si fa? Nelle specialità tira aria di rivolta. Ieri sono piovute centinaia di telefonate disperate sui reparti di oculistica, urologia, cardiologia e ortopedia. «Sei mesi fa avevo prenotato un intervento presso di voi. E' fissato per la prossima settimana. Vengo lo stesso, vero?». «No. Ci dispiace, deve rivolgersi a un altro ospedale». A parte il fatto che gli altri ospedali non hanno tutta questa disponibilità di letti, provate voi a dire a un malato che aspetta da un anno e mezzo di essere operato alla prostata di pazientare perché il suo caso non arriva dal pronto soccorso, e dunque non è classificabile come «urgente». E provate a fare altrettanto con chi deve essere sottoposto a un intervento agli occhi o a una gamba, oppure con chi si presenta per una crisi cardiaca. La dottoressa Trincherò, primario di cardiologia, riconosce che sì, il padiglione «E» del Maria Vittoria è fuori norma e deve essere risanato. Ma dice: «Per salvare vittime potenziali, rischiamo di fare morire i nostri pazienti delle liste d'attesa. Non so se questo cambio sia così vantaggioso. E poi, non si poteva almeno aspettare l'apertura del Birago di Vische? Sarebbe stato una bella valvola di sfogo». Il primario di oculistica, professor Heer, non sa dove sbattere la testa: «Che faccio? Avviso i pazienti? Non li avviso? E che cosa gli racconto?». Il primario di urologia, dottor Muto, pronuncia parole che sanno di disobbedienza: «Bloccare i ricoveri nel nostro reparto, che tutta Italia ci invidia? Ma lo sa che ci sono 52 persone in lista d'attesa per un tumore? Se questa situazione non si sblocca, le inviterò telefonicamente a farsi ricoverare attraverso il pronto soccorso. Non ho davvero )a coscienza di indirizzarli ad altri ospedali: in tutta Torino ci sono appena quattro divisioni di urologia, tutte oberate di lavoro. Potrebbe essere una con- danna a morte». Con un comunicato diffuso ieri, il commissario straordinario, Giorgio Grando, respinge le accuse. Cita la perizia dello Csea sull'inagibilità della palazzina, dice che «si è reso necessario assumere i primi provvedimenti di sospensione dei ricoveri ordinari», informa che «di quanto sopra sono stati edotti gli organi della Regione e le altre autorità interessate». Ma crescono scontento e malumore all'interno dell'ospedale. E i primari cominciano a contestare la politica di risanamento intrapresa da Grando: «E' stato chiuso il reparto di pediatria, chiuso l'ospedale San Vincenzo, distaccamento dell'Usi 4 in collina. Intanto, la nuova rianimazione non apre e il Birago di Vische è in perenne ristrutturazione». Martedì si terrà una riunione presso l'assessorato regionale alla Sanità, presenti i direttori sanitari di tutti gli ospedali torinesi, per definire un piano di accoglimento alternativo dei pazienti che avrebbero dovuto essere ricoverati al Maria Vittoria. Il giorno dopo, l'ufficio tecnico dell'Usi 4 dovrebbe consegnare al commissario straordinario il suo studio di fattibilità sul padiglione «E», e indicare tempi e modi della ristrutturazione. Gianni Armand-Pilon □ . li I Alcuni impianti fuori norma nel reparto che sarà chiuso (a sinistra): lentamente i letti si svuoteranno

Persone citate: Birago, Gianni Armand-pilon, Giorgio Grando, Grando, Heer

Luoghi citati: Italia, Torino, Vische