In declino i partiti nascono i movimenti di Gianni Vattimo

Club e circoli protagonisti delle elezioni Club e circoli protagonisti delle elezioni In declino i portiti nascono i movimenti Per Torino, Verso Alleanza democratica, Partecipare per testimoniare, Solidarietà e sviluppo, Società civile, Lega per Torino, Alleanza liberale. Cambia la geografia politica della città, mutano i protagonisti, spuntano nuove sigle. E' la Torino dei clubs, dei movimenti, delle libere associazioni che si propongono di superare la forma partito. Dal loro impegno potrebbe nascere il nuovo sindaco. Ma non è detto. Come riconosce Enrico Salza «il vecchio è duro a morire, il nuovo fatica ad emergere». E Mauro Marino gli fa eco: «Mi torna in mente una frase di Berlinguer: siamo a metà del guado». Lo sa bene Marino, segretario cittadino del pri e padre fondatore dell'Alleanza democratica made in Torino. Come Gianni Vemetti, leader verde. O Enzo Cucco, radicale, che ora chiama tutti i movimenti a raccolta «per cercare una strada comune». E' servito chi parla di città spenta, incapace di reagire a un degrado politico non solo suo, ma qui più forte perché da dicembre mancano sindaco e giunta. Pochi mesi sono bastati a spazzare molte ragioni dei pessimisti. Che pure ne conservano alcune: a tutt'oggi, tra appelli e contrappelli, non s'è vista una soluzione alla crisi, il nome di un candidato-sindaco certo. «Prima di scegliere i giocatori è meglio sapere se si giocherà a pallanuoto o a football»!"dIce^za.TUÒr di metafora: non ha senso muoversi senza certezza sulle regole per l'elezione del sindaco. Salza è il capofila dei 70 imprenditori, sindacalisti, intellettuali, esponenti del volontariato che hanno firmato «Per Torino», riconoscendosi nei 18 progetti ahti-declino presentati alcuni mesi fa a «Torino incontra» e in un motto che è inno all'ottimismo: «La città può farcela». Della squadra fanno parte Deaglio, Franco De Benedetti, Manghi, sindaci o assessori potenziali: «Ma non pretendiamo di avere la verità in tasca. Ai partiti, a tutti, anche alla Lega, chiediamo di rinunciare ai loro simboli e di concorrere a una grande alleanza per rilanciare la città. Imprestando anche i loro uomini, purché capaci e non compromessi». E' una grossa novità. Salza è disposto ad arruolare i partiti sotto la bandiera dei 70. Ma a quella bandiera non rinuncia. Cucco coglie la palla al balzo: «Riuniamoci tutti insieme, movimenti e circoli. E insieme elaboriamo un progetto». Nel frattempo è arrivata una novità. Otto intellettuali (Bagnasco, Perone, Rusconi, Tranfaglia, Traniello, Zich, Manghi, Vattimo) dichiarano la propria disponibilità ad incontrare partiti e associazioni per trovare un sindaco e la sua giunta. Non è un nuovo schieramento: Manghi, come abbiamo visto, è uno dei 70. Vattimo sarà portavoce di Alleanza democratica, Tranfaglia è presidente di Società civile, tassello importante di questa nuova mappa politica. Nata nel '92 tra gli abbonati all'omonima rivista milanese, si è rafforzata con l'ingresso di un gruppo che aveva nello stesso Tranfaglia, ex pds, e Luigi Bobbio, ex Lotta continua, i personaggi di maggior spicco. Fin qui il suo compito è stato di controllo e denuncia del malaffare. Gli 8 intellettuali costituiscono una sua ideale ap¬ pendice propositiva: Società civile non presenterà liste proprie. Fin della trasmissione? No. La direzione pli dovrà sancire o bocciare il progetto trans-partitico di Alleanza democratica, fondata dall'ex sindaco Zanone e appoggiato in città da due circoli, l'Arsenale e Torino domani. Tra gli autonomisti va consolidandosi il progetto della «Lega per Torino», che ha in Claudio Pioli e Renzo Rabellino i suoi riferimenti principali. E incerti sulla posizione elettorale sono i pattisti di «Partecipare per testimoniare», l'associazione guidata da Sergio Gaiotti. Non la sola dell'area segniana, dove si distingue «Solidarietà e sviluppo» di Zanalda, Marcello Gallo e Vittorino Chiusano. L'economista Mario Deaglio (da sinistra) e il filosofo Gianni Vattimo portavoce di Alleanza democratica

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