Berio «Teatri affidati ai cretini» di Armando Caruso
Il compositore contro la lottizzazione: salva solo la Scala, il Comunale di Bologna e quello di Firenze Il compositore contro la lottizzazione: salva solo la Scala, il Comunale di Bologna e quello di Firenze Berio: «Teatri affidati ai cretini» Tessore: «Lo invito a un pubblico dibattito» TORINO. Luciano Berio si scatena e dal Grl, ieri mattina alle 8, ha sparato a zero sugli enti lirici italiani. Il più celebrato tra i compositori italiani salva soltanto la Scala, il Comunale di Bologna, quello di Firenze. «Tutti gli altri teatri non funzionano - ha detto -. La corruzione politica è totale. Molte sovrintendenze vengono affidate a dei cretini. Gli enti lirici di Roma, la Fenice, Palermo, Torino per esempio, sono governati da politici. In Italia il numero degli enti è eccessivo. Bisognerebbe chiuderne la metà e potenziare quelli che rimangono. Il pubblico preferisce andare alla Scala per vedere opere ben eseguite piuttosto che vedersi ammannire nella propria città cose scadenti di nessuna importanza. Tutto ciò avviene in un clima di decadenza culturale. Si potrebbe affidare il governo dei teatri a un intendente che faccia tutto, una persona di cultura, non certo un amministratore. Ma non so se sarebbe applicabile negli enti lirici italiani: dipende dai geni di Roma che governano». Berio non è nuovo a considerazioni così «forti»; questa volta però la reazione è giunta puntuale. Elda Tessore chiamata in causa come «responsabile politico» del teatro Regio di Torino, replica con cortesia e fermezza: «Non ho la fortuna di conoscere personalmente il maestro Berio, che stimo come compositore. Mi stupisce però che dia giudizi così definitivi sul nostro teatro. Non mi risulta che negli ultimi tempi il maestro abbia avuto rapporti artistici con noi. Se venisse ne sarei febee. An- zi, lo invito personalmente a farci visita per rendersi conto che non tutti siamo cretini come egli afferma. Mi sembrano giudizi azzardati. Non si può sparare nel mucchio. Devo dire che è molto difficile rispondere in modo civile a considerazioni del genere. Preferirei un dibattito pubblico per discutere i problemi del nostro e degli altri enti lirici, dati alla mano. Gli rinnovo quindi l'invito e naturalmente sarò lieta di rimborsargli le spese». Proprio ieri sera il Regio ha approvato il bilancio consuntivo '92: chiude in pareggio su 42 miliardi, 281 mila lire a cui si devono aggiungere i cinque del Comune. Gli incassi al botteghino hanno superato i 5 miliardi, il 13% delle entrate, percentuale superiore alla media nazionale degli enti lirico-sinfonici. Gian Paolo Cresci, il più discusso dei sovrintendenti italiani, replica: «Mi addolora che un musicista come Berio alimenti il vento del qualun¬ quismo più sfrenato. Negli ultimi due anni l'Opera di Roma ha ospitato grandi musicisti. Mi spiace che lui non sia stato fra questi». E ancora: «Grazie a Dio sono un politico, ma non per scroccare biglietti o ottenere favori. Berio ha un ricordo lontano del teatro dell'Opera. Ora lo dirigo io e da ottobre c'è anche Giancarlo Menotti che ha una mentalità aperta a tutte le novità e non disdegna di inserire nella stagione opere di repertorio. Io difendo la professionalità dei 13 sovrintendenti e dei 26 responsabili degli enti di tradizione che fanno sacrifici enormi, oggi, per tenere aperti i loro teatri». I sovrintendenti intanto dovranno eleggere il loro presidente: Lorenzo Jorio, ex responsabile della Fenice di Venezia, rassegnerà le dimissioni il 3 aprile. E proprio ieri Margherita Boniver, ministro dello Spettacolo, ha nominato una commissione di esperti che modificherà la legge 800, che regolamenta i 13 enti lirici. Ne fanno parte Lanza Tomasi, Uto Ughi, Bruno Cagli, Carlo Fontana, Lorenzo Jorio, Massimo Bogiankino e altre personalità della musica. Armando Caruso Elda Tessore e Luciano Berio: una polemica a distanza La Boniver modifica la legge 800
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