Chiara e Valentino uniti nella morte di Pier Paolo Cervone
Sanremo: lei si era gettata da un palazzo dopo la separazione dei genitori, lui, sconvolto, si è buttato dal treno Sanremo: lei si era gettata da un palazzo dopo la separazione dei genitori, lui, sconvolto, si è buttato dal treno Chiara e Valentino, uniti nella morte A14 anni, suicidi a distanza di un mese SANREMO DAL NOSTRO INVIATO Lei e lui uniti nel tragico destino. Ventotto anni in due, coetanei, famiglie stimate, piccola borghesia, nessun problema economico, almeno in apparenza. Lei, Chiara Lucidi, liceale a Sanremo, lui, Valentino Massari, studente dell'Istituto Nautico di Imperia. Si conoscevano da molti anni, un'affettuosa amicizia. No, non erano fidanzati, ma' certo andavano d'accordo, si volevano bene, si scambiavano le emozioni e gli affetti che si possono trasmettere due quattordicenni. Chiara si è uccisa il primo marzo, un terribile volo dal nono piano del palazzo dove abitava, in via Galilei 449. Valentino, giovedì pomeriggio, ha voluto raggiungere la sua Chiara: stava tornando a Sanremo con il treno, da Imperia. Ha aperto la porta del vagone, sotto la galleria di Capo Verde, si è gettato. Ieri Sanremo si è svegliata con l'angoscia di questa terribile storia di adolescenti. Due famiglie distrutte. Non ci sono lacrime sufficienti per piangere la morte di una figlia e di un figlio quattordicenni. Chiara, prima di aprire la finestra del bagno, aveva scritto una lettera d'addio che aveva lasciato con cura sullo scrittoio della sua cameretta, piena di libri, di cassette rock e di peluche. Poche righe indirizzate alla mamma, Fiorella Castellazzi, stimata dipendente comunale, addetta alla segreteria particolare del sindaco: «Perdonami, non si poteva andare avanti così, ti voglio bene». Perché «non si poteva andare avanti così?», perché uccidersi a 14 anni? I genitori di Chiara sono separati da circa un anno. Il papà, impiegato della Sip, ora vive a Genova. Ma lei non aveva mai dato segni di insofferenza, sembrava aver superato lo choc del distacco dal padre. C'era un bel rapporto con la madre e con la sorellina di dieci anni. Chiara era bionda, carina, minuta, si era fatta accorciare i lunghi capelli biondi. «Era piena di gioia, amava la musica e trascorrere le serate in casa con le amiche», raccontano i compagni di scuola. I vicini di casa la vedevano spesso, sempre sorridente, gentile, educata, quando portava a spasso il cane. Chiara teneva, in gran segreto, anche un diario. In una delle ultime paginette, un'amica è riuscita a leggere: «Spero che anche Valentino mi perdoni...». Ma da 25 giorni la vita di Valentino era cambiata. Da quel pomeriggio di lunedì primo marzo quando la sua compagna di scuola preferita, conosciuta alle Medie di Sanremo, ha deciso di togliersi la vita. Era un ragazzo estroverso Valentino: capelli scuri, alto, robusto, era riuscito a inserirsi bene nella nuova realtà dell'Istituto Nautico di Imperia. Nato a Roma, si era trasferito a Sanremo con i genitori, titolari dell'agenzia di assicurazioni del Lloyd Adriatico, e con il fratello maggiore Gian Luca. Aveva due passioni: la politica e il calcio. Era iscritto al Fronte della Gioventù, la federazione giova- nile missina (ieri, alla famiglia, è arrivato un telegramma del segretario nazionale, Gianfranco Fini) e un grande tifoso della Sanremese, anche se il suo primo amore calcistico è sempre stata la Lazio. E siccome la Sanremese, che gioca tra i dilettanti, ha gli stessi colori della Lazio, per lui è stato ancora più facile inserirsi tra gli ultras della sua nuova città. «Spero che Valentino mi perdo¬ ni». Chiara gli aveva certamente confidato i suoi dubbi, i suoi problemi, le sue angosce. E lui, dopo la morte di lei, era cambiato. Pochi giorni fa, a scuola, un suo compagno si è permesso di ricordare Chiara con parole non proprio tenere. Lui ha cominciato a piangere e, tra i singhiozzi, lo ha invitato a smetterla, a non nominare mai più la sua dolce amica. Giovedì pomeriggio, quando il corpo senza vita di Valentino è stato raccolto nella galleria di Capo Verde, tra Arma di Taggia e Sanremo, la stessa persona che aveva letto quella frase sul diario di Chiara, ha collegato i due episodi. E lo ha svelato a chi stava indagando sulla morte di uno studente di 14 anni, salito alla stazione di Imperia con altri studenti, che improvvisamente si alza, lascia lo scompartimento, saluta gli amici, apre la porta della carrozza e si getta fuori, mentre il treno corre verso la stazione di Sanremo. Gli esperti parlano di suicidio di imitazione. Lei aveva trasmesso la sua angoscia a lui, lui ha voluto seguire la stessa sorte di lei. E Valentino, come Chiara, aveva in casa il suo amico preferito, un diario. Domenica allo stadio la curva degli ultras sarà vuota. Solo un mazzo di fiori per ricordare Valentino. Pier Paolo Cervone La ragazza aveva scritto nel suo diario «Spero che mi perdoni» Valentino Massari, 14 anni, si è gettato dal treno [foto gatti) I funerali di Chiara Lucidi [foto gatti]
Persone citate: Arma, Chiara Lucidi, Fiorella Castellazzi, Gian Luca, Gianfranco Fini, Valentino Massari
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