«Francesi è l'ora dei sacrifici» di Enrico Benedetto

La destra vittoriosa all'attacco dello Stato sociale vessillo di Mitterrand La destra vittoriosa all'attacco dello Stato sociale vessillo di Mitterrand «Francesi, è l'ora dei sacrifici» Toto-premier dice Giscard PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Rileggetevi l'Ecclesiaste», dice Frangois Mitterrand con un sorriso ai reporter che l'interrogano sulla futura coabitazione: «Nihil novi sub sole». Cioè la storia si ripete. E' improbabile che il nuovo premier (la nomina, concluso il secondo turno elettorale domenica, dovrebbe giungere entro 48 ore) sia Jacques Chirac come nell'86, ma la sostanza - lascia intendere l'Eliseo - è analoga. Vano che la nuova maggioranza scalpiti: un «déjà vu» non merita grande fervore. Le citazioni bibliche esulano dall'abituale bagaglio mitterrandista. Negando ogni progresso, il celebre aforisma entusiasma inoltre da sempre i reazionari. Poco male. L'Eliseo lo utilizza per mostrarsi saggio, lungimirante, tranquillo e irridere l'impazienza infantile che mostrano i suoi nemici nel volerlo accantonare. Chirac, Juppé, Pons e l'intero stato maggiore rpr (tranne Balladur) gli tagliavano addosso da giorni un'altra figura veterotestamentaria, Giobbe. Cioè malattia, solitudine, sventure. E neppure allusivamente: il terzo lo descriveva «nudo e in un angolo». Mitterrand corregge il tiro: rimarrà «super partes», la sapienza presidenziale è dalla sua. «Guardo, ascolto. Nulla preme, abbiamo tempo», osserva. Per non bruciare le chances rpr l'impetuoso Chirac frena: «Bisogna mostrarci savi quanto determinati». Sa che Giscard rischia di soffiargli il posto, anzi il toto-premier lo dà in pool-position. Schermaglie, pretattica. Gli avversari si fiutano in attesa del ritorno. Ma il ps gioca fuori casa. E comunque ha preso troppi goal all'andata. Per la Destra il match reale inizierà lunedì 29. Vinta la Rosa, deve convincere i francesi. Mantenere le promesse non sarà facile. Il programma unitario che gollisti e giscardiani presentarono il 10 febbraio sembrava averne coscienza. Non volendo ricadere nell'errore commesso da Mitterrand 12 anni fa, cioè illudere il Paese che l'utopia in terra era ormai prossima, gli estensori hanno optato per un linguaggio ambiguo, quasi gesuitico. Malgrado la prudenza, già fanno retromarcia. L'altro giorno il premier in pectore Eduard Balladur ha ammesso che «sarà impossibile ridurre del 10% entro l'anno i senzalavoro». Non mancheranno altri ripieghi strategici. Ma esaminiamo le misure d'attacco, i «100 giorni» che Matignon si offre per riconciliare alla politica governativa la nazione. Il periodico «Le Point» mette in pole position un nuovo Codice della Nazionalità. La Destra desidera ri- formarlo sopprimendo gli automatismi che fanno «divenire francese» uno straniero. E bloccherà gli arrivi dei famigliari (spose, figli, genitori) dall'estero: il lavoratore immigrato ormai non può fare da calamita. Jean-Marie Le Pen applaude. Seconda misura da captatio benevolentiae: maggiori forze di polizia e sorveglianza accresciuta nei quartieri caldi. Ci sono tuttavia anche le spine. Sottaciute in campagna, gli osservatori le ritengono inevitabili. Per esempio un boom delle tasse indirette: benzina, alcol, tabacchi aumenteranno sino al 20%. Potrebbe inoltre crescere la Cotisation social généralisée, una trattenuta salariale che introdusse Rocard. Il futuro esecutivo ha promesso incentivi e agevolazioni fiscali vantaggiose alle aziende (per consentire la ripresa), ma nessuna garanzia occupazionale significativa viene offerta alle categorie più deboli. Le imprese conservano piena discrezionalità. In busta-paga arriverà sì .qualche franco supplementare, ma rischia di farsi inghiottire nella spirale rilancio-inflazione. Non c'è da rallegrarsi. Sarebbe impopolare abolire al 100% le «conquiste sociali» ps, e tuttavia la Destra ci prova. I passi felpati, la circospezione balladuriana, le esitazioni rallenteranno solo il processo. Fermarlo, appare difficile. Parecchio giocherà la riuscita o meno del «colpo gros- so»: le privatizzazioni. E' l'immenso forziere cui rprudf vogliono attingere per trasformare la Francia: Rnòne-Poulenc, Elf, Renault, ma anche la potentissima Banque National de Paris. Azzardare previsioni è difficile, ma una buona resa offrirebbe 40-50 mila miliardi. Ennesima iniziativa liberistica, rendere autonoma la Banca di Francia. Il modello sarebbe la Fed Usa. Kohl ne gioirà. Che poi ringrazi diminuendo i tassi è altra cosa. Per restare in cam- Eo economico, aggiungiamo le ellicose intenzioni sul Gatt (Chirac non esclude una «guerra europea»), la battaglia contro l'euroburocrazia di Bruxelles e qualche vincolo supplementare a Maastricht. Se non John Major, almeno Margaret Thatcher apprezzerà. Enrico Benedetto Valéry Giscard d'Estaing. Potrebbe essere il nuovo premier [FOTOAP)

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