«De Benedetti arrogante» e la polemica continua

«De Benedetti arrogante» e la polemica continua Berlusconi al GR1: mi insulta gratuitamente «De Benedetti arrogante» e la polemica continua ROMA. La «disfida del Gabibbo» continua. Dopo le bordate di improperi che Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi s'erano scambiati mercoledì scorso, il contrasto tra i gruppi Fininvest e Cir-Espresso ha avuto ieri un'altra fiammata, più pacata nei termini ma molto più esplicita nei significati: non si tratta, è ormai evidente, di una baruffa occasionale ma di una nuova fase di guerra fredda. Ha cominciato Silvio Berlusconi, con un'intervista al Grl in cui ha ribadito il senso delle sue critiche a De Benedetti; e nelle stesse ore Carlo Caracciolo, presidente dell'Editoriale La Repubblica e alleato «storico» di Carlo De Benedetti preparava una gelida puntualizzazione alla notizia delle dimissioni di Gianni Letta dal consiglio d'amministrazione della società editrice: Letta se n'è andato, questo il senso del comunicato di Caracciolo, perchè l'abbiamo cacciato. Basta con le battute, insomma, basta con i fuochi d'artificio: stavolta siamo allo scontro teso, crudo, e - quel che conta - ai presagi di nuovi attacchi. La materia del contenere è orinai dichiarata: al di là delle occasionali polemiche sull'ottimismo in economia («sono e resto ottimista, perchè ne ho tutte le ragioni: un vero imprenditore è ottimista», ha ribadito ieri Berlusconi) in gioco c'è il controllo del mercato della pubblicità e la riforma della legge Mammì sulle televisioni. Ma ecco la cronaca. «De Benedetti - spiega Berlusconi ieri mattina, ai microfoni del GR1 - mi ha insultato paragonandomi al Gabibbo ed ho risposto: ma io non polemizzo. Non cambiamo le cose. Il signor De Benedetti, gratuitamente, mi ha insultato e io ho fatto presente che non accetto insulti da chi ha nella sua attività e nel suo passato una serie di situazioni negative che mi sono permesso di ricordare ma che tutti conoscono. Sono stato aggredito e insultato, e dato che questo signore è il capofila della potente lobby degli editori che vuole mandare in rovina le mie televisioni e in più mi insulta, ho ritenuto opportuno rispondergli citando fatti incontrovertibili». Quanto alla riforma della Mammì «non ci sono più spazi per poter introdurre nuovi limiti negativi nei confronti di chi fa televisione commerciale - dice ancora Berlusconi - Se il Parlamento decide di rivedere una sua legge, è padrone di farlo, c'è poco da opporsi. Trovo però curioso che si parli della legge Mammì come di una legge che ha favorito le tv conjmerciali. Invece Tè una .legge che non ha precedenti, che ci ha levato 2000 miliardi di fatturato». Poco più tardi, le agenzie battono il testo del comunicato di Caracciolo sul «caso-Letta», cioè le dimissioni da «Repubblica» del luogotenente romano di Silvio Berlusconi, annunciate ieri da «La Stampa»: «Letta era stato invitato dal gruppo Espresso-Repubblica a far parte del consiglio di amministrazione della società editrice del quotidiano subito dopo l'avvenuta e faticosa soluzione del contrasto per la guida della Mondadori. La presenza di Letta nel consiglio di Repubblica voleva essere da parte nostra un segnale di pacificazione». Ma Caracciolo, nella nota di risposta alla dimissioni rassegnate da Letta, ricorda di avergli «già da tempo manifestato il fatto che la sua presenza nel consiglio di Repubblica aveva perso ogni significato a causa dell'azione sistematica condotta dalla Fininvest nei confronti di un largo fronte di editori per affermare e far valere una posizione dominante sul mercato ben al di là di una legislazione già di per sè eccessivamente permissiva. Di fronte a questa politica aggressiva della Fininvest non esisteva purtroppo tra noi alcuna possibilità di cooperare come pure avevamo auspicato più volte». Passa un'oretta e arriva, immancabile, la replica Fininvest: «Caracciolo evidentemente confonde aggressore ed aggredito. E' la Fininvest a dover sprecare tempo e risorse per respingere l'assalto di un gruppo di editori di cui è lui l'animatore. Una guerra che ha coinvolto anche la Fieg, che si dimentica che tra i suoi associati ci sono anche aziende Fininvest». Sergio Luciano Replica gelida di Caracciolo a Letta: «Se ne è andato? Finalmente...» Silvio Berlusconi e a destra Carlo Caracciolo

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