«La rivoluzione dei giudici» di Maurice Duverger

«La rivoluzione dei giudici» «La rivoluzione dei giudici» Tribunali d'Europa sul piede di guerra E GIUSTIZIA PIUTTOSTO conservatori per natura, i giudici appoggiano raramente delle rivoluzioni. Lo fanno oggi in Italia dove i loro avvisi di garanzia stanno per rovesciare la Prima Repubblica, obbligando i quadra-quinquagenari della politica a progettare la seconda, della quale non hanno ancora la benché minima idea. In Francia, le indagini sugli scandali hanno avuto gran parte nella sconfitta elettorale dei socialisti. In Spagna la situazione è analoga, anche se l'influenza dei magistrati è meno potente e le inchieste meno numerose. In ogni caso il partito socialista è meno coinvolto: questo è dovuto probabilmente alla sua unità e al carisma di Felipe Gonzalez. L'agitazione giudiziaria non si limita all'Europa mediterranea. Tocca anche Germania, Svizzera e altri paesi del Centro e del Nord. E' normale che sia più viva fra i popoli latini e che abbia il suo epicentro a Roma, dove il diritto mantiene una posizione di centralità fin dall'antichità. Ma solo i giudici italiani si stanno assumendo la responsabilità di una vera e propria ri- voluzione, che ha già le sue vittime eroiche. Se la Chiesa facesse prevalere la sua preoccupazione per la virtù su quella per il potere, avrebbe canonizzato il giudice Falcone, assassinato nel momento in cui veniva invece portava agli altari il fondatore dell'Opus Dei, che lo meritava assai meno. Altri martiri hanno preceduto e seguito questo magistrato esemplare. Le loro indagini sulla Mafia non sono separabili da quelle sulla corruzione, perché il crimine organizzato non potrà essere sradicato senza cambiare una classe politica, oggi profondamente legata ad esso. Altrove, il potere giudiziario esige meno eroismo. Quelli che lo praticano non rischiano la vita, salvo in rare eccezioni, come il caso del magistrato marsigliese che aveva deciso di sgominare la criminalità in una città dove è tradizionalmente molto forte. Certi piccoli giudici francesi hanno più paura dei mass media che della mafia: gli articoli in prima pagina dei grandi quotidiani, le fotografie, le interviste alla televisione. Come resistere al desiderio di una tale celebrità? Il segreto istrut- torio ne fa qualche volta le spese. All'insaputa del giudice, naturalmente. Ma la negligenza incosciente non è mai del tutto innocente. Più grave è la parzialità : come non sospettarla quando un giudice perquisisce la sede del partito socialista il giorno stesso in cui si installa il nuovo segretario Laurent Fabius, il che assicura al giudice il massimo della pubblicità e al partito il massimo del fastidio? Come non sospettare quando il presidente dell'Assemblea Nazionale, riconosciuto ovunque di un rigore morale al di sopra di ogni dub¬ bio, diviene il bersaglio di critiche publiche alla vigilia del congresso del suo partito? O quando il primo ministro attuale, il cui rigore non è meno indubitabile, si vede rimproverare un contratto privato siglato da notaio e che non viola alcuna legge? La presunzione di parzialità somiglia sempre più a una prova quando lo stesso giudice, dopo aver tentato, come nel casoBeregovoy, di screditare la campagna dei leader socialisti, entra personalmente nella lotta partecipando a un dibattito pubblico della destra. Qualificare un eccesso del genere come «pre fascismo», come l'ha definito un ministro nella sua campagna, è evidentemente esagerato, sebbene l'iperbole sia la regola nelle battaglie elettorali. Resta però pericoloso che un giudice possa elargire mandati di comparizione a chiunque. Si tratta chiaramente di un eccesso di potere: non solo di un corporativismo che pian piano si sta insinuando come una cancrena nelle società occidentali. Ma soprattutto e in modo più inquietante si tratta di una precisa volontà di impedire un controllo più efficace della categoria. La i sicurezza degli imputati non deve soltanto essere garantita da aggressioni e attentati di privati, bensì anche contro le indagini e le incarcerazioni abusive. Principio giudiziario fondamentale, l'«habeas corpus» non è poi così sempre rispettato a casa nostra. Le recenti riforme del codice di procedura penale sono certamente un progresso in questo senso: come tutti gli uomini e le donne, i giudici subiscono la tentazione di Tucidide: portare il proprio potere fino all'estremo. Per natura, non sono più imparziali e obiettivi degli altri francesi. Ma sono tenuti, a causa delle loro funzioni, a fare maggiori sforzi degli altri per superare i loro partiti presi e la loro soggettività. E' indispensabile che lo Stato dia loro un inquadramento che il più possibile ne impedisca gli abusi. L'indipendenza dei magistrati rispetto al potere politico è necessaria. Ma è altrettanto necessaria l'indipendenza dei cittadini nei confronti dei magistrati. Maurice Duverger Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa» «Giusto tutelare la loro indipendenza ma va tutelata anche quella dei cittadini» Il socialista Pierre Bérégovoy già primo ministro al centro di una inchiesta giudiziaria durante l'ultima campagna elettorale francese

Persone citate: Falcone, Felipe Gonzalez, Laurent Fabius

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Italia, Roma, Spagna, Svizzera