La fiera dei 10 mila sogni

La fiera dei 10 mila sogni La fiera dei 10 mila sogni Libri antichi, esplode la passione 7n1 MILANO L 1 ARANNO non meno di m diecimila libri, ampi e fal | stosi o piccoli piccoli e ci civettuoli: questa quarta Mostra del libro antico, promossa dalla Fondazione Luigi Berlusconi e aperta da oggi a domenica nel Palazzo della Permanente, racconta cinque secoli di editoria. Sono venuti 83 librai antiquari, per metà dall'estero, hanno aperto i loro scrigni e hanno allineato in belle teche-vetrina i loro capolavori. L'editoria come arte, come arte minore. Ci sono ricche rarità, come un Messale del 1519 con una stupefacente incisione di Lucas Cranach acquarellata e miniata a mano. C'è un'edizione de Le sottilissime astutie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce che risale al 1606: «Sembrava un'edizione perduta, forse perché censurata - spiega il libraio milanese Malavasi -. Piccole cose: nell'edizione più nota del 1608 si dice che una giovane si diletta con il "marito", qui si recupera l'originale "fidanzato"». E' riaffiorato un bizzarro libretto di Antonio Delfini, "Mamntogide. C'è una splendida Gerusalemme del Tasso illustrata dal Piazzetta. La libreria «Le tour du monde» ha portato da Parigi i Calligrammes di Apollinare con 68 litografie di De Chirico: è del '30 e costa 43 milioni. Per la stessa cifra si offre l'unico esemplare dei Problemi e soluzioni sugli elementi di meccanica sensuale dell'illustratore déco Yan Dyl. Un gioiello erotico. E' esposta anche una copia della Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre '47: reca la Co- stituzione della Repubblica Italiana. Una sezione è dedicata agli ex libris dalla metà del '700 a oggi. Ex libris significa «dai libri», «volume tratto dalla libreria di...», e in questi eredi delle miniature, in queste vignette d'autore, in questi marchi di proprietà si concentra il gusto figurativo di un'epoca, la personalità del lettore. Servivano per esorcizzare furti, per evitare confusioni nelle biblioteche delle case patrizie, per ricordare a un amico di restituire un volume, per sottolineare il gusto del possesso, per puro piacere estetico, per snobismo. Le antiche librerie erano mondi complessi. Il sacerdote e editore Gaetano Volpi scrisse nel '700 una serie di consigli utili per il bibliofilo. Era saggio e scettico. Inutile per esempio metter foghe d'assenzio nei libri per tener lontani i tarli: i tarli, «avveduti e ingegnosi», non si fanno intimorire da quest'erba amarissima, evitano pure «la tenue amarezza dello stampato» e rosicchiano fra riga e riga. Quanto ai cani, «convien bandirli, atteso il loro istinto d'alzar la gamba nell'orinare». Avvertenze che si leggono in Del furore d'aver libri, riapparso da Sellerio nell'88. Fra gli ex libris in vetrina c'è quello di Enzo Biagi: una voluta, un pennino, la scritta «Unus sed leo». Quello di Pertini ha una grande pipa fumante. C'è anche quello di Hitler: un sole giallo, un cerchio rosso, una svastica nera. La Mostra del libro antico è un'idea di un gentiluomo napoletano, Mario Scognamiglio: la sua libreria milanese Rovello pubblica anche dal '79 il trime¬ strale L'Esopo, testata che deriva da un incunabolo partenopeo. «Nell'80 la mostra nacque alle Stelline - racconta Scognamiglio -. Poi ho conosciuto Marcello Dell'Utri, amministratore delegato di Publit al i a e fanatico delle edizioni di Aldo Manuzio. Ha rilanciato con forza la mostra: l'anno scorso sono venuti più di diecimila visitatori, tanti quanti i bibliofili italiani, ora in aumento». Tre anni fa Scognamiglio fonda l'Aldus Club in omaggio a Aldo Manuzio: raccoglie 350 bibliofili nel mondo. Per pochi giorni lo ha presieduto Leonardo Sciascia, ora lo presiede Umberto Eco. «Eco - racconta Scognamiglio - cominciò a comprare libri antichi di alchimia e magia per documentarsi sui romanzi che voleva scrivere. Possiede una rarissima copia del Poliphilo del 1499. Un esemplare è anche qui alla mostra: l'ha portato Bardon Mesa da Madrid. Vale 150 milioni». Fra i soci del club ci sono industriali come Alberto Falck (ha la passione dei libri miniati) e Gianfranco Dioguardi, politici come Spadolini (fa incetta di libri risorgimentali) e Andreotti («ha la mania di Cicerone, lo colleziona in edizioni del '400 e del '500»). Non solo i ricchi possono essere bibliofili: «Con 150 mila lire si compra un volume del '500. I libri più cari sono gli atlanti geografici e i testi di botanica e zoologia: purtroppo li smembrano spesso e le illustrazioni diventano quadri». Claudio AHarocca Opere di magia da 150 milioni, cinquecentine per tutte le tasche: da oggi il salone a Milano In vetrina fra gli ex libris quello di Biagi con la scritta «Unus sed leo»; e quello di Pertini con una pipa fumante «Maschere» del 1914 A destra un manuale di astronomia del '500

Luoghi citati: Gerusalemme, Madrid, Milano, Parigi, Repubblica Italiana