In tribunale di A. R.

In tribunale In tribunale Nuovo allarme per una bomba PALERMO. Quattro telefonate anonime al 113 in una settimana per segnalare bombe nel tribunale di Palermo. Anche ieri mattina, alle 11, la stessa ora delle volte precedenti, forse la stessa voce, maschile. Le udienze sono state subito sospese ed è stata fermata per oltre un'ora l'attività negli uffici. Dopo i controlli tutto è ripreso regolarmente. E' in atto una strategia della tensione voluta dai boss per tenere sulla corda magistrati e dipendenti degli uffici giudiziari, avvocati e cittadini che frequentano il palazzo? Oppure sta operando un maniaco, che si diverte a seminare il panico o, ancora, sono possibili altre ipotesi compresa quella secondo cui autore delle telefonate potrebbe essere il proprietario di un bar della zona deciso a fare grossi incassi ogni volta che le 3 mila persone evacuano l'edificio e si riversano in strada, affollando i locali vicini. Su tutte, l'ipotesi più preoccupante parla di una nuova iniziativa della mafia che vuol tenere alta la tensione soprattutto mentre si indaga sul fallito attentato al palazzo di giustizia per il quale nei giorni scorsi i carabinieri del Ros hanno arrestato tre presunti appartenenti al clan di Altofonte, fedeli alleati della cosca dei corleonesi di Totò Riina. In precedenza in tante occasioni la mafia ha destato allarme ricorrendo alle telefonate anonime. Due le più gravi, quelle che si ricordano di più, quando nel 1982, nella caserma carabinieri di Casteldaccia e al quotidiano L'Ora fu annunciata l'operazione Carlo Alberto» che si concluse con l'assassinio di Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie e dell'agente Domenico Russo che li scortava. [a. r.]

Persone citate: Carlo Alberto, Dalla Chiesa, Domenico Russo, Totò Riina

Luoghi citati: Altofonte, Casteldaccia, Palermo