Brandendo la tv come una Colt di Giulietto Chiesa

7 DIARIO DI MOSCA Brandendo la tv come una Colt MOSCA ROULETTE «russa». Mai aggettivo fu più appropriato di questo. I poteri dello Stato stanno dando colpi forsennati, a turno, al tamburo della «Colt». Poi qualcuno dovrà premere il grilletto, come abbiamo visto fare ne «Il Cacciatore». Nessuno sa dov'è il proiettile, molti temono che ce ne sia più d'uno. Ma intanto, in attesa che la misteriosa e invisibile «terza forza» scenda in campo a mettere a posto gli uni e gli altri, proiettili metaforici già sibilano in tutte le direzioni. La guerra civile l'hanno già cominciata i «media». Il povero Zorkin, presidente della Corte Costituzionale, è la prima vittima. Crivellato di colpi giace in mezzo alla pubblica via, nel ludibrio dei passanti. E' bastato che una gola profonda dell'entourage presidenziale raccontasse che l'infido era andato ai funerali della madre di Eltsin per consegnare ufficialmente al Presidente la condanna della Corte. E tutti i giornali pro-Presidente l'hanno sommerso di ingiurie. Naturalmente la notizia era falsa. E poi chi è l'ingenuo che crede all'obiettività delle fonti d'informazione quando il capo del famigerato «Centro di.Jnformazione Federale» - guarda caso istituito a dicembre, quando Eltsin era già in brutte acque - è il falco dei falchi Mikhail Poltoranin, braccio destro del Presidente? Khasbulatov ha agitato il dito minaccioso, l'altro giorno in Parlamento: «Questa gente dovrà pagare per l'istigazione alla guerra civile, che non cessa un solo attimo, da mesi». Preavviso di arresto, per quando le cose si saranno chiarite. E ieri il Soviet Supremo ha deciso che, se il Presidente ha le sue trombe, i deputati devono avere le loro campane. Cioè si è appropriato, per legge, di una parte delle fasce orarie della televisione russa. Mossa «vecchio stile». Pensano che basti una redazione controllata da loro per fare da contrappeso a quelle controllate dagli altri. Dio perdonali, perché non sanno quello che si fanno. Del resto è difficile non provare per loro un moto di simpatia. I poveri deputati sono diventati il bersaglio preferito di tutti i sarcasmi, delle più tremende insinuazioni, del dileggio più feroce. Ieri il presidendella tv «pansovietica», che adesso si chiama «Ostankino», 1 te de I adess il signor Viaceslav Braghin (messo al posto del licenziato Egor Jakovlev, troppo «neutrale» a giudizio di Poltoranin) si è fatto intervistare dal settimanale «Rossija». La cosa più gentile che ha detto di Khasbulatov è che è un «genio del male, tragedia per la Russia». Se gli si deve credere, e non c'è ragione per non credergli, questo è un programma di lavoro che dovrebbe far venire i brividi ai 700 giornalisti di «Ostankino». Che, infatti, li hanno già. La scorsa settimana una delle conduttrici più note del telegiornale, Tatiana Komarova, si è vista inserire nella trasmissione un servizio di cui non era a conoscenza. Era un discorso del vicepresidente del Centro di Poltoranin, il democratico a oltranza Serghei Juzhenkov. La signora Komarova, nota per il suo equilibrio, non si è trattenuta e, in piena diretta, ha rivelato al pubblico che non era stata ler a ficcare nel programma il signor Juzhenkov. Il sopraccitato Braghin non ha perso tempo: una commissione d'inchiesta per condannare il «comportamento inammissibile» della giornalista. La piccola goccia ha minacciato di far traboccare il vaso. I giornalisti si sono riuniti - ci hanno raccontato - per protestare contro la pressione di Poltoranin e contro i ripetuti tentativi di imporre ai telegionali «materiali apertamente propagandistici e di parte». E a San Pietroburgo il seguitissimo programma tv «600 secondi», guidato dal «patriota» Nevzorov, è stato chiuso ieri. Il giovanotto invitava, come al solito, a formare batta-__ glioni di volontari per difendere la Costituzione contro il Presidente. Al suo posto è andato in onda un altro «600 secondi», dove un altro conduttore invitava a difendere il Presidente. Così tutti i grilletti di tutte le pistole sono già sollevati. Mancano solo le dita per schiacciarli. Giulietto Chiesa |

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