«O la tessera dc o quella radicale» di Maria Grazia Bruzzone

Una grana per Martinazzoli: è vietato, ma in trenta sono anche con Pannella Una grana per Martinazzoli: è vietato, ma in trenta sono anche con Pannella «0 la tessera de o quella radicale» Proteste per l'ultimatum: è sciòcco', i guai sono altri ROMA. Niente tessera de ai radicali. Lo dice lo statuto. E adesso un gruppo di deputati scudocrociati che hanno avuto l'ardire di rispondere all'appello di Pannella per salvare il partito della rosa, si trovano nei guai. Sono democristiani nell'anima, hanno aderito al «manifesto» della nuova de di Martinazzoli, e rischiano di vedersi negata la tessera del loro partito. 0 di essere posti davanti a una penosa marcia indietro. E' capitato a Giovanni Alterio che si è visto recapitare una lettera del comitato dei garanti campano che gli fa presente l'incompatibilità fra l'iscrizione alla de e l'appartenenza ad altri partiti. «Ma non sono il solo, siamo una trentina. I più famosi, oltre a me, sono Francesco d'Onofrio, Rino Nicolosi e Vito Riggio», racconta Alterio. «Una cosa assurda. Applicano pedissequamente una norma dello statuto che sta lì per evitare di iscrivere i massoni e creano un clima proibizionista». Contro i massoni? «Sì, proprio. L'articolo parla letteralmente di "incompatibilità con altri partiti e associazioni segrete". Ma io non ho abiurato a nessun principio. Il partito radicale è un partito libero, che ha fatto crescere la libertà e i diritti civili». Furioso, Alterio ha preso carta e penna e ha mandato lettere a tutti: al segretario Martinazzoli, al responsabile dell'organizzazione Franco Marini, al capogruppo Gerardo Bianco, al capo della segreteria politica Castagnetta oltre che ai garanti regionali. «I quali dovrebbero occuparsi di cose ben più serie e preoccupanti di questa». Per esempio? «Per esempio la crescita smisurata e innaturale delle tessere del partito a Napoli e Caserta. Proprio nelle ultime ore pare che ci sia stato un aumento logaritmico». Alterio, anche a nome degli altri, chiede una deroga speciale per poter aderire al «manifesto» della nuova de. Una cosa che - ha annunciato - farà comunque domenica prossima, nella sua sezione di appartenenza di San Gennarello Certosino in provincia di Napoli. Sfidando i vertici del suo partito. In realtà Alterio è pronto anche a un parziale dietro-front. «Alla peggio, restituirò la tessera radicale, chiedendo di trasformarmi in sostenitore finanziario». Ma non è detto che prima di allora non si trovi una via d'uscita dignitosa. Il capogruppo Gerardo Bianco spinge in questa direzione. «Personalmente non trovo nulla da obiettare alla doppia tessera, de e radicale, e ho sentito dire che anche da parte del segretario Martinazzoli c'è l'intenzione di arrivare a una soluzione di questo caso», spiega prudente. «Credo che in questo momento l'adesione al manifesto de sia cosa prioritaria». Anche Franco Marini minimizza: «Credo si stia agitando una tempesta in un biccher d'acqua. Il nostro statuto prevede l'incompatibilità con la militanza in un altro partito, ma non credo pos siamo considerare il partito radi cale un partito come gli altri». Buttar via iscritti, in tempi di magra, sarebbe un bel peccato, Proprio in questi giorni infatti in casa de si fa la conta e si scopre che in tutta Italia il partito di maggioranza relativa si è dimezzato, passando da un milione e 880 mila iscritti a un milione scarso. In certe zone il calo è un precipizio. Il caso limite è Roma, dove i 250 mila iscritti sono scesi a 68 mila. «Se manteniamo il livello che ci risulta in 50 province, ossia il 60 per cento rispetto agli iscritti di prima, ci è andata molto bene», ha commentato Franco Marini, che ha coordinato la cam pagna di adesione al manifesto de. Unica consolazione, il fatto che, accanto al calo, si registri spesso un 15-20% di nuove ade sioni. Che significa sì una disaffe zione del 58% degli iscritti. Ma anche un certo ricambio. Maria Grazia Bruzzone L'on. Giovanni Alterio Iscritto alla de e anche al partito radicale, vorrebbe conservare ambedue le tessere

Luoghi citati: Caserta, Italia, Napoli, Roma