Che memoria quel Gilardi
L'assessore de all'Urbanistica si dimette perché chiamato in causa in un'inchiesta giudiziaria Che memoria quel Gilardi Tante storie di ordinaria corruzione Tangenti piccole, ma pur sempre tangenti. L'inchiesta della Procura di Torino sui grossi appalti in Piemonte - che ieri ha registrato l'apertura di un nuovo filone d'indagine sull'ospedale di Cuorgnè - ha fatto tornare a galla vecchie storie di ordinaria corruzione. Sono quelle raccontate dall'imprenditore Giuseppe Gilardi, episodi che risalgono indietro negli anni, ma non ancora prescritti. Le memorie del costruttore potrebbero riaprire vecchi capitoli rimasti in ombra, vecchie storie sulle quali la magistratura non era mai riuscita a far luce. Non è un caso che i magistrati avrebbero intenzione di sentire anche Adriano Zampini, che di quel periodo è stato, a suo modo, un protagonista. Le «dazioni di denaro» ricordate da Gilardi, e destinate a Francesco Coda Zabet e Silvano Alessio (che ieri hanno ricevuto un avviso di garanzia per concussione) sarebbero neU'ordine di poche decine di milioni, utilizzati nelle campagne elettorali dell'85 e dell'87. Perché l'accusa di concussione a Coda Zabet, che non è mai stato un pubblico ufficiale? Chi pretende denaro a nome di un amministratore pubblico, commette concussione anche se è un privato: è la traduzione semplificata di una sentenza della Cassazione, che ha così risolto un problema giuridico nato a Milano nel corso dell'inchiesta Mani pulite. Per Giancarlo Quagliotti, indagato per un'ipotesi di corruzione, Gilardi avrebbe parlato non di soldi, ma di lavori effettuati gratis da un dipendente della sua impresa nella casa dell'ex capogruppo pei in Comune, in via San Fermo: valore complessivo, pochi milioni. Niente a che vedere con le mazzette miliardarie promesse per l'appalto del nuovo ospedale di Asti. Di quell'ospedale mai costruito, ieri si è parlato a lungo: il pm Corsi ha prima interrogato in mattinata l'ex assessore regionale alla sanità, il socialista Eugenio Maccari, arrestato per corruzione il 15 febbraio. Nel pomeriggio, il dottor Corsi è andato alle Nuove ad interrogare Bianca Dessimone, fedelissima dell'ex ministro Giovanni Goria. Per Maccari il gip Sorbello ha accolto la richiesta del difensore Rossomando per la revoca della misura cautelare (l'ex as¬ sessore era agli arresti domiciliari). Resta invece in carcere Maurizio Bordon, il presidente della società che gestisce l'aeroporto di Caselle, arrestato per concussione. L'argomento principale dell'interrogatorio di Maccari, alla presenza del procuratore aggiunto Maddalena, è stato l'ospedale di Asti: lo stesso sul quale era stato sentito l'altro giorno l'ex ministro Goria, e ieri Bianca Dessimone. I magistrati volevano chiarire come venne manovrata la commissione aggiudicatrice, che avrebbe dovuto favorire la cordata Borini. Goria, difeso dall'avvocato Badellino, avrebbe sostenuto di aver consigliato alla Dessimone di seguire le indicazioni dell'assessore Maccari. L'ex assessore ieri ha riconfermato le confessioni già rese in precedenza («Accompagnai Marco Borini dal segretario amministrativo psi Balzamo»), ma su Asti avrebbe sostenuto: «Le nomine dei membri della commissione erano di competenza della Dessimone. Io non ho consigliato nessun nome». Il nuovo filone d'inchiesta l'ospedale di Cuorgnè - riguarda la progettata riconversione dell'impianto di riscaldamento da gasolio a metano (spesa prevista, 3 miliardi). Quell'appalto, che risale al '90, figura nell'elenco delle gare sospette indicate nel suo memoriale dall'architetto Antonio Savoino. Ieri il pm Corsi ha sentito un imprenditore che partecipò a quella gara.
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