Periti su Silvana E' ancora giallo
Periti su Silvana E' ancora giallo La ragazza morta nel burrone Periti su Silvana E' ancora giallo Com'è morta Silvana Biagetti, la giovane telefonista della Orna di Rivalta trovata con la sua auto in fondo ad un burrone in alta Val Pellice il 27 giugno? Ieri sono state depositate le ultime perizie tecniche, ma il mistero resta. I periti hanno confermato che non ci sono elementi per giustificare un'ipotesi certa. Ed le indagini del sostituto procuratore Emanuele Di Salvo non hanno così goduto di un «indirizzo» preciso. Dopo nove mesi la morte di Silvana Biagetti resta un mistero: suicidio, omicidio o disgrazia? Nessuna delle tre possibilità viene avvalorata dal giudice, il caso rischia di restare irrisolto. «Non voglio che venga archiviato - spiega Di Salvo -, vi sono ancora troppi lati da chiarire, ma non abbiamo in mano elementi certi». Alla perizia necroscopica eseguita dal professor Torre se ne è affiancata un'altra che è servita per stabilire la traiettoria della caduta dell'auto di Silvana Biagetti (una Ibiza bianca) dal belvedere di Villanova di Bobbio al burrone sottostante. La prima ha accertato che la ragazza, quando è finita nel precipizio, era ancora viva: si esclude con certezza quindi l'ipotesi che sia stata uccisa e poi gettata con l'auto. L'altra perizia ha dimostrato che l'utilitaria della giovane ha compiuto una parabola di alcuni metri prima di ribaltarsi nella scarpata. «Alla luce di questi elementi continua il sostituto procuratore - abbiamo deciso di affidare all'esperto Aurelio Ghio una terza perizia sulle microtracce, su tutti quei piccoli indizi cioè che a volte aiutano a risolvere casi complicati. Ma purtroppo anche quest'ultima ricerca non permette di indirizzare le indagini su una pista sicura». La carcassa dell'auto, recuperata con un potente elicottero dei vigili del fuoco di Genova, per mesi è stata studiata in una autorimessa di Pinerolo. Molti pezzi sono stati smontati, ma le condizioni del rottame non hanno permesso neanche di chiarire con certezza se l'auto sia precipitata in folle o con la marcia ingranata, come è stata poi trovata. Troppe persone infatti sono scese nel burrone prima che il mezzo venisse posto sotto sequestro e troppi giorni, diciotto, sono passati dalla scomparsa della giovane al suo ritrovamento. «Ci sono ancora molti misteri - aggiunge il perito Ghio perché, mentre se per certi aspetti la mancanza di prove sicure lascia spazio all'ipotesi della disgrazia, restano alcuni interrogativi importanti: cosa era andata a fare in alta Val Pellice quel pomeriggio di giugno Silvana Biagetti nelle poche ore a disposizione dell'intervallo del pranzo? Voleva suicidarsi? Ma allora è anomala quella frattura sulla scapola, tipica lesione causata dalle cinture di sicurezza. Traballante anche l'ipotesi dell'omicidio, perché chi l'ha lanciata nel burrone non poteva avere la certezza che Silvana fosse morta». L'ultimo mistero, quello più inestricabile, sta nelle chiavi dell'auto, ritrovate - parzialmente piegate - dai cronisti de La Stampa fra l'erba all'estremità superiore del burrone. Chi le ha gettate proprio lì? Silvana Biagetti fu trovata senza vita il 27 giugno '92 in fondo ad un burrone in Val Pellice Caduta con la sua auto o gettata per ucciderla?
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