Tra manovra e «voci» la lira rotola di Stefano Lepri
Ma il Tesoro scende in campo: la maxiasta Bot ha tenuto anche se i tassi tornano a salire Ma il Tesoro scende in campo: la maxiasta Bot ha tenuto anche se i tassi tornano a salire Tra manovra e «voci» la lira rotola La speculazione attacca anche il mercato dei «futures» Dai conti mancano 15.000 miliardi. Smentite stangate ROMA. Bastano le voci a dare uno scossone alla lira, a far vivere qualche ora di panico sul mercato dei titoli di Stato. Bastano voci false, o false a metà: il pomeriggio di ieri ne rigurgitava. Si diceva che stava andando male l'asta dei Bot di fine mese, con il rischio di una crisi del debito pubblico; non è vero, salgono i tassi ma i titoli sono stati sottoscritti. Si attendevano sviluppi dell'inchiesta sulle tangenti a Napoli, per ora non è così. Agenzie dì stampa affermavano che il governo avrebbe deciso già domani una manovra economica aggiuntiva, ed è inesatto. Qualcuno parlava addirittura di 30 mila miliardi di sfondamento nei conti dello Stato, e non è vero. Mercati in subbuglio — La lira è caduta nel pomeriggio a 977 per marco, dopo una mattinata relativamente calma in cui era slittata alla già non buona quotazione di 970,78 (registrata da Bankitalia alle 14,15). La speculazione attaccava i titoli italiani sul mercato dei futures e "■ vendite massicce arrivavano soprattutto dall'estero: il Btp decennale dì riferimento è caduto molto in basso, a 93,80. Le voci sull'Italia si aggiungevano alle nuove tensioni valutarie per la crisi di governo in Belgio, all'incertezza sul livello dei tassi tedeschi che la stessa Bundesbank sembra alimentare. Le aspettative di una tendenza discendente dei tassi in Europa s'indeboliscono. Come si vendono i Bot — Nell'asta record con titoli offerti per 49.500 miliardi, pare che i tassi di interesse siano saliti di circa 0,300,50 punti secondo le scadenze. E' una significativa battuta d'arresto del processo di riduzione dei tassi dai livelli altissimi raggiunti in settembre-ottobre. In quel momento, ormai le fonti ufficiali lo amméttono, una crisi finanziaria dello Stato la si rischiò davvero. Ora non è così: la domanda è stata sufficiente, in taluni casi - così trapela - superiore all'offerta. Certo, il Tesoro necessita di somme ingenti, come dimostra l'imminente emissione di titoli a medio e lungo termine per 10.500 miliardi. Quando la manovra-bis? Domani, venerdì, sarà pronta la «relazione di cassa del Tesoro», il documento con le nuove previsioni sui conti dello Stato nel '93. Lo «sfondamento» rispetto agli obiettivi ci sarà, non dei 30.000 miliardi di cui è corsa voce ieri, ma di circa la metà. Una parte di esso dovrà essere recuperata, con nuovi provvedimenti di aumento delle entrate e di taglio delle spese. La manovra-bis dunque si farà, però la voce che il governo comincerà ad occuparsene già nella seduta di venerdì mattina non sembra fondata. Le idee su che cosa fare sono ancora abbastanza vaghe, e soprattutto alcuni ministri restano contrari a un intervento immediato. Manovra «morbida»? — Il ministro del Bilancio Nino Andreatta spinge, il ministro del Tesoro Piero Barucci frena. L'unica cosa certa è che non si tratterà di una manovra pesante. Si aggirerà attorno ai 10.000 miliardi e già ci sono dubbi sulla consistenza di alcuni dei possibili ingredienti. «Non c'è nessuna intenzione di fare una stangata», afferma il ministro del Lavoro Nino Cristofori. Il provvedimento per ora più definito riguarda i versamenti Iva, ed è mirato a compensare il forte calo del gettito che sta causando il mercato unico europeo. Da gennaio, l'Iva sulle importazioni da Paesi Cee non viene più riscossa alla frontiera, ma deve essere versata poi, insieme a quella interna. Si progetta di alzare le percentuali di anticipo dei versamenti. Non si tratta dunque di un maggior gettito vero e proprio, solo di un anticipo di gettito futuro: espediente non nuovo. Per arrivare al totale richiesto occorrerà altro. «Il ministro Reviglio è contrario a qualsiasi aggravio di imposta vero e proprio» sostiene il sottosegretario Stefano De Luca. Non trova conferma la voce che, allo scopo di arrotondare le cifre, si accrescerebbero gli aleatori introiti delle privatizzazioni: «Sarebbe una farsa» commenta il presidente della commissione Bilancio della Camera, Angelo Tiraboschi. Intanto, a causa di contrasti tra i ministri, è stata rinviata a venerdì l'approvazione dei decreti per ripartire i poteri del ministero del Mezzogiorno. Stefano Lepri Il presidente del Consiglio Giuliano Amato con il ministro Nino Cristofori
Persone citate: Angelo Tiraboschi, Giuliano Amato, Nino Andreatta, Nino Cristofori, Piero Barucci, Reviglio, Stefano De Luca
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