«Massacrarono Roberto davanti ai nostri occhi »

Fabio Mazzetto, coinvolto nell'inchiesta, racconta Tomicidio di Maranzano Fabio Mazzetto, coinvolto nell'inchiesta, racconta Tomicidio di Maranzano «Massacrarono Roberto davanti ai nostri occhi » SAN PATRIGNANO QUELLA NOTTE MALEDETTA IMOLA DAL NOSTRO INVIATO Arrestato per l'omicidio di Roberto Maranzano. Trenta ore di isolamento nel carcere di Pesaro, due di interrogatorio. Scarcerato. In attesa di essere prosciolto. Eccolo qui Fabio Mazzetto, uno degli otto ragazzi di San Patrignano coinvolti nell'inchiesta che sta terremotando il regno di Vincenzo Muccioli. «Vuoi sapere perché hanno ammazzato Maranzano? Per niente. E' falso che non ubbidiva alle regole, lui ci provava, ma nulla gli riusciva bene. Era un poveraccio. E' stato ammazzato di botte perché quella mattina si teneva un braccio contro le costole rotte e camminava lento. Perché la sera prima non aveva mangiato l'hamburger. Perché era uno così, che si metteva a giocare. Perché viveva terrorizzato dal caposettore. Se gli dicevano fai questo, chinava la testa, ma poi si incasinava, combinava pasticci da niente che lì dentro erano tutto». Fabio Mazzetto ha la faccia d'angelo, con un'ombra di troppo. Ventinove anni, 13 di eroina, 3 di San Patrignano (1988-'90). Figlio di famiglia bene ferrarese. Gesti eleganti, capélli biondi e lisci, camicia inglese a righe blu, Rolex, scarpe americane. «Nella mia vita ho adorato tutti e tre i veleni: l'alcol, le sigarette, la droga. La droga ti conquista interamente. Iniettarla è come spegnere l'interruttore. Click. Immaginare e non riflettere. E' perfezione». Che diavolo c'entra questo dandy dai brevi sorrisi, lettore di Rilke e Guénon, con un omicido avvenuto dentro alla porcilaia di San Patrignano? C'entra. Con i suoi occhi color acqua ha visto, la mattina del 5 maggio 1989, il corpo massacrato e ucciso di Roberto Maranzano. Ricorda ogni dettaglio. Parla dentro a una poltrona rossa, davanti alla vetrata che guarda il centro storico di Imola. Dice: «Non amo e non detesto Muccioli. Mi è indifferente il suo ascetismo di provincia. Chi oggi spara contro Muccioli, prima si porti i tossici in casa, poi apra bocca». Parliamo dell'omicidio: Maranzano viene picchiato la sera del 4 maggio e ucciso, con un secondo pestaggio, la mattina del 5. Giusto? «Quasi. Maranzano prendeva botte da almeno quattro giorni». Perché? «Alfio Russo e Giuseppe Lupo gli stavano addosso. Lo tormentavano, lo punivano in continuazione». Solo perché faceva male il suo lavoro? «Questo sicuramente, ma forse c'era qualcosa di più». Dall'autopsia risulta che aveva assunto eroina, ma non stabilisce quando. In un arco di tempo che va da 4 ore a 4 giorni prima della morte. «Quattro ore lo escluderei, non si reggeva in piedi». Se fosse 4 giorni? Coinciderebbe con l'inzio dei pestaggi. E' possibile bucarsi dentro a San Patrignano? «E' possibile. Anche se Maranzano, quando venne nel nostro settore, fu perquisito da cima a fondo. Nei settori giri pulito, nel nostro pulitissimo. Vieni affidato a uno del reparto e lui non ti perde mai di vista. Quello che ti controlla, il tutore, si batte sulla coscia e ti dice, vieni qui, come si fa con i cani pastore». Però l'eroina se l'era iniettata. Può averla comprata il giorno che era uscito dalla comunità? «Assolutamente no. Avete scritto che Maranzano era uscito il 3 maggio. E' falso. Lui non usciva mai. Nessuno di noi della macelleria usciva mai. Non lasciavamo neppure il settore: lavoravamo nei reparti e dormivano di «Lo rompercil tu sopra, nella camerata con 15 letti. Andavamo a mangiare alle 19, divieto assoluto di parlare con gli altri». L'eroina allora? «Deve averla recuperata dentro. Ogni tanto capita». Questo spiegherebbe i 4 giorni consecutivi di botte? «Sì». Come avvenivano i pestaggi? «Quando commettevi un errore Alfio Russo ti diceva: stasera passi nello stanzino». A te è successo? «Un mucchio di volte. Con me si dovevano mettere in tre: due per bloccarmi e Alfio che mi pestava». Usava anche la corrente elettrica degli stimolatori per i maiali? «Sempre». Dimmi come? «Sai com'è fatto uno stimolato- re? E' grande come un libro, ha due elettrodi sul bordo e un bottone che attiva il contatto. Ti appoggiavano gli elettrodi sulla pancia e tenevano schiacciato». Sul corpo di Maranzano hanno trovato delle bruciature... «Sì, ma la corrente non ti lascia segni sulla pelle». E allora le bruciature? «Sigarette. A volte succedeva che ti spegnavano la sigaretta addosso», n 4 maggio sera Maranzano viene pestato dentro la doccia. Perché? «Eravamo saliti tutti insieme, erano le sei del pomeriggio. Nel bagno ci sono due docce e Maranzano non rispettò il turno. Entrò prima di un altro. Alfio Russo si incazzò, gli disse: tu devi imparare le regole, tu devi es- sere ancora punito e cominciò a picchiarlo». E voi? «Bloccati dalla paura. Alfio uscì dalla doccia e ci disse: adesso scendete giù. Arrivò anche lui dopo un po' e organizzò "l'apologia" di Maranzano». Organizzò cosa? «Ci disse: adesso scende il nostro compagno, gli dovete fare un applauso perché ha promesso di comportarsi bene, si è pentito e noi ora lo voghamo aiutare. Così accadde quella scena che avrò davanti agli occhi per sempre. Russo che chiama Maranzano, gli dice: "Scendi!" e lui che spunta dalla scala a chiocciola, fa un gradino alla volta, lentissimo. Ha delle ciabatte, i calzini, una vestaglietta corta, le gambe nude che gli tremano, la faccia blu, stravolta. Con il braccio si preme le costole e tiene gli occhi bassi. Alfio ci ordina: "Ecco il nostro compagno, applauditelo!"». E voi? «Abbiamo applaudito». Poi cosa succede? «Siamo andati tutti a mangiare, in silenzio. L'ordine era di non guardarci neppure tra noi». Perché questa ossessione? «Perché se stavi punito l'ordine era di non incrociare gli altri sguardi. Alfio diceva: stai chiedendo compassione, stai chiedendo aiuto, non vuoi cavartela da solo. Tu sei un ex tossico, devi abituarti ad avere carattere, de¬ vi stare zitto, muto e pensarti. Questo ci diceva». Negli altri settori c'è la stessa violenza? «Quasi dappertutto ci sono i luoghi di contenzione: la cassaforte alla Pellicceria, i tini nel settore Vino, le stanze chiuse alla Manutenzione. La comunità può fare orrore a chi vive liberamente, non a chi viene dall'eroina». A tavola cosa accadde? «Che arrivano gli hamburger e Maranzano è allergico alla carne al sangue, gli fa proprio male, diventa rosso se la mangia, così non la mangiò. Russo si incazzò di nuovo: tu non rispetti il cibo, tu non rispetti noi, tu ti stai ribellando ancora, la lezione non ti è bastata». Dopo cena inizia l'ultima notte di Maranzano. «Non credo abbia dormito. Aveva sicuramente già le costole rotte e doveva soffrire molto. Si lamentava. Noi ce ne stavamo in silenzio, al buio. A un certo punto mi sono addormentato, poi ho visto la luce dell'alba». Siete scesi alle 7 in porcilaia? «Più o meno. Alfio ordinò a Maranzano il lavoro più umiliante, più faticoso: pulire l'assito dei maiali e lui non ce la faceva, non riusciva a chinarsi». Santo dio, nessuno di voi si è ribellato? «No». Ma quanti eravate, dodici, tredici? «Sì, tredici, credo. E nessuno di noi ha mosso un dito». Cosa è successo allora? «Che Alfio e Lupo gli sono andati addosso per pestarlo. Uno di loro ci ha detto: voi andate via, risalite e aspettate». Sentivate i colpi? «Sì». Quanto è durato il pestaggio? «Parecchi minuti. Poi ci hanno richiamato giù per dirci: ora passerete nel corridoio, ma non dovete guardare, tirate dritto fino all'uscita». E tu, passando, hai guardato? «Sì». Lo hai visto? «Sì. Stava per terra immobile, un fagotto sembrava. Ed era morto proprio lì, su quella spianata di cemento, in mezzo alla merda dei maiali». Vi hanno detto che era morto? «Sì. Ce lo disse Russo». Subito? «Appena fuori dalla porcilaia». Cosa vi disse? «Che bisognava dire agli altri che Maranzano era scappato». Poi Russo andò da Muccioli? «Sì. E ritornò con la Golf bianca». Vi disse: «Ora so cosa fare»? «Sì. Ci disse che Muccioli aveva autorizzato l'uscita della macchina per andare a cercare Maranzano». Quindi Russo disse a Muccioli che Maranzano era scappato? «A noi riferì questo». Secondo te, Muccioli sapeva già dell'omicidio? «L'ho detto anche al magistrato: non lo so. So che Lupo e Ezio Persico caricarono il corpo di Maranzano in macchina avvolto in uno dei nostri copriletto che erano color crema, con delle greche marron. Dissero: lo portiamo nel Salernitano. Non so perché poi abbiano deciso Terziglio. Sapevamo che nel Salernitano Maranzano aveva avuto «L'himmPoi che problemi, ma non con gli spacciatori. Da libero Maranzano faceva il rappresentante di commercio e aveva tirato il bidone a qualcuno. Comunque Persico e Lupo partirono verso le nove, rientrando 18 ore dopo, alle 4 del mattino, con 1200 chilometri in più sul contachilometri». Ti ricordi dell'assemblea indetta da Muccioli per fare «l'apologia» di Alfio Russo? «Sì. Tutti parlavano dell'omicidio dentro alla comunità. La voce girò subito: Maranzano è stato ammazzato a botte e strangolato» Chi la fece girare? «Non noi del settore, eravamo troppo terrorizzati. Forse quelli addetti alla manutenzione delle auto, gli "autisti". Quando tre giorni dopo si seppe che il corpo di Maranzano era stato trovato nella discarica, le voci aumentarono». E Muccioli convocò l'assemblea. «Sì. Ci riunì al teatro, andò a sedersi sugli scalini del palcoscenico, ci disse: so che qualcuno parla di un omicidio avvenuto qua déntro. So che qualcuno accusa Alfio Russo di avere ammazzato Maranzano. Non è vero. Russo è bravo, vi vuole bene. Chi lo calunnia, calunnia la comunità. Tutti insieme dobbiamo invece apprezzare Russo, scrivetegli dei biglietti, fategli sentire la vostra solidarietà». Pensi che Muccioli fosse in buona fede? «Non lo so». Ma quando arrivarono i carabinieri voi del settore foste spostati a Botticella. «Io no. I più "deboli" sì» Perche, se era in buona fede? «Per impedire che le calunnie contro Alfio arrivassero all'orecchio dei carabinieri. E' un atteggiamento che io trovo plausibile anche oggi. Poteva sapere o non sapere e il suo atteggiamento regge in tutti e due i casi». I magistrati pensano che sapesse da subito. «Lo so». Russo in carcere nega ancora tutto. Parlerà secondo te? «Questa volta ha un'occasione per essere quello che non è mai stato: un uomo, secondo il suo codice. Proverà a non parlare». Dopo l'omicidio cosa hai pensato? «Il primo pensiero? Contentezza: ora che c'è scappato il morto le violenze finiranno». E' questo che hai pensato? «Sì». E oggi? «Non vorrei pensarci più». PinoCorrias «L'ho visto a terra immobile nel porcile Poi Russo ci disse che era morto» «Lo aveva picchiato rompendogli le costole perché non rispettava il turno della doccia» «Lo hanno ucciso per nulla Non è vero che non ubbidiva alle nostre regole Era uno che s'incasinava» Vincenzo Muccioli coi ragazzi a San Patrignano Dice Fabio: «Non so se abbia saputo subito dell'omicidio» Il fondatore della comunità riunì tutti i ragazzi in assemblea dopo la morte di Maranzano

Luoghi citati: Imola, Pesaro