In trappola la primula rossa della camorra

In trappola la primula rossa della camorra Preso il superlatitante Ambrosio, erede di Carmine Alfieri: era in fuga da 13 anni In trappola la primula rossa della camorra Quando vede le manette si rinfranca: temeva un agguato NAPOLI. Per i vicini di casa era l'ing. Gaspare, facoltoso e brillante professionista con il pallino per i bei mobili e i quadri d'autore. Ma dietro la facciata dell'uomo di mondo, sempre in giro per affari e vacanze, si nascondeva il boss Franco Ambrosio, uno dei dieci superlatitanti della camorra che per tredici anni era riuscito a sfuggire alla cattura. Quando ieri mattina i carabinieri hanno fatto irruzione nell'appartamento dove si nascondeva, ha dapprima creduto che fossero killer venuti ad ammazzarlo. Poi, chiarito l'equivoco, ha tirato un sospiro di sollievo e, con l'ironia del vero padrino, ha detto soltanto alla sua donna: «Scusami cara, adesso devo proprio andare». E' finita così la lunga fuga di uno dei più potenti capi della camorra che opprime i paesi vesuviani. Di lui si erano perse le tracce da quando, dopo aver ottenuto un permesso, non si era ripresentato nel carcere di Avel¬ lino dove stava scontando una condanna a vent'anni per omicidio, associazione camorristica ed altri reati. Trentasette anni, la fama di uomo scaltro e intelligente che contraddice il vecchio soprannome di «Francuccio 'a macchietta», Franco Ambrosio è considerato l'alleato numero uno di Mario Fabbrocino, quest'ultimo ancora latitante. Attraverso di lui, aveva raggiunto i vertici della camorra, diventando l'erede di Carmine Alfieri, il boss catturato nei mesi scorsi e ritenuto a capo della cupola napoletana. Da San Gennariello, il Comune alle falde del Vesuvio dov'è nato, ha giocato abilmente le sue carte gestendo con piglio di ferro e capacità imprenditoriale il racket delle estorsioni, il traffico di droga, il riciclaggio di soldi sporchi. Un fiume di denaro, investito anche nella villa del valore di oltre un miliardo che gli era stata sequestrata nel dicembre scorso ad Ottaviano: un palazzotto a tre piani, con tanto di sistema televisivo a circuito chiuso. La fama di «primula rossa» della camorra Franco Ambrosio se l'è conquistata riuscendo a sfuggire per anni alla cattura. Ma non è stata, la sua, una latitanza trascorsa sui monti o in covi di fortuna. Sotto l'identità del fantomatico ingegner Gaspare, il boss ha frequentato le più esclusive località turistiche della penisola, concedendosi numerose puntate nella capitale. Qui la sua presenza è stata segnalata sugli spalti dello stadio Olimpico dove ha assistito, da bravo tifoso, all'incontro di calcio Roma-Napoli; ma anche in ristoranti alla moda e nelle vie frequentate dai vip per lo shopping. E Ambrosio non ha smentito neppure la leggenda che lo voleva appassionato cultore di pittura. I carabinieri hanno accertato che stava trattando l'acquisto di un dipinto di Caravaggio al prezzo di 600 milioni e nel suo rifugio hanno tro- vato una pinacoteca. L'arresto è avvenuto ieri mattina a Santa Maria a Vico, un paesino in provincia di Caserta. Gli uomini del Ros di Roma e quelli del Gruppo provinciale lo hanno colto mentre stava tranquillamente a casa con la sua compagna, Giuseppina Russo, un'avvenente trentenne dalla quale ha avuto due bambine, una di sette e una di due anni. I cara¬ binieri hanno circondato l'edificio, mentre un elicottero sorvolava la zona, poi le squadre impegnate nell'operazione hanno fatto irruzione nell'appartamento. Credeva fossero sicari di bande rivali venuti a farlo fuori e, quando ha capito che la destinazione era il carcere, non ha fatto una piega. Mariella Cirillo Napoli, si spacciava ingegnere patito di arte Alla moglie: «Scusa ora debbo proprio andare» Franco Ambrosio boss della camorra

Persone citate: Carmine Alfieri, Franco Ambrosio, Francuccio, Mariella Cirillo, Mario Fabbrocino

Luoghi citati: Caravaggio, Caserta, Napoli, Ottaviano, Roma, Santa Maria A Vico