Scandali e tangenti, la Germania si scopre italiana di Emanuele Novazio
Scandali e tangenti, la Germania si scopre italiana BONN Il leader dell'opposizione e candidato alla Cancelleria è subito precipitato nei sondaggi, ma tutti i partiti sono coinvolti Scandali e tangenti, la Germania si scopre italiana L'ultimo episodio: una mazzetta nel cassetto di un collaboratore del leader Spd BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Che cosa succede ai nostri politici? Fra poco avremo situazioni all'italiana», s'allarmava l'altro giorno il più diffuso e popolare quotidiano tedesco, la «Bild». E tentava di spiegare a lettori poco avvezzi, ancora, all'intrigo di ministri e al sospetto su potenti segretari di partito, quel che li attende se la situazione non migliorerà, e in fretta. Le peggiori tradizioni latine e levantine, era il senso del commento, stanno impadronendosi anche del freddo e luterano Nord: «I politici tedeschi non sanno più cosa provino le persone normali, che cosa siano il giusto e l'ingiusto. Evidentemente hanno perduto il contatto con la realtà». L'indignazione e la sorpresa sono alimentate da episodi multipli; alle volte, per la verità, mancanze veniali se confrontate con le vicende italiane. Ma conditi di sospetti e smentite poco convincenti, da chiarimenti che spesso non chiariscono e rinviano ad altre perplessità, altri dubbi. Ecco un rapido sommario degli scandali tedeschi, a cominciare dal più recente e torrido. Lo chiamano «l'affaire del cassetto», perché una mazzetta in marchi - destinata a un avversario politico che forse faceva il doppiogioco in favore dell'Spd - è stata «dimenticata» in un cassetto da uno stretto collaboratore di Bjoern Engholm, capo della socialdemocrazia tedesca e candidato alla cancelleria nel '94. Guenther Jansen -l'uomo del cassetto l'altra sera si è dimesso dall'incarico di ministro regionale, ma è servito a poco: perché, ci si chiede, Jansen ha pagato una quarantina di milioni al porta¬ voce del democristiano Uwe Barchel, l'avversario diretto di Engholm per la presidenza dello Schleswig-Holstein, trovato morto in circostanze misteriose nel bagno di un albergo svizzero, sei anni fa? Forse per comprarne i favori politici in un momento delicato nella carriera di Engholm? E lui, Engholm, quanto sapeva allora e adesso dell'intrigo? Molti elettori sembrano aver pochi dubbi in proposito: i voti potenziali per il leader dell'Spd sono scesi dal 43 al 37 per cento. Se ci fossero le elezioni oggi, Helmut Kohl - dato per spacciato - potrebbe perfino contare sulla rielezione. «La carne dell'Allgaeu». Coinvolto è il ministro delle Finanze Theo Waigel, della Csu, il partito bavarese. Secondo alcuni giornali avrebbe favorito sovvenzioni illecite per 300 milioni di marchi a un gruppo di pro¬ duttori di carne della regione. Waigel smentisce, i giornali contrattaccano. «Luci rosse nella Saarland». Fra i protagonisti di una vicenda che coinvolge gangster e night club di dubbia fama c'è Oskar Lafontaine, numero due dell'Spd. Secondo lo «Spiegel» avrebbe avuto rapporti con alcuni criminali della sua regione, la Saarland. Lui nega, ma la sua immagine si appanna. Pochi mesi fa un altro miniscandalo lo aveva indebolito: oltre allo stipendio di presidente regionale, riceveva senza averne diritto una pensione per la sua ex attività di sindaco. «L'affaire Àmigo». La tempesta, questa volta, rischia di travolgere il presidente bavarese Max Streibl, anch'egli della Csu. E' accusato di aver viaggiato per il mondo a spese di un amico, produttore di un aereo da ri¬ cognizione molto contestato. Sempre in Baviera, altri politici di vari partiti ammettonno di aver usato gratis delle Bmw, messe a disposizione da uomini d'affari. «Le lettere ai supermercati». La vicenda è costata il posto di ministro dell'Economia a Juergen Moellemann, liberale. I giornali avevano pubblicato alcune sue lettere - autografe e su carta intestata del ministero nelle quali faceva propaganda a un «gettone per carrelli da supermercato» prodotto da un cugino della moglie. «I motel sull'autostrada». Il ministro degli Interni della Turingia, Boeck, si dimette perché accusato di aver intascato tangenti: voleva favorire una ditta amica negli appalti per una serie di motel. Emanuele Novazio
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