Un traditore a Hong Kong di Fabio Galvano

Colpo grosso di Pechino nella rissa con Londra per la colonia Colpo grosso di Pechino nella rissa con Londra per la colonia Un traditore a Hong Kong Inviato della Corona passa ai cinesi LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si parla apertamente di «defezione» e la vicenda - in altri tempi - sarebbe forse stata degna di un romanzo di Le Carré. Certamente è di grande imbarazzo per il governo britannico la decisione di Sir David AkersJones, ex megafunzionario coloniale, di passare dalla parte dei cinesi e diventare loro consigliere nel duro confronto di Pechino con il governatore di Hong Kong, Chris Patten. Akers-Jones non è un funzionario qualsiasi: fino a poche settimane fa era stato responsabile per i Problemi della casa nella colonia britannica, e sei anni fa aveva addirittura svolto ad interim, per cinque mesi, le funzioni di governatore. La sua decisione di aiutare Pechino a rovesciare il governatore Patten, autore di un progetto di «democratizzazione» che la Cina respinge, fa parlare a Londra di «una pugnalata alla schiena». Come numerosi altri esperti britannici di cose cinesi, Sir David si oppone al piano Patten e giudica assurde le trasformazioni costituzionali che il governatore vorrebbe introdurre nella rincorsa finale al 1997, anno in cui la colonia sarà restituita alla Cina. E per questo ha deciso di accettare la nomina - unico britannico in una schiera di cinesi - alla Commissione consultiva che il governo di Pechino annuncerà la prossima settimana. «Qualsiasi cosa io possa fare per migliorare i rapporti fra Hong Kong e la Cina - si è difeso ieri dev'essere intesa come un aiuto. Dispongo di molte informazioni che non sono né segrete né confidenziali, ma che spero possano servire». La difesa è inutile. Londra e i giornali inglesi lo trattano come un traditore: «Il cagnolino pechinese», «Il mandarino britannico», «Il lacchè di Pechino». Indubbiamente la decisione di Akers-Jones, che ha 66 anni e vive a Hong Kong dal 1957, è un grande colpo propagandistico per Pechino. E la sua decisione, anziché facilitare il dialogo, potrebbe addirittura renderlo più difficile. Un Sir inglese che viene ricevuto con tutti gli onori dal presidente Jiang Zemin e dal Segretario generale Li Peng, nel momento più delicato dello scontro con il governatore Patten di cui il «Quotidiano della Liberazione» di Shanghai ha chiesto esplicitamente le dimissioni paragonandolo a una prostituta, può davvero far parlare di «defezione». La stampa britannica accusa Sir David, cercando di spiegare la sua decisione, di «vivere da indigeno». Degli alti funzionari britannici, infatti, è l'unico a non abitare sull'isola centrale, bensì nei Nuovi Territori, fra i cinesi. E dopo 36 anni nella colonia la sua conoscenza del cinese, anzi di più dialetti, è quasi perfetta. Akers-Jones non è isolato nella critica di Patten; ma sicuramente, fra chi si è schierato con Pechino, è l'uomo di rango più elevato. La Cina, nel più violento attacco antibritannico dai tempi della Rivoluzione Culturale, ha accusato il governatore di essere «un criminale» e di atteggiarsi a «falso dio», di pensare alla democrazia di Hong Kong solo ora che la colonia sta per ridiventare cinese. «E' come se una prostituta, dopo essersi venduta per tutta la vita, decidesse improvvisamente di chiudere ba¬ racca, dicendo a tutti di voler essere casta e di voler proteggere il proprio corpo come se fosse giada», osserva il «Quotidiano della Liberazione». Sir David è meno violento, ma in sostanza dà ragione a Pechino: «La reazione cinese a Patten è giusta, perché se si devia dai precedenti accordi si viene meno ai principi sul dopo-1997 che figurano nella costituzione di Hong Kong». Per ora dal Foreign Office è «no comment»; ma qualcuno già anticipa che sull'alto funzionario «saranno esercitate pressioni». Intanto il marchio del disertore si è impresso sul suo nome. Fabio Galvano