Boris? Ottimo investimento di Paolo Passarini

Boris? Ottimo investimento Boris? Ottimo investimento Clinton, un fiume di dollari per le riforme WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Russia chiede di essere ammessa al più presto nel gruppo dei Paesi più industrializzati del mondo, che, secondo una formula accarezzata in passato anche da George Bush, si trasformerebbe da G7 in G8. E' questo che il ministro degli Esteri di Boris Eltsin ha chiesto ieri a Bill Clinton, che lo ha ricevuto alla Casa Bianca, tenendolo a colloquio per 45 minuti. Non gli ha chiesto, invece, di spostare a Mosca il vertice tra i due capi di Stato, che resta fissato, a quanto sembra ormai definitivamente, per il 3 e 4 aprile prossimi a Vancouver, nella British Columbia canadese. Eltsin e quasi tutti i ministri del suo governo avrebbero preferito che Clinton si recasse a Mosca. Ma non se l'è sentita di chiederglielo, sia per non metterlo in imbarazzo, sia perché, probabilmente, ha ritenuto che invitare nella sua capitale il Presidente degli Stati Uniti sarebbe potuto apparire un segno di debolezza di fronte ai russi, in vista del delicato voto che dovranno esprimere nel referendum del 25 aprile. Kozyrev non ha fatto alcun mistero del desiderio della Russia di essere invitata a far parte del gruppo dei Paesi più potenti del mondo e lo ha detto apertamente durante un discorso pronunciato ieri mattina all'American University. In ordine di importanza, l'altro problema sul quale i russi chiedono agli americani di aiutarli con particolare decisione riguarda la costituzione di un robusto fondo internazionale di assistenza alla conversione del rublo, che appare sempre più pericolante. Clinton, al lavoro per riempire il pacco di aiuti che porterà con sé all'incontro con Eltsin, ha risposto a Kozyrev che intende impegnarsi su entrambi i problemi. Nella mattinata di ieri, prima di incontrare il ministro degli Esteri russo, il Presidente degli Stati Uniti aveva telefonato ad alcuni capi di governo del G7, sicuramente l'inglese John Major e il canadese Brian Mulroney, con l'intenzione di strappare la convocazione di un vertice del G7 interamente dedicato ai problemi della Russia prima del «summit» generale previsto per la fine di luglio a Tokyo. Secondo quanto è trapelato, Clinton ha premuto, diversamente da quanto appariva nei giorni scorsi, perché la riunione anticipata avvenga proprio al massimo livello e non solo a quello dei ministri finanziari. E questo, oltre che per dare alla riunione più solennità e più potere decisionale, anche per discutere operativamente di una possibile ammissione della Russia. Questioni politiche a parte, il pacco di aiuti che Clinton sta preparando per Eltsin contiene, fino a questo punto, almeno cinque scatole. Nella prima ci sono garanzie di prestiti abbastanza estesi per la costruzione di case e, più in generale, per il rilancio dell'impresa edilizia. Secondo, Clinton intende offrire la costituzione di un fondo speciale per le imprese che intendano affrontare i rischi del mercato, in altri termini un piano di stimolo all'edificazione del capitalismo. Nella terza scatola c'è un progetto di aiuti tecnici volti ad aiutare lo sviluppo dell'indu¬ stria energetica, il cui risanamento viene visto anche con interesse egoistico da parte degli Stati Uniti, poiché si tratta del pezzo più pregiato dell'economia sovietica. Infine i due regali che, nell'immediato, premono di più a Eltsin: la costituzione, appunto, di un solido fondo per la stabilizzazione del rublo e un impegno particolare, da parte degli Stati Uniti, per convincere i Paesi occidentali a posporre la restituzione degli 80 miliardi di dollari contratti con loro dalla Russia, alleggerendo anche di una quindicina di miliardi di dollari il pagamento degli interessi. Clinton sostiene che all'America conviene essere generosa. Non vuole correre il rischio, dice, di essere in futuro accusato di aver «perso» la Russia per eccesso di indecisione, come Harry Truman venne accusato di aver «perso» la Cina. Bisognerà adesso vedere se gli americani e, soprattutto, il Congresso si lasceranno convincere. Paolo Passarini