QUADRI DA UN'ESPOSZIONE

QUADRI DA UN'ESPOSZIONE QUADRI DA UN'ESPOSZIONE Musorgskij-Ravel eProkofiev nel concerto diretto da Lazarev IENTE Schnittke per l'ultimo concerto della stagione Rai ed è un peccato. Pare che la «Sinfonia n. 3», già in programma, slitti a Settembre Musica. Al suo posto il direttore russo Aleksandr Lazarev dirigerà i «Quadri di una esposizione» di Musorgskij-Ravel. La scelta è graditissima (ma chissà se una volta o l'altra potremo ascoltare anche la versione, non meno brillante e riuscita, di Vladimir Askhenazy?) e dunque è facile prevedere un grande concorso di pubblico all'Auditorium giovedì 25 (alle 20,30), venerdì 26 (alle 21) e sabato 27 (alle 16,30). Profondo fu l'influsso del Maestro russo su Ravel, la cui estetica, come ha ricordato Claudio Casini, «è l'applicazione concreta della trasmutazione nei linguaggi dell'arte; l'invocata equivalenza tra la parola, il suono, il segno, nel ritrarre la realtà o quella iperrealtà che, nel decadentismo, era costituita dall'immaginazione. E' logico che i "Quadri di una esposizione", con la loro totale dipendenza della forma musicale dall'assunto realistico e, nello stesso tempo, con la loro totale riconversione del realismo nell'immaginario, costituissero il rivoluzionario antecedente di un fondamentale capitolo nella Nella foto a fianco la pianista inglese Imogen Cooper, ospite per la prima volta dell'Unione Musicale con un programma interamente dedicato aSchubert produzione pianistica di Ravel, in cui la musica fosse specchio della realtà». I bei quadri musicali, ispirati a una serie di disegni dell'architetto e pittore Viktor Hartmann, precocemente scomparso, chiuderanno in bellezza il concerto. Ma sarà sempre Musorgskij a contrassegnare l'apertura del programma, con l'affascinante preludio della «Khovanscina», riorchestrato da Rismkij-Korsakov e ispirato ad una malinconica canzone popolare russa. Tra l'ima e l'altra pagina, verrà eseguito il «Concerto n. 1 in re maggiore per violino e orchestra» di Prokofiev, con il solista Mark Kaplan. Scritto nel 1916-17, nella stessa epoca della «Sinfonia classica», vede in secondo piano la vena grottesca e barbarica rispetto a quella lirica e sognante. E' soprattutto nel tempo di mezzo, lo Scherzo, che il ritmo si fa incalzante e concitato. La prima esecuzione avvenne soltanto il 18 ottobre 1923 a Parigi, sotto la direzione di Serge Koussevitskij e Marcel Darrieux in veste di solista; la prima russa si tenne pochi giorni dopo a Mosca nella versione con il pianoforte e gli esecutori furono Nathan Milstein e Wladimir Horowitz. Le Leonardo Osella IL trio per pianoforte, violino e violoncello, uno dei complessi strumentali più canonici della musica cameristica, ha raggiunto i maggiori esiti espressivi probabilmente durante l'epoca del classicismo viennese, rinnovando tuttavia pochi decenni dopo - in età romantica - i fasti di una sonorità che si presta sia alla declamazione concitata, sia al descrittivismo velato di intima malinconia. Il concerto offerto dalle Proposte di ascolto (venerdì, Oratorio di San Filippo, ore 21,15) segue la falsariga storica per illustrare le potenzialità espressive del gruppo, e presenta le ordinate architetture di Haydn - di cui viene eseguito il trio in sol maggiore all'Ungherese - per approdare alla cantabilità nobile e dolente dell'Opera 49 di Mendelssohn. In mezzo alle due pagine, le tre interpreti (Luisa Prayer al pianoforte, Miriam Dal Dol al violino e Daniela Petracchi al violoncello) hanno posto una poco nota composizione della musicista che dà il nome al loro trio: Clara Schumann, presente nel programma con l'Opera 17 in sol minore. Domenica 21, alle ore 16, presso la sala Augusto Monti, il soprano Loredana Putzolu af-

Luoghi citati: Mosca, Parigi