Respiro dunque m'ammalo
SCAFFALE SCAFFALE Respiro dunque m'ammalo VANNO di pari passo, il degrado dell'ambiente naturale e quello della qualità di vita, soprattutto nelle grandi città. Come da anni va denunciando anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità, salute, sviluppo e urbanizzazione formano un nodo inestricabile, dal quale derivano nuove malattie e varie forme di patologia sociale. Negli ultimi vent'anni, si legge nel bel saggio «Inquinamento dell'aria e patologia umana», curato da Giorgio Walter Canonica, sono aumentate soprattutto le malattie respiratorie e tutte le manifestazioni allergiche. Curiosamente la pollinosi, impropriamente chiamata «febbre da fieno», colpisce di più in città che in campagna. Il più esposto al pericolo, inevitabilmente, è l'apparato respiratorio. Le sostanze gassose, come il monossido di carbonio e gli ossidi di azoto, arrivano direttamente agli alveoli insieme all'aria inspirata. Di qui passano nel sangue e si distribuiscono in tutto l'organismo. I gas solubili nell'acqua, come l'anidride solforosa, vengono assorbiti già a livello di trachea, dove esercitano i loro effetti tossici. Contro gli inquinanti di natura corpuscolare, invece, l'apparato respiratorio è più difeso, tant'è che riesce ad espellerli in grande quantità. La salvezza dallo smog invernale, perfido davvero, sembrava essere negli ambienti chiusi. Oggi sappiamo invece che questi sono ancora più pericolosi dell'aria aperta, in quanto vi si accumulano veleni di tutti i generi: non solo l'aria inquinata, ma anche polveri, acari, materiali da costruzione, strumenti di lavoro, lo stesso gas con cui si cucina o si scalda l'acqua. Sotto accusa per tanto disastro sanitario- urbano, ancora una vòlta c'è l'automobile - anche perché il riscaldamento non può essere messo in discussione. Nel divertente saggio «Dopo l'automobile», l'inglese Colin Ward propone di imbavagliarla o almeno di valutare più attentamente l'annoso rapporto costi/benefici. Perché, di fronte alla macchina, diventiamo improvvisamente ciechi. Dimentichiamo i «costi umani» (cinquant'anni di automobili negli Usa hanno fatto più morti di tutte le guerre combattute in quel Paese, da quella d'Indipendenza al Vietnam) e soprassediamo su alcune «malattie professionali» come l'inquinamento da piombo, per anni temutissimo flagello di idraulici, tipografi e imbianchini. «Inquinamento dell'aria • patologia umana», a cura di O.W.Canonlca. Editoria)* FaritWKk) Foltnl, 319 fMpifMf 30 mila Uro; Colin Word, «Dopo l'automobile», Bouthora, 167 pagine, 20 mila lire Insegna storia della scienza a Harvard, è uno dei curatori delle opere di Einstein e da anni riflette sul fine dell'attività scientifica e la legittimazione dell'autorità degli scienziati. Del berlinese Gerald Holton, considerato uno dei più originali storici della scienza contemporanei, l'editore Laterza propone ora la versione italiana di «Le responsabilità della scienza». Gran parte del sapere del XX secolo, è la tesi del libro, può essere compresa meglio se si studiano i conflitti tra scienziati che partono da principi contrapposti e inconcùiabili. Il progresso è infatti una lotta spesso socialmente destabilizzante - tra vecchi e nuovi presupposti, per decidere la direzione della ricerca. Che non è così scontata e lineare come spesso crediamo. C traiti tlotton. La rsipontal Htà delta scienza», Laterza, 249 pagine, 30 mMa lire A 39 anni Cecile Todes, medico e psicanalista, viene colpito dal morbo di Parkinson. Per quasi vent'anni lo combatte, sperimentando su di sé ogni genere di nuove, terapie e tenendo una sorta di diario, quel!'«Ombre sulla mente» che esce ora in versione italiana. La sua esperienza psicanalitica gli suggerisce un'ipotesi nuova: che il Parkinson possa essere influenzato da traumi, infantili e avere risvolti psicosomatici. Ciò che conta, co munque, anche per lui è la capa cita di mantenere la voglia di vivere, l'amore, la vita sociale. Code Todes, ««Ombro outa monta: la mia battaglia contro H morbo di Parkinson», Introduzione di OaVor Sedia, Edt, 186 pagaie, 23 mas Uro ascili i ir« ■■■ ■ manna verna
Persone citate: Cecile, Colin Ward, Colin Word, Einstein, Gerald Holton, Giorgio Walter Canonica, Parkinson
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