Arrivano i tesori del Cremlino di Maurizio Lupo

Il 4 aprile al castello di Torre Canavese 104 meraviglie dalla Russia Il 4 aprile al castello di Torre Canavese 104 meraviglie dalla Russia Arrivano i tesori del Cremlino Dal trono di Ivan IV il Terribile ai capricci di Fabergé Invitata all'inaugurazione anche Raissa Gorbaciova Il trono d'avorio dello Zar Ivan IV il Terribile (1530-1574) entro venerdì giungerà da Mosca su un gigantesco aereo Iliuscin 86 dell Aeroflot. Il volo è «top secret». Ma farà quasi certamente scalo alla Malpensa. A Caselle nessuno lo attende, anche se il suo carico è destinato a Torino. Porta un primo lotto dei «Tesori del Cremlino». Sono 104 pezzi prestati dalla Repubblica Russa all'antiquario piemontese Marco Datrino, che dal 4 aprile al 4 luglio li esporrà nei 650 metri quadri della sua galleria al castello di Torre Canavese, a pochi chilometri da Agliè. Gli esemplari pubblicati in anteprima su un prestigioso pieghevole lasciano già senza parole: il trono in legno di Ivan il Terribile, attribuito ai fratelli italiani Embriachi, è completamente rivestito con placche in avorio, intarsiate con motivi araldici e storie bibliche, per celebrare uno dei più colti e crudeli monarchi russi. Avviò grandi riforme, ma nel 1570 non esitò a distruggere la città ribelle di Novgorod e a massacrare più di 60 mila civili. Sarà esposto anche un eccezionale esempio della gioielleria russa: la «corona di Monomach» dello Zar Pietro I «Il grande» (1682-1725), il fondatore di San Pietroburgo, colui che trasformò il regno moscovita in una potenza militare e commerciale capace di misurarsi con l'Occidente. La sua corona è a forma di cha- pka, cinta di zibellino siberiano. E' un'opera secentesca in oro e argento a filigrana, con diamanti e pietre preziose incastonate a ordini sovrapposti. Attorno a questi «oggetti simbolo» altri racconteranno un'epopea incisa nell'oro: dalla brocca bizantina del IV secolo alle raffinatezze barocche di piatti, monili, statue e bizzarrie come l'aureo orologio a «tempio Meraviglia», fino ai capricci d'oreficeria Fabergè, ultimi vizi degli Zar prima della tempesta bolscevica. La mostra è presentata come uno «dei punti più importanti del programma di interscambi culturali fra Italia e Russia». Irina Rodimtzeva, direttrice generale dei musei del Cremlino lo conferma: «Per la prima volta il pubblico occidentale potrà visitare questi inestimabili tesori. Raccontano mezzo millennio di storia, dal 1500 al 1917». «E' un evento unico - dice Datrino -. E' una manifestazione senza precedenti, sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica italiana. Alcuni di quei pezzi non hanno mai lasciato la Russia. A ottobre quando ho presentato l'iniziativa all'ambasciata russa c'erano il ministro ai Beni culturali Ronchey e fior di imprenditori. Molti mi hanno promesso appoggi. Ma alla resa dei conti solo l'Assitalia mi ha dato aiuto, assicurando i beni che esporremo. Al resto bado io: anche alle spese di viaggio. Quando ci penso mi do del matto da solo». I russi preferiscono definirlo «mecenate onorifico». I rapporti che hanno reso possibile l'iniziativa vengono presentati come il virtuoso epilogo di relazioni nate quasi per caso nel 1990: «Era il periodo della perestrqjka» ricorda Datrino. «Allora mi recavo in Russia a caccia di oggetti d'antiquariato. Mi hanno offerto invece quadri del realismo sovietico. Ne comperai cento. Ebbi così l'occasione di conoscere funzionari e responsabili dei beni museali. Da cosa nasce cosa: i rapporti nel tempo si sono intensificati. Così quando ho saputo che i direttori dei musei sono disposti a far conoscere al mondo occidentale i loro beni mi sono subito attivato. Speravo di avere più aiuti, ma non mi lamento. Per me quest'esperienza è un ambizioso investimento in immagine. Spero di riuscire a portare al castello di Torre Canavese, caro a Guido Gozzano, dai 150 mila ai 200 mila visitatori». L'organizzazione punta alto: Datrino ha invitato il viceministro della Cultura russa e Raissa Gorbaciova, in qualità di presidente della «Fondazione del retaggio russo». Per favorire le visite è annunciato anche «un servizio di pullman navetta. Farà spola dai grandi centri dell'Italia settentrionale e dall'aeroporto di Caselle». Maurizio Lupo Il trono d'avorio di Ivan il Terribile (1530-1574) La «corona di Monomach» a forma di chapka dello Zar Pietro I «Il grande» (16821725). Opera secentesca in oro e argento a filigrana, con diamanti e pietre preziose