Il posto? C'è, ma virtuale di Aldo Cazzullo

Il posto? C'è, ma virtuale In Francia boom degli impieghi inutili e non pagati per i disoccupati Il posto? C'è, ma virtuale FRANCESI, non trovate lavoro? Fate finta di averlo. Siete assunti. La vostra azienda non esiste, ma non importa. Tenetevi allenati. Verrete in ufficio tutte le mattine, vi eserciterete, vi nominerete a vicenda capo del marketing e addetto stampa, sarete rimproverati o elogiati. A fine mese riceverete lo stipendio, finto naturalmente: banconote faesmile, come quelle del Monopoli. Ma attenti: è una simulazione, non un gioco. Questa è un'azienda seria. L'orario sarà rispettato, gli utili reinvestiti, e il bilancio dovrà chiudere (nella peggiore delle ipotesi) in pareggio. La Francia ha tre milioni di disoccupati ma molte idee. Questa è venuta al Cerfop, un centro di formazione che lavora per conto di alcuni tra i gruppi più avanzati del Paese. Perché sprecare il patrimonio di energie intellettuali e fisiche dei giovani usciti dall'università e non ancora approdati all'impresa? Perché lasciare che professionalità certamente ancora valide, ma stroncate dalla crisi, appassiscano davanti alla tv?. Così sono nate in Francia, scrive il settimanale Le Point, venti aziende fantasma. Altre funzionano già in Germania e nei Paesi scandinavi. Posti di lavoro artificiali, che non producono nulla ma nulla costano. Naturalmente non sono attività industriali, riguardano il terziario, i servizi, la gestione delle imprese. Qui tecnici, impiegati, intellettuali preparano spot pubblicitari che non andranno mai in onda, piani di investimento che nessun manager prenderà in considerazione, sistemi informatici che resteranno per sempre nella memoria di un computer. Però si terranno aggiornati, fraternizzeranno con i colleghi senza l'incubo della rivalità, si prepareranno a rientrare nel vortice del lavoro, quello autentico, di tutti i giorni. Le imprese fantasma fanno spesso ghiotti affari tra loro. L'azienda di Montrouge, sulla Senna, che vende (finti) gadgets per Natale, comprerà (finti) pasti precotti dai colleghi di Caen e stipulerà (per finta) contratti assicurativi con quelli di Clermont-Ferrand. Potrà simulare di noleggiare un'auto e di stampare il suo catalogo, incrementando la domanda di lavoro fittizio. Gli organizzatori hanno pensato a tutto, anche a aprire una finta banca, che mette a disposizione del gruppo tutti i prodotti finanziari. Il bello è che gli impiegati ci provano gusto. Noia, ambizione, masochismo? Christine, ha 30 anni. Dice: «Passo le sere davanti al computer». Michel, di anni ne ha 54. E aggiunge: «Mi mancava il metrò all'alba». I lavoratori fantasma di Caen hanno ottenuto di tagliare la pausa mensa. E non uno che chieda uno stipendio, almeno quello, vero. Aldo Cazzullo

Luoghi citati: Clermont-ferrand, Francia, Germania