Slittano i fondi pensione

Slittano i fondi pensione Slittano i fondi pensione La commissione: vanno ripensati Il 2 aprile all'esame del governo ROMA. Così come è stato formulato, il decreto sui fondi pensione non va. Questo, in sostanza, il giudizio della commissione Finanze della Camera che ieri ha votato (i partiti di maggioranza e il pds si sono espressi favorevolmente) è un documento di due cartelle in cui i deputati della commissione chiedono - come ha detto il de Giacomo Rosini - la sostanziale riscrittura del testo del decreto. La commissione Finanze chiede anzitutto che per gli aderenti ai fondi siano scongiurati i pericoli di perdita dei contributi versati, e poi chiede che la facoltà di costituire i fondi venga estesa anche agli imprenditori individuali. Inoltre, i fondi non devono assumere la natura di soggetto giuridico autonomo, bensì quella di patrimonio dato in gestione presso intermediari specializzati. La commissione Finanze chiede poi che sia prevista 1' emanazione di appositi regolamenti volti a disciplinare il rapporto giuridico contrattuale tra assicurati, fondo e gestori, regolando i rispettivi compiti e gli impegni contrattuali. Per la commissione i fondi a contribuzione definita dovrebbero prevedere un rendimento garantito non inferiore a quello attualmente previsto per il Tfr; la gestione dei fondi dovrebbe avvenire ad opera di soggetti specializzati e pertanto viene chiesta la soppressione dell' art. 17 che attribuisce ad una commissione speciale i compiti di vigilanza. Nel parere si legge anche che con un decreto del ministro del Tesoro e su proposta di Consob e Banca d'Italia vanno peraltro stabiliti: i criteri di investi¬ mento nelle varie categorie di valori mobiliari anche al fine della ripartizione del rischio; i criteri di rendiconto al fondo dell'attività svolta; la misura massima delle commissioni; il contenuto dei contratti tra fondo e gestori; i criteri di separazione contabile e organizzativi tra l'attività di gestione dei fondi e le altre attività eventualmente svolte. Infine, per quanto riguarda il trattamento fiscale, la commissione chiede che il limite di.2,5 milioni detraibile dalla dichiarazione dei redditi non si applichi agli accantonamenti in fondi derivanti da quote di Tfr. Inoltre viene chiesta la riformulazione sempre in materia fiscale in modo da prevedere che la ritenuta del 15 per cento sia un acconto sull'imposta futura relativa alle prestazioni, e che l'acconto da aggiungere alle stesse sia ricalcolato sulla base della quota di contributi di titolarità dei lavoratori. L'approvazione da parte del governo, a questo punto, slitta necessariamente di qualche giorno. Ieri pomeriggio il ministro del Lavoro Cristofori ha detto in commissione che il presidente del Consiglio ha fatto sapere alla presidenza della Camera che il governo non procederà all'emanazione del decreto finché non ci sarà il parere delle Camere, anche se sarà trascorso qualche giorno in più dei 15 previsti per avere il parere consultivo. «Preso atto di ciò - ha riferito il presidente della commissione Finanze, Mancini - si è deciso di rinviare al 30 la ripresa dei lavori e al 31 la "otazione finale vera e propria». Il decreto sui fondi, quindi, non sarà approvato dal governo prima del 2 aprile.

Persone citate: Giacomo Rosini, Mancini

Luoghi citati: Roma