E sul costo del lavoro è ancora in trincea

E sul costo del lavoro è ancora in trincea E sul costo del lavoro è ancora in trincea ROMA. Rinvio di ventiquattro ore per l'incontro, il quinto, tra governo e parti sociali sul costo del lavoro. Si svolgerà quindi domani, a Palazzo Chigi, il vertice durante il quale verrà presentato dal governo un documento che sintetizza le questioni sul tappeto, dalla politica industriale al mercato del lavoro, alla riforma del sistema contrattuale. Lo spostamento di un giorno del «summit» viene indicato, stando a voci di ambiente sindacale, come «rinvio tecnico». Lo slittamento cade comunque nella bagarre accesa da alcune dichiarazioni attribuite a Cristofori e precisate dallo stesso ministro del Lavoro. «Non ho mai parlato di soluzione in pochi giorni - ha detto Cristofori -, siamo ancora in una fase di confronto e non è possibile fare previsioni, ma soltanto constatare che c'è tutto l'appoggio del governo per creare le condizioni favorevoli alla conclusione di un negoziato vitale per lo sviluppo della politica dei redditi e per la ripresa dell'economia del Paese». Ma intanto il presunto ottimismo del ministro ha provocato un decisa replica del segretario generale della Cgil, Bruno Trentin: «Concludere in settimana? - ha commentato Trentin -. Se così fosse devo dire che non si tratta di condividere o meno l'ottimismo ma, da parte mia, di considerare come preoccupanti queste versioni che, e non è la prima volta, provengono dal ministero del Lavoro sulla trattativa in corso». «Si tratta di una trattativa difficile - ha aggiunto il segretario generale della Cgil - che per adesso registra delle divergenze anche sostanziali tra le parti in confronto. Immaginare che l'accordo sia alle porte, magari entro pochi giorni, vuol dire rendere soltanto più difficile il negoziato». Sul fatto che l'accordo per il costo del lavoro sia o meno a portata di mano è intervenuto anche il segretario generale della Cisl, Sergio D'Antoni: «Il problema non è il tempo, sono i contenuti - ha detto D'Antoni - tutti vogliamo fare presto e bene e se ci saranno le condì- zioni ogni giorno è buono. Il punto è che i contenuti ancora non ci sono: sulla struttura contrattuale e l'occupazione siamo àncora lontani. La trattativa deve quindi andare avanti con grande forza, per questo faremo lo sciopero generale del 2 aprile». Intanto sulla crisi economica del Paese Guido Rey, presidente dell'Istat, ha dato una sua chiave di lettura: «La crisi - sostiene Rey - è di fatto ingigantita dalla situazione in cui si trovano soprattutto le grandi imprese. Queste sono anche proprietarie dei grandi mezzi d'informazione, i quali ci descrivono quindi i contorni della crisi propri delle aziende di maggiore dimensione». All'opposto, sostiene il presidente dell'Istat, c'è la situazione delle piccole e medie imprese, «che dimostrano di camminare e non si lamentano più di tanto, magari non compaiono sui giornali ma neppure chiedono incentivi od ammortizzatori sociali, aiuti». Per Rey, quindi, la ripresa economica per le piccole e medie industrie è già un dato di fatto: «Le imprese minori dimostrano di avere una strategia operativa precisa, trattano affari indifferentemente in Romania come negli Usa». [r. e. s.l L'Istat sicuro «Piccola industria già verso la ripresa» Il segretario generale della Cisl Sergio D'Antoni

Persone citate: Bruno Trentin, Cristofori, D'antoni, Guido Rey, Sergio D'antoni, Trentin

Luoghi citati: Roma, Romania, Usa