De Mauro sepolto nella tenuta dei Greco di A. R.
De Mauro sepolto nella tenuta dei Greco De Mauro sepolto nella tenuta dei Greco Il pentito Mutolo: è nell'agrumeto della Favarella PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il pentito Gaspare Mutolo - che ha confermato che i giornalisti Mauro De Mauro nel 1970 e Mario Francese nel 1979 furono assassinati dalla mafia perché «davano fastidio» - ha fatto altre rivelazioni sulla fine di De Mauro. Mutolo, dopo aver attribuito l'assassinio del giornalista del quotidiano L'Ora e corrispondente da Palermo del Giorno, alla cosca di Stefano Bontade, avrebbe rivelato che la vittima fu strangolata e seppellita a «Favarella», un grande agrumeto nella borgata Croceverde Giardini appartenente ai fratelli Greco. Gli investigatori non escludono che possano essere avviati scavi. Ma in proposito ieri a Palazzo di giustizia negli uffici della Dda, la Direzione distrettuale antimafia non si è saputo nulla. Nell'anniversario dell'uccisione di Francese, cronista giudiziario del Giornale di Sicilia, l'altro giorno i suoi familiari erano tornati a sollecitare la riapertura dell'inchiesta archiviata come ad opera di ignoti, non nascondendo la loro amarezza per i pochissimi sprazzi di luce ottenuti a suo tempo nel buio fitto delle indagini. Dai De Mauro (la vedova Elda e le due figlie Franca e Junia) invece non si era avuta alcuna reazione da vario tempo. Troppo sfiduciati, troppo stanchi di sperare di riuscire finalmente a venire a capo della verità, le tre donne e gli altri congiunti di De Mauro da tempo hanno scelto il silenzio. Soltanto dopo che lunedì è trapelata la notizia su quel che Mutolo ha raccontato sui due delitti, a Palermo è circolata voce che in gran segreto già da un paio di mesi si era tornati a indagare sulla sorte di De Mauro dopo che uno sconosciuto aveva telefonato da Padova a Elda De Mauro nel suo alloggio a Roma, comunicandole che presto avrebbe fatto alcune rivelazioni sull'omicidio. E per far breccia sulla palese perplessità della signora, l'uomo avrebbe precisato di essere «un amico di Michele Pantaleone, lo scrittore». Sia Elda De Mauro sia Pantaleone sono stati interrogati. La signora ha precisato che lo sconosciuto ha sostenuto che il marito era stato sepolto in una galleria di una vecchia linea ferroviaria in disuso sempre a Palermo. Si è creduto alla fine a un tentativo di depistaggio e non si è certi neanche che la telefonata sia partita da Padova. Anche Pantaleone avrebbe detto chiaramente di non credere nello sconosciuto. Nel «caso De Mauro» vi fu un altro depistaggio già nel 1971. Il consulente commerciale Nino Buttafuoco, amico di De Mauro, notissimo a Palermo, fu accusato di favoreggiamento dopo aver fatto credere alla vedova del giornalista che avrebbe potuto farle scoprire gli assassini. In realtà, conclusero gli inquirenti, Buttafuoco, che nel frattempo è morto, si sarebbe soltanto «fatto bello». Sulla morte di De Mauro è intervenuto anche il regista Francesco Rosi: «E' la conferma di quello che era già un sospetto molto fondato, cioè che è stata la mafia a uccidere De Mauro. Ma al di là di questo, mi pare che è venuta fuori ima motivazione generica e vaga dei motivi per cui la mafia lo avrebbe fatto: il giornalista "dava fastidio"», [a. r.]
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