Immigrato e giscardiano di Aldo Cazzullo

Immigralo e giscardiano Immigralo e giscardiano Tra i maghrebini fulminati dalla destra PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Sono arrivati in mille in due minuti. 19 e 10, la radio porta un segnale da Oriente: il Ramadan è finito. A vedere gli immigrati arabi abbracciarsi sotto il tendone da circo, togliersi i cappotti laceri, aggredire monumentali cus-cus dopo un giorno di digiuno, non diresti di essere in una roccaforte del liberalismo aristocratico di Valéry Giscard d'Estaing. Eppure. Ali Sadi, 34 anni, 10 di Peugeot: «Ho votato Udf. Contro la disoccupazione». Mokdad, 27 anni, lunga cicatrice sul viso e incrollabile fiducia nel centrismo: «Anch'io Udf. I socialisti? Merde. Mi hanno cacciato da Marsiglia». A Marsiglia Mokdad il giscardiano faceva il parcheggiatore: gli automobilisti strappavano in due un biglietto da 50 franchi, metà in tasca metà a Mokdad. Se al ritorno la macchina era intatta, a Mokdad bastava un pezzo di scotch per guadagnare 13 mila lire. Ma a Parigi non funziona così. Ha provato a riciclarsi tra i lavavetri nell'unico semaforo dove hanno attecchito, in place de la Concorde, «ma le auto cercavano di tirarmi sotto». Ora lavora in un cantiere e vota a destra. Come il suo amico Hossein, uomo di Chirac: «I gollisti sono amici del popolo arabo». Linda Khellas, 24 anni, occhi neri, li guarda con compassione. «Non sanno che errore commettono, che cosa li aspetta». Linda è il capo di «Une chorba pour tous», l'associazione che organizza la grande festa di fine Ramadan a Parigi. Goutte d'or, nell'800 il quartiere dei proletari di Zola, ora un suk, quando cala il sole e spuntano i dolcissimi makrud e le terracotte per la chorba, una zuppa di lenticchie e agnello. L'euforia degli arabi stride con il tendone sporco e le strade buie. L'orchestrina suona Jairi Hammouda, il Volare del Maghreb, una canzoncina che conoscono tutti, ma Linda non la ascolta. E' laureata in legge alla Sorbona, ed è anche molto preoccupata. «Il primo punto del programma della Destra è il taglio dell'immigrazione. I giscardiani vogliono una nuova legge che dia la cittadinanza in base al sangue e non alla residenza. Frontiere chiuse, clandestinità. Niente lavoro, niente casa. Ecco cosa ci aspetta». E i gollisti amici del popolo arabo? «Chirac non ci ama», dice Malika, che sarebbe regina. E' una compagna di studi di Linda. «Chirac parla degli 'odori' degli immigrati, dei musulmani che arrivano in Francia con 4 mogli e 10 figli e incassano 5 mila franchi di sussidi al mese. Balle. Sarebbe lui il nostro amico?». Il Front National supera i 3 milioni di voti. Vi fa paura? Ahlem, cioè Sogno, 22 anni, quasi piange. «Ho letto il loro programma. Vogliono togliere la cittadinanza a chi l'ha avuta dopo il '74. Fare i test anti-Aids alle frontiere, chiudere i malati nei lazzaretti. Si salutano come i nazisti. Il loro slogan era: les Francois d'abord, prima i francesi. E noi, noi non siamo francesi?». La interrompe Belkacem Laskri, corrispondente di El Watan, quotidiano di Algeri: «Le Pen è una creazione di Mitterrand per dividere la destra. Il Presidente ha sventolato la proposta di far votare gli immigrati come una bandiera rossa davanti a un toro. Il vero problema è che la comunità araba è divisa. Gli harki, gli algerini che scelsero la Francia, sono di destra: molti sono attivisti di Chirac, qualcuno persino di Le Pen. Chi ha la nazionalità francese vota a sinistra, e ora la sinistra è stata distrutta. I clandestini, quelli saranno travolti». Dal tendone al mirhab, dalla festa alla preghiera. Stamattina davanti a quest'uomo si postreranno migliaia di musulmani Dalil Boubakeur è il rettore della Grande Moschea di Parigi «Si, i socialisti ci hanno deluso Mitterrand ha sbagliato a muovere guerra a Saddam, a disinteressarsi del genocidio in Bosnia, a difendere il diritto degli integralisti di prendersi l'Algeria. E ci ha considerati una spe eie rara da proteggere. Non ci ha ascoltati, non ci ha fatto partecipare alle decisioni. E ora ci consegna a Chirac». Aldo Cazzullo L'ingresso della moschea di Parigi