Clinton l'ultimo alleato del Cremlino di Paolo Passarini

La Casa Bianca ha rinnovato l'appoggio al Presidente russo: lui è stato eletto dal popolo La Casa Bianca ha rinnovato l'appoggio al Presidente russo: lui è stato eletto dal popolo Clinton l'ultimo alleato del Cremlino Ma non va a Mosca, il vertice si farà a Vancouver WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bill Clinton ha pronunciato ieri parole di forte sostegno a favore di Boris Eltsin, mentre si prepara per il vertice con lui che, dopo un'incertezza protrattasi per tutta la giornata di ieri, sembra si terrà, come previsto, il 3-4 aprile a Vancouver e non sarà spostato, come sembrava, a Mosca. Lo ha confermato ieri il ministro degli Esteri russo Andrei Kozirev, che ha avuto un primo incontro con il Segretario di Stato Warren Christopher e oggi sarà ricevuto alla Casa Bianca da Clinton. Nel pomeriggio, il Presidente degli Stati Uniti - lo ha annunciato lui stesso nel corso della conferenza-stampa tenuta ieri - telefonerà a Eltsin. «Boris Eltsin - ha affermato ieri Clinton - è il capo eletto della Russia e ha dimostrato un gran coraggio nel battersi per la democrazia, le libertà civili e il libero mercato. E io intendo sostenere tutto questo». A chi gli ha chiesto come valuti la prospettiva di una messa in stato d'accusa di Eltsin da parte del Parlamento russo, Clinton ha risposto: «Lui è stato eletto dalla gente nelle prime elezioni libere svoltesi in Russia negli ultimi mille anni. Il Parlamento è l'eredità del passato regime comunista». Nel suo deciso sostegno a Eltsin, Clinton ha predisposto solo due paracadute: ha collegato l'appoggio a Eltsin al mantenimento della democrazia (e il referendum popolare, in questo senso, è «un passo giusto»); e, secondo, ha ripetuto che in Russia esistono anche altri «riformatori», sottolineando così implicitamente che, se Eltsin si bruciasse, vi potrebbero essere altri interlocutori qualifi- cati. Intanto Christopher ha presentato al Congresso un piano di aiuti alla Russia che ammonta a 700 milioni di dollari, quasi un raddoppio rispetto ai 417 dell'anno scorso. Christopher ha anche criticato il fatto che gran parte degli aiuti promessi l'anni scorso dall'Occidente non siano arrivati a destinazione. Quello della località del vertice non è stato un problema semplice da risolvere. Ieri, quando le è stato chiesto di commentare una dichiarazione con cui, da Mosca, il viceprimo ministro russo Boris Fyodorov aveva esplicitamente chiesto a Clinton di andare a Mosca, la portavoce della Casa Bianca, Dee Dee Myers, ha ripetuto che, al momento, il Presidente era solo a conoscenza di «intermittenti dispacci di agenzia», ma non aveva rice¬ vuto alcun invito diretto a recarsi a Mosca. In realtà, su questo problema, sia Clinton sia Eltsin sono apparsi in forte imbarazzo. Gli uomini che viaggiano con Kozyrev hanno lasciato trapelare che Eltsin avrebbe davvero preferito Mosca e non tanto perché teme, una volta uscitone, di non potervi più rientrare, data la situazione di estrema tensione. Ma, piuttosto, perché lo preoccupava l'idea di lasciare anche per soli due o tre giorni il Paese a tre settimane dal referendum del 25 aprile, da lui stesso convocato, in cui sarà in gioco il futuro suo e quello dell'intero processo di riforma. Anche se Kozyrev ha assicurato agli americani che «la situazione è sotto controllo» (aggiungendo: «State all'erta, ma non preoccupatevi»), qualcosa di imprevisto potrebbe accadere da un momento all'altro. Clinton - lo si è capito chiaramente anche ieri - non aveva invece alcuna voglia di andare a Mosca: il viaggio sarebbe diventato molto più complicato e difficile (chi vedere, oltre a Eltsin? Cosa dire a questo o a quello?), ma, soprattutto, il Presidente avrebbe preso un doppio inutile rischio: quello di essere criticato, negli Stati Uniti, per essersi indissolubilmente legato a un interlocutore, solo e quello, e in Russia, di essere criticato per un eccesso di ingerenza. Nello stesso tempo, se Eltsin gli avesse chiesto di andare a Mosca, Clinton non avrebbe potuto non rispondere affermativamente. Eltsin ha capito l'imbarazzo di Clinton, che, dopotutto, era stato il primo proponente del vertice. Paolo Passarini iBSEsdlj II presidente Clinton Si è schierato con Eltsin [FOTO EPA)