«Rosi cittadino onorario? No grazie»

CELEBRAZIONI? Polemica a Perugia, il pugile replica risentito: la vera violenza è fuori del ring «Rosi cittadino onorario? No grazie» Consigliere verde: la boxe non è sport educativo CELEBRAZIONI? PERUGIA. Gianfranco Rosi è l'unico pugile italiano a livello mondiale, è campione dei superwelter versione Ibf, ha fatto conoscere il nome di Perugia e dell'Umbria nel mondo. Ma questo non ha convinto i verdi di Perugia, che, attraverso le parole del capogruppo in comune, Remo Granocchia, si sono opposti alla concessione della cittadinanza onoraria al pugile: «Due uomini (ed ora anche due donne) che si picchiano, con conseguenze talvolta estreme, rappresentano, a nostro avviso, quanto di più diseducativo si possa trasmettere alle nuove generazioni». Gianfranco Rosi ha avuto una reazione risentita: «E' stato detto che io non sarei degno di ricevere la cittadinanza onoraria, perché non sono né un uomo del mondo della cultura o dell'arte, della ricerca o del lavoro, della solidarietà o del coraggio. Allora dica il signor Granocchia chi possiede la dignità giusta, perché io penso di aver dato a sufficienza alla città di Perugia, ne sono stato l'ambasciatore in giro per il mondo, ogni mio match ha richiamato davanti alla televisione milioni di spettatori». E non è finita qui: Gianfranco Rosi ha lanciato nelle scorse settimane la sfida al mitico Norris per la riunificazione dell'alloro mondiale delle due organizzazioni Ibf e Wbc e presto si trasferirà in America per un incontro con Vinnie Pazienza. Personaggio assai amato dai suoi concittadini, Rosi da anni è impegnato in molte iniziative di solidarietà: è testimonial di un'associazione che raccoglie fondi per la ricerca sulle leucemie pediatriche («Comitato per la vita Daniele Chianelli»), più volte, durante l'anno, trascorre giornate intere presso un istituto (il Don Guanella) di paraplegici che ha sede a Perugia. Ma con i politici il suo rapporto è stato sempre difficile («Salvo qualche eccezione - precisa il campione . Si congratulavano con me a Palazzo solo dopo le mie vittorie, mai che mi sia pervenuto un incoraggiamento prima del match. E poi nella mia città ho combattuto soltanto una volta, troppo poco mi sembra»). Nonostante il veto dei verdi Rosi dovrebbe vedere coronato il sogno del proprio nome nell'albo d'oro, ma intanto la polemica che ne è scaturita ha rallentato i preparativi di una cerimonia pubblica che gratificherà anche tutto il clan del campione, il suo preparatore Giovanni Boc- ciolini, il procuratore Gresta, il medico prof. Alessandro Casotto. «Il mio successo è stato costruito a costo di grandi sacrifìci, come sanno tutti quelli che seguono anche se superficialmente la boxe. Prima di sfondare ho fatto molti mestieri, anche i più umili, il cameriere e l'operaio in Arabia Saudita, ma l'idea di diventare campione non mi ha mai abbandonato, anche quando ero esile, e in casa mia madre riusciva con grande dignità ad unire il pranzo con la cena. Sono orgoglioso di essere umbro e perugino, ma nella mia attività non ho ricevuto alcun vantaggio dall'esserlo: i grandi giornali si stampano lontano da qui, non c'è mai stato un personaggio importante dell'ambiente della boxe che mi abbia preso sotto la sua protezione». Le mo¬ tivazioni addotte dall'assessore allo Sport del Comune di Perugia, Marcello Ramadori, non hanno fatto recedere il capogruppo dei verdi: «Non conosco quel signore - liquida la polemica Rosi -, mi dicono sia un bastian contrario per natura, ma nel mio caso ha preso un granchio di grosse proporzioni: ha voluto farsi un po' di pubblicità alle mie spalle. Le sue valutazioni sul mondo della boxe sono davvero ammuffite. Di recente anche il Papa ha tolto le ultime riserve sulla "noble art", ricevendo in Vaticano il campione del mondo dei massimi Bowe». Rosi, che dagli esperti viene definito un pugile dallo stile perfetto, di grande temperamento, ma non dotato di eccelsa potenza, conclude: «Se il signor Granocchia avrà la bontà di dedicarmi un po' del suo tempo libero, gli farò toccare con mano l'umanità che la boxe sprigiona. Basterà che frequenti una palestra e si renderà subito conto che la vera violenza è fuori dal ring». Mario Mariano Il campione mondiale dei superwelter «Giudizi ammuffiti anche il Papa rivaluta questa disciplina» Il pugile Gianfranco Rosi, campione mondiale dei superwelter, durante il vittorioso incontro con lo statunitense Gilbert Baptist

Luoghi citati: America, Arabia Saudita, Comune Di Perugia, Perugia, Umbria