Assolombarda fondi neri ai «laici» di Fabio PolettiRenato Altissimo

Avviso di garanzia per i liberali Altissimo e Sterpa e i repubblicani Del Pennino e Pellicano Avviso di garanzia per i liberali Altissimo e Sterpa e i repubblicani Del Pennino e Pellicano Assolombarda, fondi neri ai «laici» Tre miliardi in cinque anni MILANO. Giorgio La Malfa era solo il primo. Adesso arrivano tutti gli altri, i parlamentari «beneficiati» dall'Assolombarda con finanziamenti «in nero», mai registrati. E ora sotto inchiesta sono Renato Altissimo ed Egidio Sterpa del pli, Antonio Del Pennino e Girolamo Pellicano del pri. Contro di loro il pubblico ministero Fabio De Pasquale ha già emesso un avviso di garanzia. Altre «buste gialle» seguiranno a ruota. E l'ipotesi di reato è sempre violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Renato Altissimo, al secondo «avviso» dopo quello ricevuto per l'inchiesta «Mani pulite», nega tutto. E su carta intestata del partito comunica: «In relazione alle notizie su presunti finanziamenti dell'Assolombarda l'onorevole Renato Altissimo afferma di non aver mai ricevuto alcun contributo dail'associazione imprenditoriale in questione». Conferma invece il repubblicano Girolamo Pellicano, alla sua prima «busta gialla». Dice il deputato: «Si tratta di un contributo di trenta milioni non vietato e volontariamente elargito dall'Assolombarda come contributo alle spese per la mia campagna elettorale del 1992». Dice la sua anche il liberale Egidio Sterpa, vicesegretario del partito. «Indignato» per aver appreso la notizia da giornalisti Sterpa ha negato di «aver avuto finanziamenti illeciti». Ma poi aggiunge: «Non posso escludere che in passato fondi dell'Assolombarda possano essere andati anche al pli, come a tutti i partiti, ma io non ne so niente. Rivendico la mia onorabilità di uomo e parlamentare. E rivendico la rispettabilità del partito che rappresento a Milano». Erano democristiani, repubblicani e liberali i politici che andavano a battere cassa all'Assolombarda. Ed ogni «finanziamento» veniva registrato su un apposito libro mastro, ora nelle mani del giudice De Pasquale, con la contabilità «in nero» dell'Assolombarda. Registrati decine di finanziamenti, alcuni amnistiati, almeno quelli fino al 31 dicembre 1989. Proprio nell'89 il liberale Renato Altissimo sarebbe andato a battere moneta ai vertici dell'Assolombarda. Una richiesta di soldi non per sé, ma per il senatore Giovanni Malagodi, uno dei «padri del partito» morto nel '91. Sensibili, i dirigenti dell'Assolombarda elargirono a Malagodi 150 milioni. Poco meno, 100 milioni, vennero dati sempre a Malagodi in occasione delle elezioni amministrative del '90. In questo caso, oltre all'anziano senatore, un altro politico liberale venne sponsorizzato dall'Assolombarda. E ad Egidio Sterpa sarebbe andata una parte di quei 100 milioni. Anche piccole cifre nella contabilità «in nero» dell'Assolombarda. Ad Antonio Del Pennino, pri, finirono 85 milioni per le amministrative del '90. Adesso c'è una «busta gialla» per tutti. Nulla a che vedere con lo scandalo di Tangentopoli. Qui non ci sono mazzette e appalti truccati. Solo finanziamenti a politici, mai registrati, della più potente associazione regionale di imprenditori. Ed è proprio dal «libro mastro» dei finanziamenti occulti, scoperto dal giudice De Pa¬ squale, che prende il via l'inchiesta. Con precisione manageriale, cifra dopo cifra, in alcune centinaia di pagine sono registrati i finanziamenti, anche solo per pochi milioni, destinati agli uomini politici vicini all'Assolombarda. Più una politica di «lobby» che non di corruzione vera e propria. Dall'87 al '92 dalle casse dell'Assolombarda sono usciti circa tre miliardi. Tutti a parlamentari che ora rischiano di ricevere una «busta gialla» con il timbro della procura di Milano. Fabio Poletti In basso l'ex segretario pli Renato Altissimo A fianco, Egidio Sterpa

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