Schede e confusione nell'arcobaleno

UNO UNO Schede e confusione nell'arcobaleno RA meno di un mese circa 48 milioni di italiani saranno chiamati alle urne per votare sui dieci referendum abrogativi, compresi quelli elettorali, sul finanziamento pubblico dei partiti, sulla droga e sulle Usi, ammessi dalla Corte Costituzionale. Per i cittadini che intendessero rispondere in modo univoco a tutti i quesiti, cioè dieci «sì» o dieci «no», non ci sono problemi. Ma per chi volesse, invece, optare solo per alcuni «sì» ed altri «no» sarà molto difficile orientarsi all'interno della cabina. La maggior parte delle domande risultano, infatti, pressoché incomprensibili perché sulle schede non viene bene evidenziato l'argomento su cui esprimersi, ma vi è minuziosamente riportato l'elenco degli articoli di legge sottoposti a referendum e, per di più, stampati con caratteri microscopici. Per distinguere con assoluta certezza i dieci quesiti referendari il cittadino dovrà, quindi, riferirsi quasi esclusivamente al diverso colore delle schede: giallo, verde, bianco, arancione, marrone, rosa, grigio, rosso, viola e blu. Non c'è altro rimedio. Di chi la colpa di questa incongruenza? Va subito detto che non vi-è alcuna responsabilità da pMrte'dèi Comitati promotori, né della Cassazione, né della Consulta. La colpa - se di colpa si può parlare - ricade esclusivamente sul Parlamento che in ben 23 anni non è mai intervenuto per modificare, come più volte sollecitato dall'Alta Corte, la legge 352 del '70 che regola lo svolgimento delle consultazioni popolari. Come ci si potrà, allora, regolare il 18 e 19 aprile in ciascuno degli 88 mila 527 seggi? n Viminale, che dovrà verificare complessivamente circa mezzo miliardo di schede (record assoluto), ha abbinato la scheda gialla al referendum di maggior peso politico, quello che mira a riproporre il sistema maggioritario per l'elezione dei senatori attraverso la parziale abrogazione della legge del'48. . Scheda verde, invece, per estendere il sistema maggioritario all'elezione dei consiglieri nei Comuni con oltre 5 mila abitanti. Scheda bianca per togliere alle Usi la tutela dell'ambiente. Scheda arancione per abrogare alcune parti della legge anti-droga Jervolino-Vas- salii. Scheda marrone per abolire il finanziamento pubblico dei partiti, lasciando, però, invariate le attuali sanzioni penali per i trasgressori. Scheda rosa per togliere al ministro del Tesoro il potere di designare i vertici delle banche. Infine, schede grigia, rossa, viola e blu, rispettivamente, per abolire il ministero delle Partecipazioni Statali, del Mezzogiorno, dell'Agricoltura e del Turismo. Questi ultimi quattro sono gli unici quesiti facilmente comprensibili. Un altro delicato problema sul tappeto è quello dell'astensionismo. Nessun cittadino è obbligato a votare sui referendum, ma può restare a casa senza rischiare sanzioni. L'astensionismo è ammesso dall'articolo 75 della Costituzione. La validità del referendum è, infatti, subordinata alla partecipazione al voto di-abnenp-24^. milioni di italiani, cioè almeno la metà più uno degli elettori. Altrimenti l'eventuale vittoria dei «sì» può essere vanificata, come è già avvenuto per i referendum su caccia e pesticidi. Ma non sarebbe più equo abbassare la soglia del 50 per cento tenendo conto che quando fu emanata la Costituzione bastavano 14 milioni di italiani per rendere valida una consultazione, mentre oggi ne occorrono ben 10 milioni in più? Perché, ad esempio, vengono conteggiati tra gli astensionisti gli italiani all'estero (sono un milione e settecentomila) che non possono votare, come i marittimi imbarcati sui mercantili battenti la nostra bandiera? Se, poi, come stavolta, la consultazione popolare riguarda più quesiti è consentito al cittadino di votare solo su alcuni referendum ed astenersi sugli altri. In pratica, chiunque può chiedere al seggio soltanto le schede colorate che gli interessano e rifiutare le altre. In questo caso sarebbe conteggiato tra gli astensionisti, ma limitatamente ai referendum per i quali non ha ritirato la scheda. Pierluigi Franz

Persone citate: Jervolino, Pierluigi Franz

Luoghi citati: Vas