Per ora l'esercito sta a guardare

la grande Per ora l'esercito sta a guardare j/governo smentisce lo stato d'allerta: non serve RETROSCENA la grande incognita «LE Forze Armate sono e saranno fedeli alla Costituzione». Lo ha detto ieri pomeriggio al Parlamento il ministro della Difesa russo Pavel Graciov. Le Forze Armate, ha proseguito Graciov, «sono un elemento della stabilità nel Paese e intendono rimanere fuori dalla politica. Le Forze Armate ritengono che sia necessario trovare un compromesso tra il potere legislativo e quello esecutivo per far uscire dalla crisi il Paese». Graciov ha poi criticato il Parlamento per avere ospitato, nella giornata di sabato, una riunione di ufficiali che contestano la politica del ministro russo della Difesa. Graciov ha infine ammesso che in alcuni reparti «il malcontento ribolle», soprattutto nel distretto di Mosca. Anche i ministri dell'Interno e della Sicurezza, Viktor Ierin e Viktor Barannikov, hanno assicurato che la situazione nel Paese è «sotto controllo» e che le truppe subordinate ai rispettivi dicasteri «restano fedeli alla Co¬ stituzione». Intervenendo in Parlamento, riunito in seduta d'emergenza per esaminare la situazione dopo la decisione del presidente Eltsin di assumere poteri speciali, i due ministri hanno invitato i deputati a non drammatizzare la situazione, a mantenere la calma e a fare di tutto per favorire una soluzione non traumatica della crisi in atto. Secondo il portavoce ufficiale del ministero della Sicurezza, «non c'è motivo di parlare di stato di allerta delle truppe, tutto funziona come al solito, non sono state prese misure speciali». Tutto normale anche al ministero dell'Interno, a quanto assicura il suo capo ufficio stampa Vladimir Vorozhstov: «Nella situazione attuale il ministero funziona in stretto rispetto della legge della Federazione russa sulla forza di polizia». Meno chiara è stata la sua risposta, quando gli è stata posta una domanda sulla possibilità che vengano messe in stato di allerta le truppe agli ordini del ministero dell'Interno: «Il centro di relazioni pubbliche, del quale io sono il direttore, funziona normalmente», ha detto, rifiutandosi di parlare poi della situazione nei reparti. Il comandante in capo delle Forze Armate della Comunità di Stati Indipendenti (Csi, l'associazione che unisce una parte delle Repubbliche ex sovietiche), maresciallo Evgheni Shaposhnikov, ha annullato la sua prevista missione in Cina, a causa, ha dichiarato, della «situazione politica creatasi in Russia». Shaposhnikov non ha voluto comunque commentare l'iniziativa di Eltsin, richiamandosi al proprio ruolo di comandante militare della Csi, senza competenza sugli accadimenti interni di una singola Repubblica. Una decisa presa di distanza da Eltsin è stata pronunciata in Parlamento dal segretario del Consiglio di sicurezza nazionale russo, Iuri Skokov. «Non ho mai discusso con il Presidente sulla introduzione del regime speciale. Sabato mattina mi è stato proposto di firmare il decreto di Eltsin, ma mi sono rifiutato di apporre la mia firma ritenendo che la decisione avrebbe gettato nel caos il Paese». [e. st.] Ma il ministro Graciov ammette: ribolle il malcontento in alcuni reparti Cambio della guardia al museo di Lenin. L'esercito ha ribadito la fedeltà alla Costituzione ;foto apj

Luoghi citati: Cina, Mosca, Russia