Tra la gente nella capitale rabbia lodi e indifferenza di Foto Ansa

Tensione intorno alla Casa Bianca dove si fronteggiano fìlogovernativi e conservatori Tensione intorno alla Casa Bianca dove si fronteggiano fìlogovernativi e conservatori Tra la gente nella rapitale rabbia, lodi e indifferenza MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Fascia rossa al braccio, come nei «druzhinnik» delle vecchie guardie popolari, gli uomini e le donne del partito comunista hanno fatto un cordone intorno alla Casa Bianca, sede del Soviet Supremo. Sono loro a chiederci i documenti quando cerchiamo di entrare. I militari stanno più indietro, lasciano fare e sorridono. Il grande palazzo sulla Moscova è difeso come l'emblema della resistenza al colpo di forza di Boris Eltsin. Le bandiere rosse sventolano insieme alle bandiere giallobianche-nere dello zar: durante il golpe del '91 c'erano i democratici a difendere la Casa Bianca assediata dai carri armati; adesso ci sono loro. I democratici, con le bandiere biancherosse-blu di Russia, stanno dall'altra parte della strada, sotto il grattacielo che era la sede del Comecon. In mezzo le camionette della milizia, gialle, blu, colori mimetici arrugginiti. I militari sono tranquilli, fumano e parlottano. E' una guerra di posizione e di altoparlanti. Dietro la Casa Bianca, dove si sono raccolti due-tremila anti-Eltsin, si sente in diretta il dibattito che si sta svolgendo nella grande aula del Soviet Supremo sotto la regia di Khasbulatov. Ad ogni accenno contro il Presidente sale il grido, si muovono le bandiere. Il colpo d'occhio è impressionante: le foto con le facce di Stalin e di Lenin si muovono sulla moltitudine assieme alle icone sacre, immagini di santi e di madonne, ai ritratti dell'ultimo zar Nikolaj II. Dall'altra parte si sente il contro-comizio dei democratici, mille, duemila: «Viva Eltsin, contro il Soviet Supremo comunista». C'è tensione, ma non troppa. Al di là di quel perimetro simbolico, Mosca è ..placidamente distesa in una domenica tranquilla. Deserta piazza del Maneggio, popolata di turisti la Piazza Rossa, famiglie che passeggiano ai giardini di Alessandro, bambini che corrono a Gorki Park. Cosa pensa questa gente? Proviamo in piazza Sovietskaja, davanti a quell'altro mausoleo di intrighi e di incertezze che è il Mossoviet, il municipio di Mosca. Natalia Viaceslavovna, 53 anni, dirigente d'azienda: «Ho visto ieri sera il Presidente alla televisione: ha ragione. Lo abbiamo eletto noi e ha il diritto di poter lavorare. Lasciamolo governare, sono certa che la maggior parte dei russi è con lui». Natalia dice che la situazione non è così drammatica come dicono i comunisti: «I vecchi non muoiono di fame, forse le famiglie con bambini piccoli hanno problemi. Ma io con il mio stipendio di 17 mila rubli al mese (grosso modo 40 mila lire, ndr) riesco a vivere bene e ne do anche ai nipoti». Ecco due ragazzi, si tengono sottobraccio, si sorridono. Alexej e Oxana Shevchenko, 21 e 20 anni, sono sposati da pochi mesi. Lui è ingegnere programmista, lei studentessa. Hanno visto insieme Eltsin in tivù. Lui: «E' un traditore della patria, non mi fido di lui perché ha annullato il referendum quando la gente ha detto di sì all'Urss e non gli andava bene. Quando c'è stato il golpe io ero dalla parte dei puchisti». E lei? «Io sto con Eltsin, ma non vi di¬ co perché». Tre ragazze, molto carine, vestiti colorati, l'allegria della festa. Lena, 22 anni e Valentina, 20, studiano all'istituto commerciale: «Non abbiamo visto Eltsin, non ci interessa». Sapete cosa ha detto? «No». Si è ripreso i poteri che il Parlamento gli aveva tolto. Siete d'accordo? «No». Svetlana, la terza, 20 anni, studentessa all'Accade¬ mia tessile: «Io invece sono d'accordo con Eltsin: quando in Russia c'era lo zar, che aveva tutti i poteri, le cose andavano bene». Davanti al taccuino nessuno rifiuta di parlare, si formano capannelli, la gente discute, tutti danno la loro opinione e il loro nome, come Liudmilla Semionova, 53 anni, pensionata: «Ho sentito alla radio tutto il discorso di Eltsin e credo che abbia ragione. Lui è il primo Presidente eletto da tutto il popolo, deve avere la possibilità di lavorare come vuole». Ma anche il Parlamento è eletto da tutto il popolo. «No, è stato eletto quando c'era ancora Gorbaciov, i deputati sono stati designati quasi tutti dal partito comunista. Basta». «Io - ci dice Anatoly Vassilievich, 58 anni, impiegato all'Informaenergia - dico che Eltsin doveva sciogliere questo Congresso subito dopo il golpe. Se lo avesse fatto, adesso staremmo meglio tutti. E invece nella maggior parte delle aziende, come la mia, ci sono ancora i dirigenti comunisti a comandare». Andiamo in piazza Pushkinskaja, luogo di incontri, di passeggio, di bancarelle, di palloncini colorati, della lunga coda per un hamburger al McDonald's. Ecco la famiglia di Alexej e Svetlana Iljn, 30 e 29 anni con la piccola Irina di sei. Professione? «Business». Lei: «Non ho visto Eltsin, non so cosa ha detto e non me ne importa niente, per il popolo è sempre uguale». Lui: «Che si faccia questo referendum per cacciare Khasbulatov». Perché lo vuole mandare via? «E' ceceno». Si avvicina Kira Nikolaevna, 63 anni, pensionata: «Io invece voglio mandare via Eltsin perché prende ordini da Bush, Kob! e dalla Thatcher. Sono contro gli americani». E allora perché mangia gli hamburger di McDonald s? «Perché so che usano carne, patate e burro russi». Cesare Martinetti Per strada si discute fittamente Un giovane ingegnere: «Il Presidente è un traditore, ha distrutto l'Urss» niOglie* «IO inVeCe SOnO dalla SUa parte» ^ ^ sinistra, sostenitori di Eltsin fischiano la manifestazione del conservatori al Parlamento. Sopra, una famiglia assiste al discorso di Eltsin in tv [FOTO ANSA]

Luoghi citati: Gorki Park, Mosca, Russia, Urss