Sciopero «incredibile» in quel mono del'43

i protagonisti riuniti in una manifestazione i protagonisti riuniti in una manifestazione Sciopero «incredibile» in quel mono del '43 L'annuncio, che aveva dell'incredibile nel marzo '43, dello sciopero di 100 mila operai torinesi in pieno fascismo, arrivò a Alessandro Curzi da un amico che aveva ascoltato Radio Londra. Curzi, oggi direttore del Tg3, allora era un ragazzino, ma di quelle giornate conserva un ricordo indelebile così come è profondamente ancorata nella sua memoria la vittoria dell'esercito sovietico a Stalingrado avvenuta appena un mese e mezzo prima dell'ondata di scioperi torinesi che di fatto avviò la lotta di Liberazione. Ieri mattina, nel salone della Camera del lavoro, Curzi ha raccontato i suoi ricordi nel corso dell'incontro organizzato da Rifondazione comunista per celebrare il 50° anniversario di quegli scioperi e per aprire di fatto la campagna referendaria. Accanto a lui, spettatore appassionato, i protagonisti di quella lontana primavera. Uomini e donne che rischiarono la vita per organizzare gli scioperi e per costruire una organizzazione clandestina che avrebbe dovuto affrontare, fino all'aprile del '45, prove durissime. Nella Marcellino, Piero Cordone, Gianni Alasia, Emilio Pugno hanno raccontato, in interventi accolti con calore e affetto dalla platea, la loro storia con orgoglio e con continui richiami alla situazione attuale. Proprio per legarsi all'oggi, e «non imbalsamare gli scioperi del '43 nella sola celebrazione», Rifondazione comunista ha organizzato, nel pomeriggio, un corteo per le strade del centro. Tanti slogan contro il referendum del 18 aprile («Mariotto Segni, uomo della Cia, non affosserai la democrazia», «No alla nuova legge truffa», «La maggioritaria è antiproletaria») e tanti cartelli con il «no». Sergio Garavini, segretario nazionale del partito, ha detto che la legge elettorale maggioritaria e uninominale è «uguale alla legge Acerbo voluta dai fascisti per affossare la democra¬ zia». Ha ricordato che lo schieramento per il «sì» sta dando vita a una crociata simile a quella del 18 aprile del '48 quando «con il ricatto agli elettori la De si garantì di governare 40 anni fino alla sfascio di oggi». Ha aggiunto: «Siamo in presenza di un tentativo autoritario che vuole consentire ai partiti che hanno sfasciato il Paese di continuare a governarlo». Garavini ha anche sostenuto al necessità di lottare contro lo smantellamento dello stato sociale in materia di sanità e pensioni e contro la disoccupazione crescente. [m. cas.l Sergio Garavini, segretario di Rifondazione comunista, parla in piazza Castello

Persone citate: Alessandro Curzi, Curzi, Emilio Pugno, Garavini, Gianni Alasia, Nella Marcellino, Piero Cordone, Sergio Garavini

Luoghi citati: Londra, Stalingrado