Papà Fondriest re di Sanremo

La gioia per la nascita della figlia gli dà la forza per staccare tutti i rivali La gioia per la nascita della figlia gli dà la forza per staccare tutti i rivali Papà Fondriest re di Sanremo Scatta sul Poggio e arriva a braccia alzate SANREMO DAL NOSTRO INVIATO Caricato da una rabbiosa fiducia in se stesso, Maurizio Fondriest, papà dall'alba di ieri mattina, lancia l'attacco sull'unico terreno in cui la Milano-Sanremo diventa battaglia. Lo scalda una nobile aspirazione a fare dei rivali macerie. Il gruppo si lascia candidamente irretire, poi in sei lo inseguono illudendosi di poterlo agguantare. Siamo, come direbbero commossi i vecchi suiveurs, all'abbagliante concretizzazione di un sogno. E' troppo? Per cinque anni, da quando il francese Fignon gli sottrasse agli ultimi metri questo agognato traguardo, Fondriest ha nutrito e coccolato un'idea di rivincita che è diventata febbrile ossessione. Alla proposta della sorte di andare serenamente al tappeto, Maurizio ha opposto un perentorio rifiuto. Piuttosto, ha detto, me ne vado a ricostruirmi in esilio. Tra i belgi e gli olandesi della Panasonic ha ricominciato il cammino. Dalle Fiandre che lo accolsero, la strada lo ha portato al traguardo di Sanremo e non è certo una strada conclusa. Dunque, Fondriest è all'attacco. Ha dieci secondi di vantaggio. Sfoderando una congrua dose di potenti pedalate, si separa definitivamente dagli inseguitori. Davanti allo striscione che fa? Si china sul manubrio per spendere la linfa che gli resta? Macché, si volta: lì dietro siete e lì resterete, alzo le braccia al cielo, ho vinto. Assiduo cliente deìl'infortunistica, falciato dalla jella, Argentin langue dolorante in un gruppetto di retroguardia. Bugno ha tentato di andarsene ad Arma di Taggia, dopo la Cipressa, ma gli s'è incollato Jalabert: che faccio, mi trascino a ruota un assatanato velocista?, sarebbe il massimo della fesseria tattica, calo il sipario sulle mie ambizioni. Chiappucci, più guardingo d'un gatto sino a Imperia, emette a quel punto una sconsolata diagnosi su se stesso ed esce di scena. Sul Poggio avanza Saligari. Saligari? E chi è? E' Marco Saligari il corridore la cui nonna ot- tantenne corre ad accendere il televisore, e di lì più non la scollano, se l'avvertono che c'è il nipote in bicicletta. Marco Saligari sembra deciso a insistere, è una sua caratteristica quella di sembrare. Ma ecco partire in caccia Gaston. Gaston? E chi è Gaston, a che razza di Milano-Sanremo stiamo assistendo? Si tratta dello spagnolo Inaki Gaston al quale, accidenti, piacciono gli esibizionismi. Che agitazione, che brividi, e ora quale asso emergerà dal gruppo, vedremo Zanatta o Aparicio? Forza, campioni, non c'è tempo da perdere. Esce dal plotone di testa, che GELFIA 4" Ordine d'arrivo: 1) Maurizio Fondriest, km 297 in 7 ore 25'37', media 39,989 orari; 2. Gelfi a 4"; 3. Sciando a 9"; 4. Jalabert (Fra); 5. Sorensen (Dan); 6. Furlan; 7. Ballerini; 8. Colotti (Fra); 9. Cassani; 10. Cipollini; 11. Baffi 12. Verhoeven (Ola); 13. Sunder land (Aus); 14. Sergeant (Bel); 15. Rooks (Ola) 16. Ledanois (Fra); 17. Pensee (Fra); 18. Richard (Svi); 19. Rominger (Svi); 20. Roosen (Bel), tutti col tempo di Sciando. Classifica di Coppa del Mondo dopo la prima prova: 1. Fondriest p. 50; 2. Gelfi 35; 3. Scianchi 25; 4. Jalabert (Fra) 20; 5. Sorensen (Dan) 18; 6. Furlan 16; 7. Ballerini 14; 8. Colotti (Fra) 12; 9. Cassani 10; 10. Cipollini 8. Prossime gare di Coppa: 4 aprile Giro delle Fiandre, 11 Parigi-Roubaix, 18 Liegi-Bastogne-Liegi, 24 Amstel Gold Race. vibra e ondeggia, Maurizio Fondriest e subito la Sanremo, la fiacca Sanremo, si muta in un ventaglio di fiamma. Un favorito che va a vincere, un favorito che mantiene fede alla promessa, un favorito che, zampillato sul Poggio, resiste, affronta coraggiosamente la discesa e stufo d'essere considerato un incompiuto prende l'irrevocabile decisione di compiersi e completarsi. Sa a quali pericoli va incontro nelle curve, le abborda con un freddo controllo della velocità e ad ogni uscita scarica uno sprint. Curva, sprint, curva. Riacciuffalo, se ci riesci. Gelfi, un buon cronoman, Sciandri, Jalabert, Soerensen, Furlan, Ballerini, Colotti, gli si allineano alle spalle nel grande tumulto d'un arrivo che ha per epilogo il caos oltre lo stop. Che lagna l'inizio. Il gruppo procede a una media da processione di paese. Un corridore della Carrera, Chiesa, va in fuga. Eccitati dal desiderio di emularlo, partono anche Cenghialta e lo svizzero Jaerman dell'Ariostea. Sette minuti di vantaggio. Ad Albissola. Chiesa annuncia che, forse, deve essere caduto in un equivoco e si ritira. A Cenghialta e allo svizzero Jaerman quell'abbandono dispiace, ci rimangono male, il vantaggio cala, quindi risale e cala di nuovo. Sono stanchi: continuiamo? E perché, chi ce lo fa fare? Sul Berta la Sanremo è un gruppo compatto. E qui scatta lo scalatore venezuelano Leonardo Sierra, ma siccome il Berta e la Cipressa non sono le Dolomiti, accetta quietamente di essere ripreso. A venti chilometri dal traguardo c'è una pausa di studio e meditazione. Vorrebbe interromperla Bontempi, ma l'americano Armstrong gli soffia l'intervento. Piccole cose, minuzie in attesa che arrivi finalmente il Poggio. E il Poggio arriva e sul Poggio fa bellissima mostra di sé la maglia iridata di Bugno. Non sappiamo ancora che Gianni alle avventure ha già rinunciato. Lui, Chiappucci e Argentin sono i signori sconfìtti. Fondriest non è una loro irresistibile simpatia. Pazienza, ragazzi, è la vita. Gianni Ranieri La Classicissima, dopo la beffa di cinque anni fa, era un'ossessione F